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Misericordia: torna il fascino della Vestizione, rito che resiste al tempo

Un momento della Vestizione dell'anno scorso

<Ricevi la veste della Misericordia, segno ed impegno per una vita esemplare: conservala con cura e portala con fierezza>. Non perde mai il suo fascino, il rito della Vestizione dei nuovi fratelli della Misericordia di Empoli. E non solo per chi lo deve compiere o l'ha già fatto, ma anche per chi semplicemente vi assiste o per la presenza di un familiare, di un amico o semplicemente perchè si reca alla Messa del sabato alle 18.30 in Collegiata. Sotto quella veste nera col cordiglio al fianco e quello strano cappuccio sono conservati infatti valori eterni, un modo particolare di concepire il servizio, è una veste che racchiude in sè tutto il significato di un cammino di carità cristiana iniziato a Firenze nel lontano 1244 ed ancora oggi più che mai attuale, come testimonia anche il numero di coloro che domani vi parteciperanno.
La Vestizione segna l'ingresso vero e proprio dei nuovi fratelli nel corpo della Misericordia, il loro passaggio da 'aspiranti' a 'giornanti', il loro presentarsi di fronte alla comunità cristiana empolese con a fianco un padrino, il loro acquisire tutta una serie di diritti all'interno dell'associazione. Ma, al di là delle questioni tecniche, è soprattutto il momento nel quale chi compie il rito pronuncia di fronte all'altare il suo sì, proprio come in un matrimonio, a quello che la veste significa: semplicità, anonimato, carità. Valori che arrivano da lontano e che, seppur in un momento storico nel quale certi aspetti sembrano ormai persi, conservano ancora la loro forza emotiva e concreta anche fra i giovani, capaci di capire ancora oggi, in questo mondo sempre più virtuale e spersonalizzato, la grandezza di chinarsi su chi ha bisogno solo per spirito di servizio, senza cioè chiedere niente in cambio, e con quel tocco di umanità che spesso vale più di una medicina.
E quella di domani sarà una Vestizione, se possibile, ancora più speciale. Cade infatti pochi giorni dopo la fine dell'anno giubilare della Misericordia e un passo della Lettera Apostolica 'Misericordia et misera' di Papa Francesco non è caduto nel vuoto: <Concluso questo Giubileo è tempo di guardare avanti e di comprendere come continuare con fedeltà, gioia ed entusiasmo a sperimentare la ricchezza della Misericordia>. Così domani, oltre a vestire i nuovi fratelli, anche tutti gli altri rinnoveranno le loro promesse, un piccolo ma significativo rito nel rito che arricchirà ancora di più il carico di valori di una celebrazione già di per sè suggestiva. La strada iniziata 772 anni fà a Firenze prosegue: c'è chi l'ha già intrapresa, chi sta per farlo, chi lo farà. Tutti insieme in nome della carità cristiana e nascosti sotto quella veste nera, così semplice ma così meravigliosamente significativa: Iddio ve ne renda merito.

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