Sul polo del Terrafino (Empoli) dedicato alle disabilità le opposizioni in Consiglio comunale non ci stanno e passano al contrattacco. Oggi, sabato 4 febbraio, in conferenza stampa Damasco Morelli (Ora si cambia), Sabrina Ciolli (Linea Civica), Dusca Bartoli e Samuela Marconcini (Fabrica Comune per la Sinistra) e hanno espresso tutti i dubbi e le perplessità rispetto al progetto per 70 ospiti. Alcune novità sono emerse ieri dalle parole dell'assessore Arianna Poggi dopo la riunione della Consultà della disabilità. Come 'voce fuori dal coro' si è espresso Andrea Poggianti di Centrodestra per Empoli, approvando il progetto dell'amministrazione.
Partiamo dall'esistente - "La Villa di Cerbaiola va superata, non ha i requisiti, ma non possiamo chiuderla senza alternativa. Non passi il messaggio 'vogliamo mantenere l'esistente' - spiega Ciolli -, servono alternative a Cerbaiola e al polo di Terrafino".
I quattro spiegano le procedure apprese in Consiglio comunale per il nuovo Polo: "Abbiamo questo terreno regalato all'amministrazione, lontano dai centri abitati e dalle zone residenziali. L'alienazione di Villa Cerbaiola frutterà 2 milioni e 300mila euro, Villa Fucini invece 980mila euro. A questi si aggiungono un contributo regionale di 500mila euro e altri soldi potrebbero essere anticipati dalla Asl Toscana Centro. Ma per il trasloco bisogna aspettare la costruzione della nuova struttura. Il compratore delle due ville dovrà aspettare anni prima della conclusione".
Tutto per arrivare a un polo che "riporta i diversamente abili all'istituzionalizzazione - commenta Morelli -, e vediamo nelle case di riposo cosa succede con gli anziani. Dopo qualche mese, se prima erano abituati a vivere e a fare le faccende di casa in modo autonomo, gli ospiti non sanno fare più nulla e diventano istituzionalizzati".
L'esempio opposto è quello degli Ortolani Coraggiosi di Ventignano (Fucecchio), "dove i 12 ragazzi autistici lavorano la terra e sono attivi spesso come i normodotati", conclude.
La controproposta - I consiglieri puntano invece a continuare sulla strada di Casa Arrighi o della stessa esperienza di Ventignano: centri diurni, appartamenti da massimo 5 persone dove i ragazzi vengono seguiti e sono a contatto con la comunità. "Hanno un costo sicuramente minore e non spersonalizzano l'individuo", afferma Bartoli. "I luoghi in Empoli esistono", continua chiamando in causa il progetto Hope con la riqualificazione della sede del vecchio ospedale di via Paladini e dell'ex Sert.
Le motivazioni politiche - "Questa è ostinazione politica su di un modello isolato, fuori dalle linee guida che propone il modello scientifico. E hanno fatto bene le associazioni dei disabili ad abbandonare il tavolo", afferma Bartoli. Come si è arrivati al Polo di Terrafino? "L'analisi dei bisogni è stata fatta alla grossa. Io però mi chiedo perché tutto concentrato lì? Con questi milioni sai quanti appartamenti per disabili costruisci?"
"Si è scontato una ventina di anni di non-pensiero sull'argomento dei disabili. Poi il problema si è ripresentato e le risposte sono sempre le vecchie, ovvero un istituto", affermano Bartoli e Morelli.
"L'appeal dato dal nome 'struttura modulare' non nasconde altro che l'istituzionalizzazione", commenta Marconcini.
Ma allora perché alcune associazioni locali di famiglie con figli disabili hanno accettato la soluzione? "Perché forse dopo 30 anni di permanenza in una data struttura, quella del Terrafino è stata proposta come una soluzione migliore e allora hanno accettato. Ma la rete delle associazioni dei disabili è per il No", spiegano i consiglieri.
Cosa dice la legge - "La legge 112 del 2016, detta del 'Dopo di noi', ci dà ragione - spiegano -, si parla di 'soluzioni che riproducano un ambiente abitativo e relazionale di tipo familiare' al fine di 'prevedere ove opportuno, percorsi programmati di deistituzionalizzazione'".
"Su questi progetti ci sono dei fondi - afferma Bartoli - per cui noi potremmo paradossalmente ottenere fondi per riportare i ragazzi dal Polo a cohousing o in abitazioni per non più di 5 persone".
"Inoltre l'Onu ci ha bacchettato - continua Bartoli - sulla tendenza a re-istituzionalizzare le persone con disabilità. Il Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità raccomanda di 'reindirizzare risorse dall'istituzionalizzazione a servizi radicati nella comunità [...] per consentire alle persone con disabilità di vivere in modo indipendente su tutto il territorio nazionale' e ' garantire il conseguimento di un'occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso a tutti, comprese le persone con disabilità'".
Riassumendo, il Polo del Terrafino "è un errore, che costa, che seccherà gli investimenti sulle disabilità e che sarà fonte di sofferenza".

Elia Billero