E' cominciata qualche ora fa la manifestazione dei 'No Renzi, No al referendum' di Firenze e il corteo ha provato a dirigersi verso il centro.
Dopo essersi fronteggiati per pochi minuti con il cordone di agenti i manifestanti hanno acceso alcuni fumogeni e hanno iniziato a tirare petardi e molti ortaggi contro i poliziotti.
La polizia attestata su via Cavour, ha reagito con una carica verso l'adiacente piazza San Marco dove si erano concentrati i partecipanti. Rimossa anche una barriera fatta con oggetti ingombranti, mentre i manifestanti, ancora nella piazza stanno spostando alcune dei materiali di un vicino cantiere.
I manifestanti hanno divelto interamente il cantiere in piazza San Marco e ora si sono asserragliati tra piazza San Marco e la vicina piazza Santissima Annunziata. Secondo le prima informazioni ci sarebbero contusi tra le forze dell'ordine.
Gli scontri di piazza in corso a Firenze non raggiungono la Leopolda. Nella ex stazione va avanti la kermesse renziana, con gli interventi dal palco sulle riforme. E della protesta giungono gli echi solo attraverso le notizie che rimbalzano dagli smartphone. Il sindaco Dario Nardella, che segue da vicino gli sviluppi della vicenda, è tornato alla Leopolda dove ne ha parlato con il premier Matteo Renzi e a breve dovrebbe intervenire dal palco.
Il traffico nel tratto dei viali di circonvallazione dove si trova il corteo No Renzi è stato bloccato e la manifestazione si sta dirigendo verso i Lungarni. In testa un furgoncino dal quale vengono lanciati slogan. Le forze dell'ordine sono schierate in modo da evitare che i manifestanti imbocchino le strade che da quel punto conducono verso il quartiere di Santa Croce, nel centro cittadino.
Un gruppo di manifestanti ha cercato di dirigersi verso il centro storico da piazza Beccaria dove il corteo si è fermato per un comizio improvvisato. La polizia ha respinto il gruppo ed è stato lanciano qualche lacrimogeno. Nei tafferugli iniziali un giovane sarebbe stato portato in questura: "Resteremo qui finchè non sarà liberato", è stato annunciato dall'altoparlante montato sul furgone per il comizio improvvisato. "Renzi deve fare i conti con questa piazza", è stato ancora detto dopo aver criticato le forze dell'ordine per la "complicità" con il governo nell'aver cercato di impedire la manifestazione di oggi.
Si è sostanzialmente conclusa la manifestazione dei 'No Renzi, no al referendum': il corteo si è sciolto dopo un comizio volante in piazza Beccaria. Come è stato fatto durante il percorso del corteo i manifestanti hanno tracciato scritte contro il governo sul palazzo dell'archivio di Stato.
I partecipanti al corteo, alcune centinaia, stanno abbandonando la piazza e i gruppi venuti da fuori città vengono sorvegliati dalle forze dell'ordine mentre raggiungo la stazione di Santa Maria Novella.
E' di un ferito lieve e di due contusi tra le forze dell'ordine e di un numero imprecisato di contusi tra i manifestanti il bilancio dei tafferugli di oggi a Firenze in occasione della manifestazione 'No Renzi, no al referendum'.
Uno dei manifestanti è stato fermato e portato in questura. Tra le forze dell'ordine alcuni contusi non sono ricorsi alle cure mediche. Il poliziotto ferito lievemente è stato colpito ad una gamba, forse da un grosso petardo in Piazza San Marco, dove è stato fermato il manifestante. Gli altri due agenti sono rimasti contusi nei tafferugli tra via della Colonna e via della Pergola.
Sono 12 gli agenti rimasti feriti o contusi negli scontri di oggi a Firenze, dieci dei quali per ustioni dovute ad esplosione di grossi petardi o bombe carta: queste ultime contenevano, secondo quanto reso noto dalla polizia, anche schegge di metallo. Altri sono stati feriti dal lancio di pietre probabilmente prese dal cantiere di piazza San Marco, dove i manifestanti si sono ritrovati nonostante la prescrizione di riunirsi nella vicina piazza Santissima Annunziata. Le prognosi per feriti e contusi vanno da 3 a 20 giorni. Le recinzioni metalliche del cantiere sono state divelte da terra ed usate dai manifestanti per tentare di forzare il cordone della polizia. La questura aveva chiesto nei giorni scorsi la messa in sicurezza dell'area dei lavori, giudicandola troppo vicina al punto di ritrovo.
