Chi meglio di un medico che ha potuto parlare direttamente con Umberto Veronesi può ricordare il professore, ex ministro e straordinario oncologo? Per questo riceviamo e pubblichiamo le memorie del dottor Giammaria Fiorentini, ex primario di oncologia dell'allora Ausl 11, diretta da Alessandro Reggiani.
"E’ scomparso il Professor Veronesi. Molti lo ricorderanno e lo celebreranno. Io ho questi ricordi.
Ero preoccupato del mio nuovo incarico di Primario all’Ospedale S. Giuseppe di Empoli. Avevo già una bella esperienza in Oncologia, avevo lavorato in centri oncologici rinomati.Avevo le idee chiare, andavo subito al punto. Ma mi sembrava che i pazienti non mi credessero. Non accettavano quanto io indicavo e consigliavo loro, almeno non subito.
Gli scrissi chiedendogli di venire ad Empoli per fare una conferenza, per creare più fiducia e per dare entusiasmo. In fondo Empoli la conosceva e l’apprezzava, era una delle primissime città che aveva accolto la sua campagna contro il fumo di sigarette.
Mi rispose scrivendomi una lettera dicendo che per i tanti impegni, nel 2001 era ministro della sanità, non poteva .
Ed aggiunse:” ricordati che le persone hanno paura della malattia, devi capirlo e dargli modo e tempo di comprendere, incoraggiale, dai loro la speranza. Vedrai allora che ti seguiranno”. Lo compresi e mi imposi di farlo sempre. Le cose andarono bene, sempre meglio. Avevo sempre la completa collaborazione dei pazienti, e la loro gratitudine.
“Pronto Professore, sono il Dott. Fiorentini, c’è un giovane oncologo che fa il cameriere di notte per frequentare di giorno l’ospedale, in America. Lo possiamo aiutare? E’ bravo lo conosco, è stato con me”
“Dove frequenta?”
“Nel reparto di Surgical Oncology a Providence, Rhode Island, dal professor Harold Wanebo.”
Dopo 2 settimane il giovane oncologo aveva una borsa di studio biennale della European School of Oncology. Smise di fare il cameriere di notte, si specializzò in Oncologia Toracica. Venne poi assunto dell’Ospedale americano. Ha sposato una farmacista di origini giapponesi ed ha 2 figli. Da 4 anni è diventato cittadino americano . Sua madre vive in una cascina nel mantovano e non mi ha mai perdonato di averlo aiutato a studiare in America.
“Pronto Professore, c’è un giovane collega americano Orlando Silva di Miami, Florida. Ha una bella idea vuole scrivere un libro da tenere nella tasca del camice. Sul tumore della mammella basandosi solo sugli studi più recenti, più innovativi tralasciando quanto già conosciuto. Nessun editore americano l’ha considerato”.
“Mandalo alla stazione di Lucca, sono in Toscana nel fine settimana, lo vado a prendere io”.
Lo prelevò alla stazione, si parlarono e dopo 4 mesi venne pubblicata la prima edizione di “Breast Cancer : a practical guide” il libro è giunto ora alla terza edizione. Il dott. Silva è oncologo all’Università di Miami e ogni anno si reca in Guatemala e Perù per curare gli indigenti.
Negli anni ’90 molti italiani andavano all’estero per le cure oncologiche, circa 25.000. Soprattutto per le cure che in Italia ancora non si facevano: certi tipi di interventi chirurgici, alcune chemioterapie e le terapie locoregionali.
Il prof Veronesi ci incoraggiò: “ Create una società scientifica che si occupa delle terapie locoregionali, trattiamo direttamente il tumore, riduciamolo e rendiamo la chirurgia meno estesa. Dobbiamo rispettare l’integrità fisica e spirituale dei pazienti”..
E così assieme ad un gruppo di ricercatori creammo la Società Italiana di Terapie Locoregionali Integrate in Oncologia (SITILO). Dalla sua fondazione nel 1992 il numero di pazienti che si recavano all’estero per terapie locoregionali complesse si è praticamente azzerato.
Un suo collaboratore il dott Vaglini fu il primo presidente della SITILO. Io divenni presidente nel 2006-2008.
A 17 anni era partigiano e scampò fortunosamente alla morte. In uno dei suoi libri disse che considerando il dolore che la guerra ed i tumori causano all’uomo Dio non esiste.
Sua madre diceva il rosario tutti i giorni, ma lui abbandonò la fede e divenne ateo. Riteneva che valesse la pena vivere per sostenere, curare e migliorare la vita dei pazienti. Solo con la conoscenza e lo sviluppo della scienza si può migliorare il mondo . Un mondo aperto a tutti, dove tutti possano avere una possibilità.
Grazie Professore."