Caporalato e voucher, Coldiretti: "Siamo in campo per contrastarli"

foto d'archivio
La recente indagine della Procura di Prato sul fenomeno del Caporalato in alcune aree agricole toscane ha posto di nuovo l’attenzione su questa piaga.
“Il nostro impegno per combattere tutte le forme di illegalità è concreto e di alto profilo come dimostrato con l’istituzione del nostro Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare con la guida del magistrato Gian Carlo Caselli – dice Tulio Marcelli Presidente di Coldiretti Toscana”. “In modo particolare – prosegue - siamo in campo per un forte contrasto al caporalato poiché penalizza lavoratori agricoli ed imprese oneste”.
Coldiretti sostiene con forza tutte quelle iniziative volte a riaffermare in ogni circostanza i principi di legalità e i diritti dei lavoratori ed è per questo che auspichiamo una veloce approvazione da parte della Camera del ddl sul contrasto al caporalato promosso dal Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dal Ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
Al tempo stesso abbiamo sostenuto con determinazione, in sede di Comitato di Sorveglianza del PSR toscano, di escludere dai bandi per i contributi previsti dal Programma di Sviluppo Rurale tutti i soggetti condannati in via definitiva per sfruttamento del lavoro minorile, nero e sommerso.
Servono pene severe e rigorosi controlli che colpiscano il vero lavoro nero e lo sfruttamento, portando alla luce quelle sacche di sommerso che peraltro fanno concorrenza sleale alle imprese regolari che hanno scelto un percorso di trasparenza.
“E’ necessaria anche una grande azione di responsabilizzazione di tutta filiera – dice Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana - dal campo alla tavola, per garantire che dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore, è per questo che denunciamo con forza come non è possibile che il grano,, come altri prodotti, nei campi sia sottopagato al punto di non rendere sostenibili i costi di produzione”.
Non siamo d’accordo con chi sostiene che il fenomeno del caporalato sia stato alimentato dalla diffusione dei voucher per il pagamento dei lavoratori. L’impiego dei voucher in agricoltura è sceso al minimo di appena l’2% del totale a seguito della progressiva estensione degli ambiti oggettivi e soggettivi di utilizzo del lavoro accessorio che e' andata di pari passo con l'aumento della vendita dei voucher.
“Vogliamo sottolineare che i voucher introdotti in via sperimentale per la vendemmia nel 2008 ha perso radicalmente la sua connotazione agricola. Dei 7.900.000 voucher venduti in Toscana nel 2015 - dati forniti dal Bilancio Sociale Inps del 2015 - solo 168.000 sono andati al settore agricolo pari appena al 2% del totale, sono quindi altri i settori dove è esploso il fenomeno voucher”.
Oltretutto con il recente decreto correttivo del Jobs Act sono state introdotte regole stringenti per il settore agricolo come la comunicazione anticipata limitata ai soli 3 giorni successivi di prestazione e la limitazione economica con un tetto di 2.020 euro per singolo committente.
L’agricoltura si trova a dover pagare pegno per colpe che non le appartengono, ma soprattutto per il fatto che si intravede il pesante rischio di un arretramento nell’utilizzo del voucher per le pesanti limitazioni previste solo per il settore agricolo sia per l’aggravio burocratico che per l’utilizzo esclusivo di pensionati e studenti e per le sole attività stagionali.
Fonte: Ufficio Stampa