Emesse diverse misure cautelari nei confronti di esponenti anarchici fiorentini indagati “per aver costituito un’associazione a delinquere in seno ai predetti ambienti che ricorreva alla pratica della violenza per affermare la propria ideologia”. La notizia è di oggi, martedì 31 gennaio, e l'indagine è condotta dalla polizia e dai carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica fiorentina. I particolari dell’operazione verranno resi noti in una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Firenze, alla presenza del Procuratore Capo dr. Creazzo.
Sono tre le persone arrestate, in esecuzione di misura di custodia cautelare ai domiciliari, nell'ambito dell'inchiesta della procura fiorentina su esponenti di area anarchica denominata operazione 'Panico'. Per altre 7 il gip ha disposto l'obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria. Inoltre è in corso di esecuzione il sequestro preventivo dello stabile conosciuto col nome di 'villa panico', nel parco di San Salvi a Firenze. L'edificio, spiegano gli investigatori, era "la principale base logistica dell'associazione per delinquere di ispirazione anarchica" scoperta nell'ambito delle indagini. I fatti contestati riguardano episodi di violenza commessi nel corso del 2016. I reati contestati sono, a vario titolo, violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, danneggiamenti di sedi politiche e edifici del centro storico oltre che di mezzi delle forze dell'ordine e di soccorso, porto di armi improprie, detenzione e trasporto di materiale esplodente, violenza privata e rapina impropria.
Sono complessivamente 35 gli indagati nell'inchiesta della procura fiorentina, condotta da polizia e carabinieri, nei confronti di esponenti dell'area anarco-insurrezionalista. Per tre il gip ha disposto gli arresti domiciliari, misura che, è stata precisato successivamente, è stata eseguita solo per due dei destinatari, un uomo e una donna. Un'altra donna, invece, è ricercata. Emesse altre 7 ordinanze dell'obbligo di dimora o di firma.
A 9 degli indagati per i quali è stata adottata una misura cautelare viene contestato il reato di associazione per delinquere ai cui vertici, secondo gli investigatori, ci sarebbero stati i due arrestati e la donna ricercata. Base operativa dell'organizzazione era l'edificio di 'villa panico', come era stato ribattezzato dagli stessi anarchici che lo avevano occupato abusivamente, nel parco di San Salvi. L'edificio è stato sequestrato questa mattina.
All'arrivo delle forze dell'ordine, impegnate sul posto con 250 uomini, gli occupanti si erano allontanati, ma sono stati rintracciati mentre si allontanavano a bordo di camper e portati in questura per essere identificati. Ancora in corso la perquisizione dell'edificio, dove questa mattina si è reso necessario anche l'intervento degli artificieri per un involucro sospetto - un cestino per i rifiuti pieno di fiori piazzato davanti all'ingresso - poi rivelatosi innocuo. Gli investigatori non escludono azioni di protesta da parte di gruppi anarchici in risposta agli arresti: "Siamo pronti a fronteggiare reazioni - spiegano - sia questa notte che nella giornata di domani". Servizi di sorveglianza delle forze dell'ordine sono stati disposti nei luoghi della città considerati obiettivi sensibili.
I FATTI (STRALCIO DAL COMUNICATO DI QUESTURA-CARABINIERI-PROCURA)
Gli episodi delittuosi pianificati ed eseguiti dalla predetta associazione, ricostruiti nell’indagine dalla Procura, percorrono tutto il 2016 ed in particolare riguardano:
• 14 gennaio 2016 – irruzione sede di CasaPound di via D’Annunzio:
a seguito del grave episodio di una tentata irruzione all’allora sede di CasaPound di via D’Annunzio da parte di oltre venti individui che, per la maggior parte incappucciati e armati di mazze e bastoni utilizzati per l’offesa alle persone, lanciarono al suo interno un potente artifizio pirotecnico “Red Thunder” (che fortunatamente non esplose, poiché altrimenti avrebbe provocato lesioni alle persone che si trovavano all’interno del locale), sono stati identificati tra i partecipanti all’azione 4 degli odierni indagati, nei confronti dei quali si procede a vario titolo in concorso per tentate lesioni aggravate, danneggiamento, imbrattamento, porto di armi improprie, detenzione e trasporto di materiale esplodente.
