Lavoro e disabili sono inconciliabili? Il punto a Pisa dei Delegati Lavoratori Indipendenti

"Inserimento e integrazione lavorativa delle persone disabili, parla di questo la legge sul "collocamento obbligatorio", la 68/99.

Quando parliamo di servizi di sostegno e di collocamento mirato probabilmente ci riferiamo ad un'altra epoca nella quale esisteva un collocamento pubblico e le Province svolgevano un servizio degno di questo nome. Sono svariate migliaia le persone alle quali è stata certificata la riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento o che hanno una invalidità superiore al 33 per cento, (accertata dall'Inail).

Molto si è fatto ma molto è ancora da fare, basta ricordare che numerosi enti pubblici sono in grave ritardo nella assunzione delle categorie protette e aziende private preferiscono ricorrere ai voucher, all'interinale e a una forza lavoro spremibile senza limitazioni.

Vorremmo capire se tutti gli enti pubblici pisani sono in regola con la percentuale delle assunzioni obbligatorie dalle categorie protette e vorremmo capire dalla Direzione provinciale del lavoro quali controlli abbia effettuato sulle aziende private.

La legge obbliga teoricamente i datori di lavoro ad assumere una certa quota di lavoratori iscritti alle categorie protette, nell'ottica di inserimento nella vita attiva e lavorativa delle persone disabili e di quanti si vedono riconosciute condizioni svantaggio (es. cechi e sordi, invalidi di guerra, orfani ecc.).

Nessuno in questi anni ha mai svolto un effettivo controllo sulla percentuale di assunzione dalle categorie protette, pochi controlli sul pubblico e ancor meno nel privato.

La banca dati del collocamento mirato è fallita ancora prima di realizzarsi, le circolari ministeriali sono di poco aiuto.

Numerosi luoghi di lavoro sono pieni di barriere architettoniche, negli stessi enti locali capita che un disabile in carrozzina non sappia dove parcheggiare e sia costretto a chiedere di lavorare in una sede decentrata che magari non ha ambienti con quei requisiti minimi necessari.

Numerose associazioni puntano direttamente il dito contro il jobs act (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/03/disabili-e-lavoro-ricorso-alla-ue-contro-il-jobs-act-discrimina-i-piu-gravi/2422219/) con la chiamata nominative che creerebbe nuove forme di caporalato.

Se sotto alcuni aspetti il Jobs act prevede normative piu' severe verso i datori di lavoro inadempienti in materia di assunzione di disabili, all'atto pratico accade il contrario.

Dal 2010 ad oggi ogni ente e azienda dovrebbe presentare un report per dimostrare il rispetto della legge e l'assunzione di una certa percentuale dalle categorie protette.Ma di questi report non c'è traccia alcuna.

Ad oggi i piu' disattendono questa procedura e gli enti pubblici sono sovente non un esempio da seguire".

Delegati e lavoratori indipendenti Pisa

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