Leopolda: manifestanti 'No Renzi', non accettiamo divieti
"Lo abbiamo già detto ieri e lo ribadiamo ora non accettiamo il divieto imposto dal questore, il concentramento è previsto per le 15 ed è nostra intenzione arrivare alla Leopolda".
Così Luca Toscano, uno degli organizzatori della manifestazione che è partita questa mattina da piazza San Marco a Firenze, con lo slogan 'No a Renzi, No al referendum'.
Secondo gli organizzatori della manifestazione "il presidente del consiglio continua con la sua idea folle verso questa città e verso il Paese che considera il cortile di casa sua".
Alla manifestazione sono presenti anche rappresentanti arrivati da Venezia (il comitato No alle grandi navi), dalle Marche, dalla Campania: "Siamo qui per rappresentare una realtà sociale che alla Leopolda non è rappresentata quella dei giovani che lavorano con i voucher, della persone sotto sfratto, la nostra è una piazza aperta", hanno concluso gli organizzatori della manifestazione.
"Cogliamo l'occasione continuano gli organizzatori per annunciare una grande manifestazione il 24 novembre a Roma, con un concerto, musica e parole per dire No alla riforma Costituzionale".
"Oggi in Italia c'è un problema di democrazia - spiegano ancora -, ma da oggi dobbiamo decidere noi, il popolo quali sono i nostri bisogni e la riforma costituzionale va nella direzione opposta".
"Siamo qua - hanno concluso gli organizzatori parlando con i giornalisti - per dire che se Renzi vuole confrontarsi con noi nel merito delle riforma noi siamo a Firenze e vogliamo andare alla Leopolda". Tra i manifestanti anche gli esponenti del Comitato contro il salva-banche. Numerosi gli striscioni contro Renzi ed il governo.
"So che i manifestanti volevano espressamente arrivare in piazza Duomo, e non so cosa sarebbe potuto accadere se fossero arrivati fin lì". Lo ha detto Dario Nardella, sindaco di Firenze, a proposito degli scontri verificatisi alla manifestazione "No a Renzi" di oggi nel centro cittadino. Nardella ha parlato a margine dei lavori della seconda giornata della Leopolda.
Oggi a Firenze "abbiamo messo in pratica quanto abbiamo ripetuto nelle scorse giornate: la legittimità a esprimere dissenso e le ragioni del no al referendum nonostante divieti, vergognose imposizioni, attacchi e intimidazioni indegne". Così in una nota il comitato "Firenze dice no" commenta la manifestazione di oggi nel capoluogo toscano. "In tutti i modi - prosegue il comunicato - si è cercato di impedire che si potessero rappresentare le ragioni di chi si oppone a questo governo e alle conseguenze di una riforma costituzionale che sa di autoritarismo e di ulteriore accentramento del potere nelle mani di pochi. Avevamo detto che non avremmo accettato lo scandaloso divieto di manifestare imposto dalla questura, che non saremmo stati confinati in piazza San Marco, ma che saremmo andati a portare le ragioni del No fin sotto la Leopolda, dove Renzi e suoi figuranti del Pd come al solito si rintanavano lontani dalla società reale".
"La polizia si è comportata come la guardia privata di Renzi, assumendosi la responsabilità politica di mettere a tacere il dissenso per conto del premier" ma, si spiega, "cariche, lacrimogeni, fermi non sono riusciti a fermare la nostra capacità di comunicare a tutto il paese che il governo Renzi è il governo dell'austerità, dell'attacco ai diritti, dell'impoverimento generale. E che per questo va sfiduciato in ogni modo, nelle piazze e nelle urne, il 4 dicembre". "C'è una parte del paese che sta alzando la testa, che non si beve più le baggianate di Renzi e che sa che bisogna riconquistarsi diritti e dignità tutti insieme, come successo oggi. Torneremo in piazza il 27 Novembre a Roma - conclude la nota - per una nuova grande giornata di mobilitazione popolare di massa ad una settimana dal voto sul referendum".
