Coldiretti a favore dei voucher: "Non sono un virus, in agricoltura servono"

foto d'archivio

I voucher "non sono il virus che semina il lavoro nero, non hanno il copyright del lavoro nero" ma bisogna "correggere gli abusi" è quanto ha affermato il Premier Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno.

“Non siamo d’accordo con chi sostiene che il fenomeno del caporalato e del lavoro nero e precario sia stato alimentato dalla diffusione dei voucher per il pagamento dei lavoratori. Approviamo quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio – dice Tulio Marcelli Presidente di Coldiretti Toscana – perché l’impiego dei voucher in agricoltura in Toscana, secondo gli ultimi dati Inps, è sceso ad appena l’2% del totale a seguito della progressiva estensione degli ambiti oggettivi e soggettivi di utilizzo del lavoro accessorio che è andata di pari passo con l'aumento della vendita dei voucher”.

“Vogliamo sottolineare che i voucher introdotti in via sperimentale per la vendemmia nel 2008 ha perso radicalmente la sua connotazione agricola. Dei 7.900.000 voucher venduti in Toscana nel 2015 - dati forniti dal Bilancio Sociale Inps del 2015 - solo 168.000 sono andati al settore agricolo pari appena al 2% del totale, sono quindi altri i settori dove è esploso il fenomeno voucher”.

È in questo quadro che - sottolinea la Coldiretti - si vanno peraltro a collocare le novità introdotte dal decreto correttivo del Jobs Act, pubblicato in Gazzetta il 7 ottobre e che, per il settore agricolo prevedono da una parte un non irrilevante appesantimento burocratico (obbligo di comunicazione anticipata limitato ai soli 3 giorni successivi di prestazione), e dall’altra una limitazione economica (tetto di 2.020 euro per singolo committente).

Il quadro di prospettiva che ne consegue - conclude la Coldiretti - presenta, per il settore agricolo, profili di particolare criticità in quanto, non solo l’agricoltura si trova a dover pagare pegno per colpe che non le appartengono, ma soprattutto per il fatto che si intravede il pesante rischio di un arretramento nell’utilizzo del voucher ascrivibile sia all’appesantimento dell’onere burocratico (per 15 giorni di vendemmia dovranno essere effettuate almeno 5 comunicazioni anziché 1.

Ricordiamo che per il settore agricolo l’utilizzo dei voucher è esclusivo per pensionati e studenti e per le sole attività stagionali che presentano picchi di mano d’opera come la raccolta delle olive e la vendemmia.

“Servono pene severe e rigorosi controlli – sottolinea Antonio De Concilio Direttore di Coldiretti Toscana- che colpiscano il vero lavoro nero e lo sfruttamento, portando alla luce quelle sacche di sommerso che peraltro fanno concorrenza sleale alle imprese regolari che hanno intrapreso percorsi di legalità e trasparenza. E’ necessaria però anche una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, - prosegue - per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore perché non è possibile che le arance nei campi vengano sottopagate a 7 centesimi al chilo, i pomodori poco di più e 5 chili di grano valgono come 1 caffè”.

Fonte: Coldiretti - Ufficio Stampa

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