
Stamani alle 10.30 in Palazzo Vecchio si è tenuta una seduta di Commissione di Consiglio Comunale (Divisione 6, urbanistica) appositamente dedicata alla questione della ventilata alienazione dal patrimonio della Regione Toscana, del complesso di Villa Fabbricotti, inclusa tra i 32 cespiti che la Regione sta vendendo, in base a asserite esigenze di una somma di fattori tra mancato utilizzo degli immobili in questione, il loro degrado e la necessità di cassa per fare investimenti. Villa Fabbricotti, col suo ampio parco, è uno storico polmone verde della popolosa zona Romito-Vittoria, da decenni ormai in sofferenza per una fittissima urbanizzazione, e ora più prezioso che mai a seguito dei pesanti impatti a seguito di nuove infrastrutture alle quali l'Amministrazione sta procedendo nell'area, mentre ancora altre ne vengono paventate proprio in questi giorni.
Il Comitato Villa Fabbricotti, presente con alcuni dei suoi associati, ringrazia anzitutto il Consigliere comunale Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze a Sinistra, che fin dai primi tempi si è dimostrato sensibile alla vicenda, e ha presentato in Commissione la mozione, discussa oggi, affinché il Comune di Firenze, titolare della destinazione urbanistica, negasse ogni cambio di destinazione del parco Fabbricotti diversa dall'uso pubblico. E anzi, il Comune chiedesse alla Regione di rinunciare all'iter di vendita, già stato avviato all'inizio dell'estate scorsa per tutti gli immobili in questione. Tale iter ha trovato per il complesso Fabbricotti un pronto interessamento da parte di INVIMIT, società immobiliare pubblica che a sua volta provvederebbe ad alienare il bene a privati, atto dopo il quale il Comitato esprime seri dubbi su qualunque permanenza dell'uso pubblico del parco.
Era presente, per la Regione Toscana, l'assessore al patrimonio Vittorio Bugli, che segue la vicenda su incarico del Presidente Regionale, Enrico Rossi. Dall'introduzione di Bugli si è compreso che l'interesse sul complesso Fabbricotti verte a convertirlo in una struttura ricettiva, un albergo. Si tratta di una destinazione alla quale la Villa non potrebbe essere destinata senza che la nuova proprietà reclamasse per sé, ad uso esclusivo, la parte più prestigiosa del parco: quella sommitale con il tempietto neoclassico e la cappellina, l'area panoramica prospicente il c.d. "albero della pace", nonchè il piazzale verde sotto la Villa, con fontana. E' chiaro che alla struttura ricettiva dovrebbe essere riservato, recintandolo, anche l'ampio parcheggio attiguo alla Villa, con il relativo vialetto di accesso. D'altronde, queste considerazioni possono ragionevolmente valere anche per destinazioni d'uso private diverse da quella alberghiera.
Vi è un civile dissenso da parte del Comitato per cui la questione, come ha detto l'Assessore Bugli, verta principalmente sul fatto che quello che interessa ai cittadini è che permanga l'uso del parco, a prescindere dalla nuova destinazione della Villa. Il Comitato Fabbricotti osserva infatti che, per chiunque abbia visto con i suoi occhi Villa Fabbricotti e conosca la sua storia, vi è una anche logica unitarietà di struttura tra il parco, la Villa e le sue pertinenze, tale da sconsigliarne una divisione che, a palmare evidenza, sacrificherebbe gli utenti del parco, lasciando a loro la parte più ristretta e "povera". Mentre, al tempo stesso, la divisione non potrebbe soddisfare un eventuale compratore, che vorrebbe poter disporre liberamente dell'intera proprietà.
A meno che, come giustamente osservato dal medesimo Assessore Bugli, il compratore non fosse, esempio, un Ente culturale o universitario intenzionato a concepire la gestione del complesso Fabbricotti come essa è già, in pratica, al momento: Villa riservata ad Uffici Regionali e di Associazioni, e parco integralmente libero per i cittadini. Ma anche una università andrebbe bene, certo!..Che è poi la posizione che il Comitato Fabbricotti aveva tempestivamente espresso, i primi di luglio, al Presidente Rossi, in unalettera aperta a lui indirizzata con i nomi di 260 cittadini, e una petizione su Change.org, con più di 900 firme: https://www.change.org/
Conforta il Comitato l'aver constatato che, in seduta di Consiglio, la posizione di mantenere l'integrità e la pubblica disponibilità del prezioso complesso sia stata espressa anche dalla Consigliera Miriam Amato(gruppo Alternativa Libera). Anche Stefania Collesei (PD, lo stesso colore del maggioranza regionale) ha espresso una posizione assonante, includendo addirittura Villa Fabbricotti nel sistema dei parchi cittadini a nord-ovest.
La mozione presentata da Grassi non è stata votata, poiché la maggioranza si è espressa per procedere a ulteriori approfondimenti della vicenda che incrocia le competenze di Comune e Regione, rimandando la decisione a breve.
Intanto il Comitato si chiede: Come è stato possibile arrivare a questo punto? Come è possibile che la Regione Toscana si debba trovare finanziariamente così a mal partito, da dover provare a vendere i gioielli di famiglia, le cose che servono davvero alla città, agli anziani, alle mamme con i bambini, ai cani e ai loro padroni, a tutti quei cittadini che chiedono, in una Firenze sempre più invivibile, di poter almeno respirare una boccata d'aria in santa pace?...
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