Quando al dramma umano si legano gli 'intoppi' del sistema sanitario, ciò che rimane in bocca è un senso di sconforto confuso con la rabbia. È questo quanto ha voluto esprimere un lettore di gonews.it che racconta la propria vicenda personale accaduta giorni fa all'ospedale di Empoli.
Stavolta parliamo di una donna entrata nella struttura di viale Boccaccio la mattina alle 11 con un sospetto aborto, forti dolori e un'emorragia evidente. La donna ha subito il raschiamento solo all'indomani alle 17 del pomeriggio ed è stata rimandata a casa senza alcuna degenza, tanto che il giorno dopo è tornata al lavoro per poi finire nuovamente al pronto soccorso (ma di un altro ospedale) per una febbre sospetta. I fatti risalgono ai primi giorni di gennaio.
Questo il racconto del marito: "Mia moglie sospettava di essere incinta da circa un mese, ma non aveva mai fatto il test. La mattina non riusciva a stare in piedi dal dolore e perdeva molto sangue. Ci siamo recati in pronto soccorso, da qui ci hanno detto di andare nel reparto di maternità dove abbiamo aspettato per ore. Ho alzato la voce e finalmente mia moglie è stata visitata, ma nel bagno del reparto, una vergogna! ".
Ma la storia non finisce qui: "Ci hanno mandato a casa senza alcuna degenza dicendo che mia moglie poteva tornare a lavoro il giorno dopo". La donna così ha fatto, ma in tarda serata la febbre è salita e i coniugi la mattina successiva si sono recati al pronto soccorso di un altro ospedale, sempre dell'Asl Area Vasta Centro, dove a seguito delle visite hanno accertato che la febbre poteva essere una conseguenza naturale dell'intervento del giorno prima, e hanno dato 3-4 giorni di riposo.