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Corruzione, arrestato il direttore dell’Ato Toscana Sud. Tre interdetti dai pubblici uffici

Per i reati di turbativa d'asta e corruzione, misure cautelari per quattro persone e tra questi figurano anche nomi illustri. Quest'oggi la guardia di finanza di Firenze ha dato esecuzione l’ordinanza di applicazione di misure cautelari emesse dal gip Matteo Zanobini del Tribunale di Firenze, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Giuseppe Creazzo, nei confronti di 4 soggetti per reati di turbativa d’asta e corruzione. Andrea Corti, direttore generale dell'Ato Toscana Sud, è al momento agli arresti domiciliari mentre è stata applicata la misura cautelare dell’interdizione dai pubblici uffici nei confronti di 3 professionisti toscani. Eros Organni, 51 anni, ad del consorzio Sei Toscana che si aggiudicò l'appalto da 3,5 mld, e per Marco Buzzichelli, 54 anni, legale rappresentante della società mandataria del consorzio Siena Ambiente di cui è ad, "pienamente coinvolto nella vicenda", appunta il gip.

I particolari dell’operazione Clean City saranno forniti alle ore 10.45 di oggi mercoledì 09 novembre nel corso della conferenza stampa che si terrà presso la Procura della Repubblica del Tribunale ordinario di Firenze.

La conferenza

Secondo le indagini della Fiamme gialle è emerso un sistema di "commistione" tra controllori e controllati per cui gli indagati avevano concordato preliminarmente, nonostante i ruoli distinti ed incompatibili fra loro, i dettagli della procedura di aggiudicazione nonchè la redazione materiale dei documenti. Così, in una conferenza stampa, gli inquirenti hanno spiegato che di fatto il bando di gara era strutturato "su misura" per favorire il raggruppamento con a capo Siena Ambiente e per scoraggiare eventuali altri concorrenti inserendo nel bando stesso clausole particolarmente vessatorie. L'appalto nel 2013 fu effettivamente aggiudicato a Siena Ambiente con un consorzio di 6 imprese. Sempre per le indagini, il direttore generale dell'Ato Toscana sud avrebbe ottenuto guadagni illeciti per oltre 380mila euro, tramite compensi che figuravano come consulenze, prestazioni d'opera professionale o altri costi tipo rimborsi spese. L'indagine, come hanno evidenziato il procuratore Giuseppe Creazzo e il procuratore aggiunto Rodrigo Merlo, è scaturita da una segnalazione anonima molto dettagliata, "con particolari che non si potevano trascurare".

Clausole speciali inserite appositamente nel bando di gara per il ciclo dei rifiuti nell'Ato Toscana sud permisero a Siena Ambiente di non avere concorrenti e di aggiudicarsi l'appalto: è quanto in una conferenza stampa hanno evidenziato gli investigatori della guardia di finanza di Firenze sull'inchiesta per la gara da 3,5 miliardi di euro. In particolare, è stato spiegato, i concorrenti dovevano presentare alcune precise caratteristiche come aver maturato nell'anno precedente 80 milioni di fatturato, aver già esperienza per bacini di utenti da 600 mila abitanti, avere a disposizione impianti specifici, anche di smaltimento e termovalorizzazione dei rifiuti, dover garantire al precedente gestore crediti dalla riscossione della TIA per almeno 10,5 milioni di euro. Indicazioni che poteva soddisfare, hanno sottolineato gli investigatori, solo Siena Ambiente, tanto è vero che due colossi del settore si ritirarono nella fase finale e decisiva del bando. Dalle indagini è anche emerso che il direttore generale di Ato Toscana sud, nella fase dell'appalto, era in costante contatto con consulenti del proprio ente e consulenti di società e studi professionali che gravitavano intorno al raggruppamento di imprese che poi avrebbe vinto la gara, per dare le disposizioni utili a "cucire" il bando affinchè il gruppo di Siena Ambiente se lo aggiudicasse. Tra questi studi professionali, anche uno studio legale con sede a Firenze.

Il coinvolgimento degli altri tre

Di Organni il gip rileva l'aver svolto "un ruolo determinante tanto nella turbativa della gara di appalto quanto nel consentire a Corti di ottenere consistenti pagamenti di denaro costituenti il prezzo della corruzione"; "è stato indubbiamente il 'cervello' della parte privata dell'operazione corruttiva e ha palesato spregiudicatezza e forte conoscenza dei meccanismi dell'azione amministrativa muovendosi con modalità insidiose". Interdetto dalla professione legale e anche da attività di imprenditore l'avvocato di Firenze Valerio Menaldi, che si occupò dell'assetto giuridico del bando da 3,5 mld; egli "ha continuato - scrive ancora il gip - imperterrito nella gestione 'personalizzata' delle gare per appalti pubblici dove ha dimostrato di sapersi muovere con estrema disinvoltura" ed "è soggetto privo di scrupoli nel turbare gare di appalto alle quali partecipa con continuità".

