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Fabio Rovazzi, l'Harry Potter senza poteri

Come ogni anno ecco che arriva entusiasta il periodo delle meteore di dicembre, il momento in cui cadono giù dal cielo questi enormi massi fatti di note banali e canzoncine stanche già sentite: gli 'artisti' che ci cantano le musichette di natale. E allora via con Jingle Bells , let it snowwhite Christmas e per i più audaci/moderni white Xmas, roba da ficcarsi dei ferri arrugginiti nelle orecchie. Ma non disperate pubblico ammaestrato, al peggio non guardate con certezza.

Abbassate la luce se siete in ufficio o in casa, allentate la tensione di qualsiasi tipo e tenetevi pronti a farvi cadere le palle in terra, perché qui stiamo per affrontare una situazione scioccante e frustrante. Ricordate quel secchino del trattore in tangenziale che ha dato l’oscillazione estiva a tutti i bambini quest’estate? Si dai, quel Fabio Rovazzi, il tizio senza talento di Andiamo a comandare. Porca miseria, mi sento male solo a scriverlo, è tornato ! Adesso, mettetevi una mano davanti alla bocca, la reazione alla Roberto Benigni in Berlinguer ti voglio bene è comprensiva, ma non perdiamoci d’animo solo per un altro stupidissimo e brevissimo tormentone, magari non funzionerà e risparmieremo l’odio per il benedetto inverno, credo.

Dal giustissimo declino di Emma Marrone, che finge un isolamento meditativo in America (che il Signore ci salvi), all’esaurimento pubblicitario dei The Kolors (anche in questo caso Signore risparmia il nostro spirito e concedigli un lavoro altrove) sembrava fatta, un paio di mesi con le filastrocche di natale, un pe-pe-pe di capodanno e via, verso il 2017. E invece no! Il “tormentone” vuole espandersi conquistando anche la stagione invernale. Ora, capisco il desiderio di imporsi nelle  classifiche con successi immediati, ma qui stiamo oltrepassando ogni limite immaginabile, andando addirittura a forzare il mercato della musica pop. O forse sto valutando l'uscita musicale con la testa di una singola persona, la mia, non considerando che il mercato della musica è stabile come quello economico. Allora forse, siamo davanti ad un cambiamento che mette, come spesso abbiamo detto, la musica in secondo piano e il mercato in primo.

Fino a qualche decennio fa, non è difficile ricordarlo, esistevano vere e proprie aziende che avevano il compito di scavare tra la poltiglia umana per portare a galla talenti e artisti in grado di attirare, con voce e musica, milioni di lire e milioni di apprezzamenti. Il lavoro del manager, all’interno di una casa discografica o di una etichetta, era paragonabile al ruolo dell’ingegnere. Figure losche e pericolose che si aggiravano per localetti di periferia in cerca del talento da strizzare e formare, buttare in pasto al pubblico per poi levigar  via lo strato ruvido, trasformando la statua in un opera d’arte.

E attenzione , detta così non sembra esserci differenza con quello che accade con il mondo attuale dei talent, ad esempio. Errore! Strizzare, formare, esser dati in pasto e farsi levigare da un mestierante della musica significava percorre un percorso formativo dal basso, correndo rischi, mettendo in discussione del lati scorretti per la carriera e testare i propri limiti, solo così ci sarebbe stata l’opportunità di incidere il proprio nome nell’Olimpo della musica; la famosa Gavetta. In tutto il mondo c’erano queste figure perverse e geniali, determinate a cambiare per sempre (con delle novità che rispecchiassero il bisogno dell’ascoltatore) il mercato della musica. E adesso ?

Adesso tenetevi forte. Si perché se da un lato la tecnologia ha dato spazio a tutti con i social e i canali musicali gratuiti, dall’altra ha creato un nuovo concetto di successo musicale. Nelle famose case discografiche del passato c’era un ufficio chiamato "One Shot" composto da pubblicitari e dottori del marketing addetti alla ricerca del successo immediato senza troppa fretta, la tredicesima mensile per tutti. Un modo impostato e freddo per raggiungere immediatamente la massa e vendere in poco tempo, facendo un sacco di soldi. Era un ufficio essenziale per periodi di magra produttiva per un’azienda che non era in grado di sfornare talenti con costanza e metodicità. L’arte della musica è fatta dagli uomini no? Non da macchine. E allora ecco che nel 2016 comincia la rivoluzione, il cambiamento, la svolta, il tassello che si stacca dal puzzle e chiama a sé le altre stanche pedine. E questo rende tutti più inquieti e superficiali.

Allora via, con una semplicissima indagine/ricerca sul web si può raggiungere il gusto della gente facendo, con altrettanta facilità, una media e arrivare così all’idea semplice che con poco sforza darà il massimo risultato. Sintetizzatori a manetta, cassa fissa, un cretino che sviene ogni 10 secondi, un testo ridicolo facile da far arrivare nelle conversazioni sui social, un balletto e via che il successo è garantito. È tutto così semplice che la rivoluzione credo sia già cominciata. Che diavolo di senso ha per un musicista (che è li per guadagnare visto che sarebbe il suo lavoro) non prendere l'esempio da Rovazzi? Chi non sfrutterebbe questa geniale e schifosa idea? Per questo Fabio Rovazzi ci riprova. E fa pure bene!

Un ritmo senza variazioni fastidiose (dice) e un nuovo ritornello martellante, questa è Tutto molto interessante di Rovazzi,  quasi una fotocopia della prima andiamo a comandare. La stessa semplice ironia, che con pochissime pretese “artistiche” a sto giro mette al centro la propria figura prendendosi scherzosamente in giro (ditemi che è tutto uno scherzo) e raddoppia gli ospiti/amici nel video: Fabio De Luigi, Enrico Papi, Fedez, J-Ax, ecc... ditemi che non avete voglia di andare a vederlo su Youtube, vi prego.

Questo, credo, sarà il futuro per l’industria della musica, immagini passeggere, slang e musichette provenienti da quello strano mondo dei social, che appiattiranno ulteriormente un mercato già sanguinante e putrido. Fabio Rovazzi non sarà certo il Robespierre di questo cambiamento, ma di sicuro il primo (insieme ai produttori Fedez e J-Ax) che ha intuito le potenzialità. Adesso preparatevi a canticchiare come idioti questo ritornello da idioti per ascoltatori idioti. Per ultima cosa vi chiedo di comprendere il mio atteggiamento presuntuoso e saccente, è solo una difesa che uso per combattere psicologicamente questa roba che ci ostiniamo a chiamare musica, invece di appioppargli il giusto nome:  letame pubblicitario.

Per chiudere, se volete, posso invitarvi il martedì sera dalle 22:00 su Radio Lady Empoli per Go music www.radiolady.it  Toscana Fm 97.7 e 102.100 per portare avanti la nostra musica da invasati. Un’ora di serenità e compagnia, senza dimenticare la replica della domenica alle 21:00. Vi aspetto!

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