Scontri in piazza S. Marco, Nardella: "Manifestare è un diritto, ma usare la violenza e attaccare la città solo per avere visibilità é meschino e vergognoso"
"Giù le mani da Firenze". Dario Nardella è intervenuto dal palco della Leopolda a Firenze per condannare le violenze di piazza scaturite dalla manifestazione per il No indetta in città. Nardella, che è rimasto in contatto con la Questura da Palazzo Vecchio, è arrivato trafelato alla ex stazione dove è in corso la kermesse renziana e ha raccontato a chi lo incrociava: "Ci sono andati giù pesante...". Poi ne ha parlato con il premier Matteo Renzi e infine è salito sul palco per condannare la violenza.
"Manifestare è un diritto, ma usare la violenza e attaccare la città solo per avere visibilità é meschino e vergognoso". Lo ha detto il sindaco Dario Nardella appresa la notizia degli scontri tra Polizia e manifestanti per il No in piazza San Marco.
"Dire no è legittimo, sfasciare Firenze è inaccettabile - ha continuato il sindaco -. Esprimo la solidarietà mia personale e della città ai due agenti che per il momento risultano essere rimasti feriti, mentre stavano svolgendo il loro lavoro".
Fratoianni: manifestanti caricati nuova democrazia?
"Fanno la Leopolda, blindano la città di Firenze, vietano un corteo di protesta contro il governo. E per finire, poco fa vengono caricati a manganellate i manifestanti che hanno sfidato il divieto di manifestazione. Sono queste le prove generali della nuova democrazia dopo la riforma costituzionale?". Lo scrive su Facebook Nicola Fratoianni dell'esecutivo nazionale di Sinistra Italiana.
Leopolda: Fiano, nessun tipo di violenza è accettabile
"Nessun tipo di violenza è accettabile, ancora di più è per noi inaccettabile vedere scene di manifestanti, cosiddetti antagonisti, che per manifestare il loro dissenso picchiano e feriscono agenti di polizia, come è successo in queste ore a Firenze. Il nostro abbraccio va agli agenti feriti. La democrazia italiana è più forte delle frange violente che non accettano che sia il popolo a decidere con il referendum del futuro della nostra Costituzione. Saranno i cittadini come deve essere in una democrazia matura come quella italiana". Lo afferma Emanuele Fiano, deputato del Pd.
Leopolda: Ncd, solidarietà alle forze dell'ordine
"Piena vicinanza e solidarietà agli agenti delle forze dell'ordine che sono rimasti feriti negli scontri oggi a Firenze con i comitati del No. Come al solito gli antagonisti, i centri sociali, black bloc trasformano il confronto in scontro e non hanno alcun rispetto delle regole e delle istituzioni. Il referendum deve essere un momento di riflessione sul futuro dell'Italia senza un imbarbarimento del dibattito. Per questo invitiamo tutti a moderare i toni per non spaccare l'Italia in fazioni avverse". A dirlo è Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra.
Leopolda: Rosato, a Firenze inaccettabile violenza
"A Firenze inaccettabile violenza contro la #polizia a cui esprimiamo vicinanza e solidarietà. Democrazia più forte di ogni prepotenza". Lo scrive su twitter Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera.
Leopolda: No Renzi; Mazzeo (Pd), ok diritti, no guerriglia
"La libertà di manifestare è e resterà sempre sacrosanta. Abbiamo e avremo sempre rispetto per chi ha idee diverse dalle nostre. Ma gli atti di guerriglia urbana messi in atto oggi a Firenze sono semplicemente inqualificabili, ancor di più in una città che è da sempre simbolo di dialogo, di tolleranza, di civiltà. Non sarà mai giustificabile chi pensa di poter imporre le proprie idee con la violenza. Mai". Così su facebook il vicesegretario del Pd della Toscana Antonio Mazzeo.
Leopolda: Zanda, vicini alle forze dell'ordine e ai feriti
"Ogni dissenso va espresso e liberamente manifestato. Ma è inaccettabile che, per farlo, si usi la violenza, si devasti una città e si feriscano agenti di polizia, come è purtroppo accaduto a Firenze nelle ore scorse. Voglio esprimere solidarietà e vicinanza agli agenti feriti e alle Forze dell'ordine che ogni giorno mettono a repentaglio la propria incolumità per difendere la nostra democrazia e le nostre libertà". Lo afferma il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda.
Sulla manifestazione e gli scontri a Firenze così Mario Razzanelli:
"Quanto successo oggi pomeriggio a Firenze é gravissimo. L' errore forse però è stato a monte quando si é deciso di vietare la manifestazione. Sarebbe utile perció conoscere i motivi che hanno portato la Questura a esprimersi in tal senso, tanto da blindare il perimetro della Leopolda, per non alimentare il sospetto che sia stato un ordine pregiudiziale, dunque politico. Una manifestazione del Si sarebbe stata ugualmente vietata?"
