"Abbiamo già evidenziato come a condivisibili enunciazioni quali lo sviluppo sostenibile, cibi a chilometri zero, alimenti biologici, energia pulita e simili, sovente non fanno seguito i fatti, anzi la realtà spesso risulta diametralmente opposta.
Abbiamo messo in evidenza la inopportunità della utilizzazione dei fanghi degli scarichi civili e industriali per la concimazione dei terreni agricoli, pratica che cozza vistosamente con tutti i bei discorsi che si fanno sulla necessità di praticare una sana alimentazione.
Analoghe considerazioni si possono fare anche sull’inopportuno utilizzo dei terreni limitrofi alle discariche.
Non è infrequente constatare che a poche decine di metri da una discarica si coltivino derrate alimentari. E presumibile che ciò avvenga nel pieno rispetto della normativa in materia, ma è fuor di dubbio che questa sia una pratica assolutamente inopportuna e fatta in barba agli ignari consumatori i quali certamente non utilizzerebbero prodotti alimentari coltivati a ridosso di una discarica.
Logica elementare vorrebbe che intorno ad una discarica l’unica piantagione possibile potesse essere una albereta. Solo dopo l’albereta e comunque sempre a notevole distanza dalla discarica dovrebbero autorizzarsi le coltivazioni di prodotti destinati alla alimentazione umana e animale. Principio semplice da comprendersi, ma nonostante la sua logicità ad oggi l’area di comporto intorno alle discariche vietata alle coltivazioni destinate alla alimentazione risulta estremamente ridotta.
Intorno alle discariche se non addirittura nelle immediate vicinanze non è infrequente vedere pascolare animali destinati alla alimentazione umana. Ci chiediamo se ciò sia regolare e opportuno. Le Autorità preposte al controllo della salute pubblica fanno qualcosa per impedire che i latticini o le carni che vanno sulle tavole dei consumatori provengano da animali che pascolano a ridosso di discariche?
Alcune volte a ridosso delle discariche si costruiscono impianti sportivi frequentati quotidianamente da centinaia di persone molte delle quali in giovane età. Anche in questo caso c’è da domandarsi se ubicazioni di tale tipo siano opportune e se i controlli dell’Autorità sanitarie sono svolti con la frequenza e l’approfondimento che tali situazioni richiederebbero ed infine se di tutto ciò si da adeguata informazione alla cittadinanza la quale il più delle volte è assolutamente ignara di frequentare aree a rischio o comunque problematiche.
In Italia la costruzione degli inceneritori è sempre stata fortemente osteggiata perché a torto o a ragione gli inceneritori sono da molti considerati impianti produttori di fumi dannosi alla salute. Quindi la politica degli ultimi decenni è stata quella di più discariche e meno inceneritori. Se però il risultato di tale politica deve essere quello di vivere gomito a gomito con le discariche, forse il rimedio si è rivelato peggiore del male".