
"Io mi considero un condannato al giornalismo, perché non avrei saputo fare altro". Questa una delle tante frasi di Indro Montanelli, nato a Fucecchio, considerato tra i giornalisti italiani più rappresentativi del novecento e dotato di una scrittura di straordinaria concisione e limpidezza. Montanelli era in grado di spaziare dall'editoriale, al reportage, al corsivo pungente. Fu per circa quattro decenni l'uomo simbolo del principale quotidiano italiano, Il Corriere della Sera, e per vent'anni condusse un altro importante quotidiano fondato da lui stesso, Il Giornale. Sempre stato un'avanguardista, anche in questo caso potremmo dire, che a suo modo, nella sua lunga carriera, può essere stato tra i primi in Italia che si è occupato di giornalismo d'inchiesta.
Anche se, culla del giornalismo d'inchiesta o giornalismo investigativo sono sicuramente gli Stati Uniti. E' qui che tra il 1890 e il 1920 emerse un tipo di giornalismo caratterizzato da indagini di denuncia o corruzione. Tale forma pioneristica fece grande scalpore producendo spesso scandali. Il termine fu impiegato per la prima volta dall'allora Presidente degli Stati Uniti Roosevelt nel 1906. Qualunque sia il tema, il minimo comune denominatore del giornalismo investigativo è il tempo investito nel lavoro d'inchiesta.
Si può spendere mesi per preparare e sviluppare un'indagine giornalistica. Inoltre, mentre il giornalismo tradizionale si fonda su un criterio di assunzione di legittimità delle fonti ufficiali e istituzionali, il giornalista investigativo si basa su una ricerca di informazioni fondata sulle fonti primarie relative ad un fenomeno. Ad esempio, se un giornalista di un grande quotidiano basa un articolo sulle dichiarazioni dell'addetto stampa di una multinazionale, un giornalista investigativo va dalle persone coinvolte direttamente in un dato evento spesso entrando in rapporto con fonti confidenziali.
Per la sua natura il giornalismo investigativo viene svolto spesso da freelance svincolati dai tempi di redazione o da giornalisti d'inchiesta interni alle testate con un ampio margine di tempo e libertà d'azione. Vista la natura peculiare del suo lavoro, il giornalista investigativo si avvale dei seguenti strumenti: analisi di documenti di provenienza istituzionale (governo, parlamento), privata (multinazionale, centri di analisi privati) o scientifica (università e centri di ricerca). Open Source Intelligence, ovvero analisi di fonti aperte disponibili online e offline e fonti documentali di stampa.
Utilizzo della FOIA (Freedom of International Act) di ogni paese, per accedere a materiale documentale riservato o declassificato. Ovviamente tra le tematiche affrontante dal giornalismo d'inchiesta ci sono quelle riguardanti le attività della sfera criminale, come il terrorismo, il crimine organizzato, il traffico di essere umani, ed i temi riguardanti la corruzione. Il giornalismo investigativo rappresenta un'arma in più alla libertà di stampa, ricordando sempre però, che le parole sono potenti, devastano o costruiscono.
Giulia Meozzi