Leopolda: Alfano, volevano fare dei danni a Firenze
"Coloro i quali hanno protestato" alla a Firenze in occasione dell'incontro alla Leopolda "non facevano riferimento all'articolo della Costituzione sulla libera manifestazione del pensiero: volevano e potevano fare dei danni alla città di Firenze e noi lo abbiamo impedito.
Credo proprio che le nostre forze dell'ordine meritino un grande ringraziamento". Così in serata, a Potenza, il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha risposto a una domanda dei giornalisti sugli scontri a Firenze.
Gli scontri a Firenze "testimoniano ancora una volta - ha aggiunto il Ministro - l'efficienza delle nostre forze dell'ordine". Alfano ha ringraziato "in primo luogo i ragazzi delle forze dell'ordine che sono rimasti in qualche modo contusi in questa protesta. Ho già fatto pervenire al Capo della Polizia la mia vicinanza: fortunatamente - ha concluso Alfano - non si tratta di gravi contusioni però di certo c'è che questa è la prova di un clima che lì si è realizzato e ha portato alcuni agenti a rimanere feriti".
La Polizia di Stato: "Impedito ai facinorosi di ostacolare la vita democratica"
La gestione dei servizi di ordine pubblico di oggi pomeriggio a Firenze in occasione della Leopolda e della manifestazione a Roma "ha impedito che ristretti gruppi di facinorosi potessero ostacolare le legittime iniziative della vita democratica e civile del nostro Paese". Lo fa saper la Polizia di Stato. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ringrazia così i responsabili delle forze dell'ordine, tutti gli uomini e le donne della Polizia di Stato impegnati nei servizi, "per l'equilibrio e la professionalità dimostrata". Il prefetto ha inoltre espresso sentimenti di vicinanza ai poliziotti rimasti contusi "per l'impegno e l'abnegazione dimostrata".
Leopolda: Brunetta, scontri di piazza da 2 irresponsabilità
"#Leopolda #Renzi #Rosato 'Gli scontri di piazza a Firenze sono il risultato di due irresponsabilita': quella di chi non ha autorizzato la manifestazione, e quella di chi ha ceduto a questa provocazione. La nostra solidarieta' va innanzitutto alle forze dell'ordine, schiacciate tra queste due irresponsabilita'. Quella di chi ha la responsabilita' del governo del Paese ci pare la piu' grave e pericolosa'. Cosi' Tomaso Montanari, vicepresidente di Liberta' e Giustizia, dopo i tafferugli di oggi nel centro di Firenze. Che dicono Renzi, Rosato, Carbone, Marcucci, la Morani? Anche Libertà e Giustizia sta con chi devasta? O magari il governo ancora una volta si è comportato in modo dilettantesco? La perdita di consensi del governo sta dando alla testa a quelli del Pd...". Lo dichiara Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.
La solidarietà del sindacato di polizia per le forze dell'ordine
“Ancora una volta siamo costretti a registrare violenze inaccettabili contro Operatori delle Forze dell’Ordine impegnati nei servizi di sicurezza. A Firenze diversi nostri colleghi sono stati massacrati di botte dai cosiddetti antagonisti, che altro non sono che delinquenti che scendono in piazza con l’obiettivo di fare del male a chi veste una divisa”. E’ quanto afferma Franco Maccari, Segretario Generale del COISP - il Sindacato Indipendente di Polizia. “Episodi come quello di oggi non sono casuali o episodici: c’è una precisa strategia di violenza contro le Forze dell’Ordine che viene condotta in maniera parallela all’attività politica e mediatica del Partito dell’Anti-Polizia. Ci sono politici e giornalisti che predicano l’odio alla luce del sole, e bande di delinquenti che lo mettono in pratica con il volto coperto da caschi e passamontagna e con la certezza di restare impuniti. Tutto ciò nel silenzio scandaloso di chi è sempre pronto a gridare allo scandalo quando si profila la pur minima possibilità di accusare un Agente di un errore nell’adempimento del dovere. Siamo solidali con i nostri colleghi rimasti feriti dai cosiddetti antagonisti, che predicano pace e tolleranza, ma nei fatti cercano soltanto il sangue di chi veste una divisa”.
