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Assegno studenti Infermieristica, la proposta di Marras (GD)

Raffaele Marras (da Facebook)

“Nei giorni scorsi è scoppiata la contestazione contro la decisione della Giunta Regionale di cancellare gli assegni previsti per gli studenti meritevoli frequentanti il Corso di Laurea Triennale in Infermieristica. Questo tipo di assegno esiste in Toscana dal 2000, quando la Regione lo introdusse per incentivare le iscrizioni a questo Corso di Laurea,  vista la carenza di personale specializzato che c'era allora; un fabbisogno che, invece, oggi è venuto meno per effetto del riallineamento fra domanda ed offerta. Fino ad oggi, per beneficiare dell'assegno, le studentesse e gli studenti dovevano, entro il 30 aprile, aver sostenuto tutti gli esami dell'anno di riferimento con una media non inferiore a 22. L'importo dell'assegno ammontava a circa 955,45 euro per il primo anno, 1926,71 per il secondo e 3227,86 per il terzo”, dichiara Raffaele Marras, segretario regionale dei Giovani Democratici della Toscana.

“In 16 anni la Regione ha speso su questa misura 44 milioni di euro – continua Marras -  Nel 2016 gli assegnatari in Toscana sono stati 1861, per una spesa di 4,6 mln di euro, così ripartiti: 441 al primo anno, 589 al secondo, 831 al terzo.  A nostro avviso, in questa vicenda, ci sono due questioni importanti, che si incrociano:
1) non ė corretto cambiare le regole in corsa, perché le ragazze ed i ragazzi che hanno scelto il Corso di Laurea in Infermieristica lo hanno fatto pensando che avrebbero beneficiato degli assegni come i loro predecessori (ci riferiamo a chi ha frequentato nel 2015/2016 il primo ed il secondo anno, mentre coloro che erano al terzo sono adesso laureandi o laureati)
2) è necessario superare la politica dell'assegno a favore di una misura che valorizzi il contributo che tante ragazze e tanti ragazzi esercitano negli ospedali toscani, contribuendo così all'efficienza del nostro sistema sanitario.

Non è ammissibile che i tirocini finiscano per essere sfruttamento nė che questi studenti siano costretti a sostenere spese non rimborsate per svolgere un'attività didattica che di fatto ė un  vero e proprio lavoro, pensiamo in particolare ai turni di notte o a quanto fatto nelle realtà più piccole con poco personale”.
“La nostra proposta è pertanto questa:
1) continuare a garantire l'assegno, che di fatto è ad esaurimento, per coloro che hanno già intrapreso il percorso accademico con questa modalità. Si tratta di 1.030 studenti che, ipotizzando raggiungano tutti la media del 22 e sostengano tutti gli esami  (cosa statisticamente difficile), richiederebbe una spesa di circa 2,7 milioni di euro.
2) utilizzare gli 1,8 mln di euro restanti, rispetto alla cifra impiegata nel 2016, per dare un rimborso spese per le ore di tirocinio e per il viaggio agli studenti del primo anno di Infermieristica e delle Professioni Sanitarie come da Bando di Concorso (ostetricia, igiene dentale, radiologia, dietistica, riabilitazione psichiatrica etc.)”.

“Si darebbe inizio così ad un percorso che andrebbe a regime completo entro due anni,  sostituendo l'erogazione degli assegni. Questa proposta, quindi, non solo continuerebbe a riconoscere l'importante apporto dei circa 1.000 studenti di Infermieristica per la sanità toscana,  ma verrebbe ad allargarsi anche ai 600 studenti delle Professioni Sanitarie, che non fanno di certo un tirocinio inferiore in termini di contributo al sostentamento degli ospedali – conclude Marras - Una misura del genere avrebbe un impatto ridotto (circa 2 mln di euro per anno di studio*) sulle casse della Regione,  ma rappresenterebbe senz'altro un riconoscimento per quanto fatto da tante ragazze e tanti ragazzi,  che permettono alla sanità toscana di migliorare e rinnovarsi. Siamo terra di diritti e buona sanità, continuiamo ad esserlo”.

* La cifra è calcolata ipotizzando un rimborso spese medio mensile di 400 euro per 3 mesi annui.
Il rimborso spese può essere modulato in base alla distanza fra il proprio indirizzo di domicilio e il luogo in cui si esercita il tirocinio formativo, prevedendo un minimo ed un massimo (es. min 300 - max 500 euro mensili).

Fonte: Ufficio Stampa

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