• 3 febbraio 2016 – esplosione di una bomba carta davanti alla sede di CasaPound:
per aver collocato e fatto esplodere una bomba carta da qualificarsi “per la concreta micidialità” come ordigno esplosivo” che ha provocato il danneggiamento della saracinesca della sede dell’associazione “Il Bargello” (CasaPound) e di un’autovettura parcheggiata dinanzi alla stessa, è indagata una persona componente del commando ripreso a porre l’ordigno e contemporaneamente a tracciare su una limitrofa parete delle scritte in solidarietà a tre militanti anarchici parmensi arrestati pochi giorni prima per un analogo attentato ad una sede di CasaPound di quella città.
• 4 febbraio 2016 – violenza e resistenza a P.U. nel corso di una manifestazione non preavvisata in P.zza Ghiberti contro la presenza di militari nelle città:
l’episodio si inserisce in una serie di iniziative volte a contestare la presenza nelle città di militari di pattuglia e già sfociate in scritte gravemente offensive o in dirette offese nei confronti dei militari in servizio di vigilanza alla vicina sede della Comunità Ebraica.
Pertanto, in relazione all’effettuazione di un’improvvisa manifestazione dello stesso tenore – priva di qualsiasi autorizzazione e verosimilmente volta ad andare a contestare direttamente i militari in servizio alla vicina Sinagoga – veniva inviato sul posto personale di Polizia per procedere all’identificazione ed all’allontanamento degli autori dell’improvvisata iniziativa. I poliziotti trovavano tuttavia viva resistenza nei manifestanti che si opponevano all’identificazione e poi, fisicamente, all’accompagnamento in Questura di alcuni di loro, innescando una colluttazione con gli agenti operanti. Per questi fatti sono state identificate dodici persone, denunciate a vario titolo per Resistenza a P.U., rifiuto di fornire le proprie generalità e manifestazione non preavvisata.
• 21 aprile 2016 – gravi incidenti con le FF.OO. in Lungarno Generale dalla Chiesa:
I fatti scaturiscono da una violenta e immotivata reazione da parte di un consistente numero di militanti anarchici nei confronti di una pattuglia dell’Arma dei Carabinieri impegnata ad identificare due giovani a bordo strada in Lungarno Generale dalla Chiesa.
A seguito delle ulteriori indagini relative ai partecipanti ai gravi episodi di aggressione citati, nel corso dei quali rimasero feriti otto operatori tra Carabinieri e Poliziotti e che portarono all’arresto nell’immediatezza di 3 persone, si è proceduto all’identificazione di ulteriori 7 persone ritenute responsabili, in concorso con gli arrestati, di lesioni personali e resistenza a P.U., nonché di danneggiamento aggravato alle autovetture di polizia al fine di impedire l’identificazione e l’accompagnamento presso gli uffici di polizia di alcuni altri partecipanti all’aggressione alle forze dell’ordine.
• 25 aprile 2016 – Fatti occorsi nel quartiere di Santo Spirito:
a seguito dei fatti e degli arresti dell’episodio sopra citato, nel pomeriggio/serata del 25 aprile, dopo il regolare svolgimento della consueta manifestazione antifascista in Santo Spirito, si verificò un’autonoma ed indipendente manifestazione da parte di una cinquantina di sodali dei predetti arrestati che, radunatisi in P.zza Tasso, scorrevano per lo più travisati le vie del quartiere.
Nel corso della manifestazione si registrarono consistenti imbrattamenti sugli edifici del quartiere, con scritte contro i fascisti, gravemente offensive e minacciose nei confronti delle FF.OO. e bestemmie e su un veicolo di soccorso, nonché ulteriori gravi comportamenti di violenza privata nei confronti di alcuni abitanti del quartiere costretti a vedere imbrattate le proprie abitazioni con le citate scritte e per tale motivo aggrediti fisicamente. Tali fatti culminarono poi con l’aggressione alla proprietaria di un bar della zona in seguito al furto di diverse bottiglie di alcolici da parte di alcuni dei predetti facinorosi, sfociato in una rapina impropria nei confronti della titolare che tentava di opporvisi.