
Potrebbe essere quasi una “storia di rete” antesignana, di tanti “like” e di “condivisioni” molto prima che esistessero i social network, quella che spiega il perchè, negli anni '50, tanti cittadini piceni, e quasi soltanto dei Comuni di Cossignano e Ripatransone, abbiano scelto proprio Certaldo, per emigrare e proseguire, nella campagna toscana che si andava spopolando, la loro vita di mezzadri.
E' questo uno degli aspetti che emerge dal lavoro appena realizzato dalla certaldese Martina Dani, laureatasi alla Università di Siena, Dipartimento di scienze politiche, sociali e cognitive, nel Corso di laurea in Discipline etno-antropologiche, con la tesi “Marchigiani in Val d'Elsa - Emigrazione e radicamento di famiglie mezzadrili nella crisi rurale del secondo dopoguerra”, con relatore la professoressa Simonetta Grilli.
La presenza a Certaldo dei Comuni di Cossignano e Ripatransone nel weekend appena concluso, è stata anche occasione per presentare al Comune di Certaldo, e alle istituzioni marchigiane, questo lavoro.
La tesi è un'originale ricerca etnografica sull’emigrazione di mezzadri marchigiani in Val d’Elsa, fatta con dati demografici, interviste e osservazione sul campo, che la ricercatrice ha potuto fare forte anche del fatto di essere lei stessa di origine marchigiane. Dagli anni '50 al 1984 arrivò in Val d’Elsa un'ondata di marchigiani, circa 450 individui, che nella maggior parte si stabilì a Certaldo e dintorni. Tutti sono mezzadri che all’epoca della crisi rurale per poter rimanere contadini e salvaguardare la famiglia vennero in Val d’Elsa a riempire i vuoti lasciati dagli ex mezzadri toscani trasferitisi all’industria e in paese. Ma la grande presenza di piceni, soprattutto di Ripatransone e Cossignano, a Certaldo, non si spiega se non con la rilevanza assunta dalle reti di richiamo nel processo di trasferimento: così, come si erano spopolate contrade a Ripatransone e Cossignano, si andavano ripopolando le campagne di Certaldo; la frazione di Sciano, ad esempio, conta due terzi della popolazione di origine marchigiana.
Lo studio, che analizza poi alcune famiglie esemplari, arriva fino alle seconde e terze generazioni di oggi, che vivono sul podere comprato negli anni Cinquanta o in appartamenti vicini ai genitori, mentre chi si è trasferito in paese mantiene un piccolo appezzamento di terreno, rimarcando l’affezione alla terra tipica del mezzadro e ridefinendo se stessi come proprietari con un mix di elementi marchigiani e toscani, come la parlata: parole toscane ma con un ritmo marchigiano.
“Ringraziamo Martina Dani per il lavoro svolto con passione e serietà – dice l'assessore ai gemellaggi, Clara Conforti, che ha omaggiato Martina Dani di un mazzo di fiori insieme al sindaco Giacomo Cucini, al Presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Paolo D'Erasmo, già sindaco di Ripatransone, al sindaco di Cossignano, Roberto De Angelis, al vicesindaco di Ripatransone, Alessandro Ricci – una ricerca che ci fa capire meglio la ricchezza della nostra comunità e che sarà di sicuro occasione per approfondire l'amicizia con le popolazioni di Ripatransone e Cossignano che, come questo studio dimostra, hanno con noi legami ben radicati, che il patto di amicizia siglato nel 2007 ha portato in evidenza e che tante soddisfazioni sta dando alle nostre comunità”.
Fonte: Comune di Certaldo - Ufficio Stampa
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