Autonomia delle persone con disabilità, la testimonianza di Carrai

"Ho letto con attenzione il comunicato stampa integrale del Dipoi – coordinamento toscano delle organizzazioni per il durante e dopo di noi, sull'intervento previsto in via del Terrafino. Conoscendo bene quella vicenda, provo a svolgere una riflessione su cosa penso dell’autonomia delle persone con disabilità partendo dalla mia esperienza di genitore.

L’associazione Autismo Casa di Ventignano nasce per volere di alcuni genitori con in mente un'idea meravigliosa, il lavoro come strumento di crescita e integrazione per i propri ragazzi con autismo.
L'associazione nata nel 2012 ha fatto un duplice percorso di unione e confronto tra genitori e di proposta per un futuro diverso per i ragazzi.
Diverso da come viene universalmente pensato, libero da ogni istituto contenitore della medesima materia. Un futuro dignitoso come quello di chiunque altro.
Ancora non è giunto il momento per mio figlio per l'inserimento lavorativo, deve ancora finire le scuole dell'obbligo poi valuteremo il momento opportuno per l'ulteriore salto nel futuro...
Niccolò ha 14 anni ed è nato con un grave ritardo neuro psico motorio.
Non parla ma per fortuna riesce ad esprimere bene i propri sentimenti.
Questa è la sua ancora di salvezza, ognuno di noi ha la propria per la propria vita.
Una dote, una caratteristica, un dono che gli permetterà di tracciare la propria vita insieme agli altri, con gli altri.
L'obiettivo è forare il muro di ciascuno e agganciare come con un'ancoretta l'anima che ci sta dietro.
Questo sarà l'aggancio con la società che così conoscendolo saprà accoglierlo ed integrarlo in tutto ciò che sarà in grado di fare. Si perché anche lui qualcosa in questo mondo dovrà fare! Da genitore ho anche io le mie aspettative su di lui come lui stesso e riesco a capire che si impegna per non deluderle, a modo suo.
Spero di aiutarlo nel migliore dei modi possibile, come ogni altro genitore, a fargli trovare il suo posto, la sua vita libera, fuori, in piccolo gruppo.
Una persona a me cara ha sempre in mente una domanda "dove sarà mio figlio tra 10 anni?".
Ecco io ho la mia risposta, sarà in un piccolo appartamento in centro possibilmente in un piccolo paesino, una frazione, dove tutti si conoscono e si aiutano, dove basta un piccolo "supporto strutturato" per la propria vita indipendente, per la propria igiene e per la propria alimentazione per quanto necessario. Al resto pensano i colleghi ed eventuali tutor, una volta che ha preso l'autobus per recarsi sul posto di lavoro o presso la propria attività giornaliera.
Riuscirà a fare qualcosa soprattutto grazie all'abilità di chi lo affiancherà che dovrà andare di pari passo con la propria sensibilità ed empatia perché solo così sarà possibile credere in un mondo migliore dove tutti hanno bisogno di tutti.
Si parla di strutture, di istituzioni, si parla di risposte alla disabilità cognitiva, di presa in carico totale.
Tutto questo se da un lato potrebbe darmi la giusta tranquillità per un "dopo di me" per tutto ciò che concerne la salute di mio figlio, dall'altro mi fa pensare ad una privazione di tutte le emozioni che Niccolò si perderebbe nel rinunciare al saluto mattutino del panaio alla fermata del bus, al pizzaiolo abituato a vederlo mangiare una pizza con i suoi amici, al saluto affettuoso di tutti i compaesani che lo conoscono da quando era piccolo, alle parrucchiere, alle bariste del circolino, al giornalaio, ai vicini di casa, a tutti quegli incontri casuali delle tante persone che nell'arco della vita hanno condiviso con lui qualcosa.
Non riesco a vedere una "vita strutturata" sempre uguale tutti i giorni insieme ad operatori e altri ragazzi come lui, per bravi che possano essere i primi e gli altri sono però "altri da lui", da ciò che ha vissuto fino a quel momento.
La vita di Nik come la mia, come quella di tutti noi ha un proprio continuum di affetti e legami a persone, luoghi e oggetti, nessuno deve rivoluzionare la vita di nessun altro, anche solo per il rispetto dovuto all'IO dell'altro, alla sua volontà di essere quello che è sempre stato e in divenire quello che vorrà essere nel proprio futuro".

Alessandro Carrai
Associazione Autismo Casa di Ventignano
Associazione Amici di Nik

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