
Nonostante la questione burocratica gli impedisca di scendere in campo coi compagni, Enrico (nome di fantasia del 15enne) non si perde né un allenamento né una partita della propria squadra. E a chi gli chiede: "Perchè non giochi?" lui risponde: "Problemi col cartellino"
Non può giocare perché manca la firma del genitore sul cartellino, ma Enrico (nome di fantasia) segue tutte le partite del Limite Calcio dalle tribune e partecipa a ogni allenamento. E' la storia di un ragazzo di 15 anni che aspetta soltanto di poter scendere in campo insieme ai compagni la domenica.
Enrico sta infatti attenendo la firma della madre, i suoi genitori sono divorziati, sul cartellino per poter diventare ufficialmente un tesserato della società giallorossa. Non basta quella del genitore locatario (l’affidamento è condiviso) e il 15enne è quindi costretto a guardare i compagni preparare in allenamento gli schemi per la partita.
Questo però non ferma il giovane che continua ad allenarsi ogni volta con la propria squadra, seguendo tutte le partite dei propri amici e compagni. Quando è in tribuna spesso gli viene chiesto: "Tu perché non giochi?". Lui però non si scompone e risponde sempre: "Problemi col cartellino".
La questione di Enrico è finita davanti a un giudice, ma sono mesi che la situazione è bloccata dalla burocrazia. "Chi deve difendere i diritti di Enrico cosa fa? - si chiedono i genitori dei piccoli calciatori della Limite Calcio - Cosa si sta aspettando per riconoscere il suo diritto a divertirti in maniera sana e gioiosa, giocando a calcio insieme ai suoi amici?".
Giorgio Galimberti
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