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"Ho 37 anni e nessuno mi vuole a lavorare": l'Odissea di un empolese

"Ciao, mi chiamo Manuele Bacchi, ho 37 anni, sono di Empoli e non trovo lavoro". Così si è presentato al telefono, e poi di persona, questo ragazzo, non in cerca di lavoro presso la nostra redazione, ma con la voglia di la sua storia fatta di porte chiuse in faccia ogni giorno. "Mi sono rivolto a molte agenzie interinali e al Centro per l’Impiego, ho dato il mio curriculum personalmente anche ad aziende e in Comune", ci spiega Bacchi.

La situazione è disperata, tanto che Bacchi sta continuiando a lavorare 'a nero' pur di guadagnare qualcosa e dare dignità alla sua vita. "Prima del 2009 - racconta - facevo l’operaio a Lamporecchio, mi occupavo di stampaggio su materiale plastificato. Avevo un contratto a termine di un anno che poi è scaduto e sono rimasto senza".

Con queste difficoltà adesso Manuele Bacchi vive ancora con i suoi, in attesa della telefonata che possa svoltare la giornata. "Questa è la faccenda che più mi scoccia, non mi contatta nessuno. Mi sento un disabile del lavoro per come è messo ora questo Paese. Godo di buona salute, ma a 37 anni sono considerato già vecchio". Anche i corsi di formazione, "l'Haccp, il corso sulla sicurezza, quello del primo soccorritore e il patentino per il muletto" rimangono lettera morta se non applicati.

L'appello finale qual è? Un semplice "datemi l'occasione di lavorare" e se 37 anni fossero troppi per offrire il proprio contributo nel mondo del lavoro "datemi la pensione se alla mia età sono troppo vecchio”. Istituzioni e mondo del lavoro quindi sono chiamate con urgenza per dare voce al caso di Manuele Bacchi e dei tanti altri che, troppo giovani per la pensione, sono stati espulsi per colpa della crisi e delle ristrutturazioni aziendali.

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