Nessuna misura per altri due indagati, l'ex onorevole dei Ds Fabrizio Vigni, 60 anni, poi presidente di Siena Ambiente fino alle dimissioni del marzo 2016, e per l'avvocato Tommaso D'Onza, 43 anni di Firenze. Vigni, afferma il gip, "pur avendo indubbiamente concorso alla corruzione, attraverso l'insidioso meccanismo dell'avallo dell'operato del Corti", "risulta tuttavia aver dismesso le cariche fin dal marzo scorso all'esito della perquisizione operata dal pm" e "non vi sono evidenze che abbia ripreso l'attività illecita o possa reiterare delitti" dello stesso tipo. D'Onza "ancorché pienamente coinvolto nella procura di gara truccata", spiega il gip, "non risulta evr successivamente svolto altra attività" ed essendo passati due anni e non sembrano necessarie misure. La procura aveva chiesto il carcere per Corti e l'arresto ai domiciliari per gli altri cinque indagati.

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Le parole del pm

Questa è un'altra tappa del tentativo di combattere la corruzione in ambito pubblico, fenomeno da cui pare che nemmeno in Toscana si sia immuni": è il commento del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo all'inchiesta sul maxi appalto da 3,5 miliardi di euro per la gestione dei rifiuti ad Arezzo, Siena e Grosseto, che ha portato all'arresto del direttore generale dell'Ato Toscana sud e all'interdizione dai pubblici uffici di 3 professionisti, tra cui un avvocato fiorentino.

"Il direttore generale dell'Ato Toscana sud - ha spiegato Creazzo - ha fatto mercimonio delle proprie funzioni pubbliche al fine di favorire un intreccio di intese davvero sconcertante a vantaggio dell'aggiudicatario dell'appalto e traendone vantaggi personali. Ha agito nonostante le incompatibilità funzionali. Controllati e controllori agivano insieme per raggiungere il risultato comune di far ottenere l'appalto ad un preciso raggruppamento di imprese".

Decisiva per l'inchiesta sulla maxi-gara sui rifiuti da 3,5 mld truccata, l''agenda delle cene' trovata al direttore generale dell'Ato Toscana sud, Andrea Corti, 50 anni, arrestato per corruzione e turbativa d'asta. "Nell'agenda personale del direttore dell'Ato Toscana sud - spiega il procuratore aggiunto Rodrigo Merlo - la guardia di finanza ha individuato appuntamenti di cene, incontri, meeting prima, durante e dopo la gara. Sono almeno 40 incontri coi consulenti per dare indicazioni. Vi sono scritti ordini del giorno inequivocabili" per assecondare l'assegnazione dell'appalto a Siena Ambiente e alle società collegate nella gara. "Inoltre la corrispondenza telematica è sconcertante e impressionante", aggiunge il pm. Gli investigatori hanno lavorato "su armadi pieni di documenti, con documenti pubblici e personali". Controllate le singole fatture e il percorso dei compensi andati a società e consulenti coinvolti nel maxi-appalto del ciclo dei rifiuti nella Toscana sud.

La sua fame di denaro viene definita imbarazzante

"La spregiudicatezza" del direttore dell'Ato dei rifiuti Toscana sud "Andrea Corti nella gestione della cosa pubblica e la sua 'fame' di denaro appare, per certi aspetti, imbarazzante". Lo scrive il gip Matteo Zanobini disponendo gli arresti domiciliari per il principale indagato dell'inchiesta sul bando da 3,5 mld truccato in Toscana. La procura aveva chiesto il carcere ma il gip ritiene sufficienti gli arresti domiciliari accompagnati "da divieto assoluto di incontri e colloquio" con soggetti diversi dai familiari.

"Il rischio che il Corti prosegua nella vendita della funzione" pubblica, ha anche scritto il gip Zanobini, "e si presti a nuove forme di corruzione è quanto mai concreto e rende indispensabile adottare un rimedio cautelare di contenimento che gli precluda di reiterare delitti" della stessa specie "mantenendo le posizioni pubbliche e i molteplici contatti e relazioni intessute". L'ingegner Andrea Corti, ha anche rilevato il gip Zanobini, "costituisce il motore e il promotore dell'attività illecita; non pago dello stipendio quale professore universitario (all'università di Siena, ndr) e dell'importante remunerazione economica quale direttore dell'Ato Toscana Sud, da pubblico ufficiale ha venduto la funzione, ha fatto costante mercimonio dei propri poteri, piegandoli a esigenze private per finalità di prestigio personale e, soprattutto, di lucro ponendosi a disposizione di privati 'pagatori', intraprendendo con loro, in straordinario conflitto di interessi, attività imprenditoriali". Corti deve stare i domiciliari nella sua casa di Poggibonsi (Siena).

Il procuratore aggiunto di Firenze, Rodrigo Merlo, parlando delle indagini della guardia di finanza, ha riferito che "l'inchiesta è partita dalla nota di un anonimo indirizzata a questa procura, alla Gdf e alla Corte dei conti. Sono scritti che spesso non vanno molto al di là del pettegolezzo quelli anonimi, ma stavolta c'erano informazioni di dettaglio che non potevamo trascurare. Così la guardia di finanza, partendo da fonti aperte, materiali reperiti su Internet, ha dato il via alle indagini", iniziata nel 2014, mentre la gara di appalto era stata bandita nel 2010 e assegnata nel 2013. "E' emerso che l'appalto ha favorito un privato da parte di una realtà pubblica - ha aggiunto Merlo - quando invece sarebbero dovuti sussistere criteri di imparzialità per evitare commistioni e conflitti di interessi"

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