Acqua sporca, mancanza di fogne, contatori obsoleti o assenti, distacchi selvaggi, bollette pazze. Il caso Gaia approda nella commissione Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Stefano Baccelli (Pd). Attraverso l’audizione del comitato Acqua alla Gola di Massa, si riaccendono i riflettori sul gestore idrico toscano, a capitale pubblico, che dal 2005 gestisce i servizi idrici integrati (ossia captazione, adduzione, distribuzione di acqua e di fognatura e depurazione delle acque reflue, nonché di smaltimento dei fanghi residui) di 48 Comuni tra le province di Lucca, Pistoia e Massa.
I rappresentati del comitato nato per “uscire da Gaia”, già forte di 20mila firme raccolte attraverso cortei e manifestazioni “sempre pacifiche”, sono arrivati in palazzo Panciatichi per una revisione normativa: “Se la legge è sbagliata, si può e si deve cambiare” hanno detto chiedendo anche l’istituzione di una “commissione regionale d’inchiesta per la non leggibilità delle bollette”.
Le preoccupazioni e gli appelli rivolti ai commissari sono stati oggetto di un serrato confronto. Monia Monni (Pd) e Elisa Montemagni (Lega), rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato per la qualità dell’acqua e della gestione dei rifiuti, sono state concordi nel voler affrontare le urgenze sollevate. “Abbiamo già concordato, all’interno del Comitato, di chiamare Gaia in audizione per capire quali sono gli scenari e le volontà che il gestore intende seguire” ha detto Monni. “Ci stiamo occupando da tempo della mala gestione di Gaia” ha osservato Montemagni ricordando che la priorità sono i cittadini.
“Un percorso di approfondimento deve essere avviato subito” ha detto il presidente Baccelli ipotizzando un’audizione dei vertici di Gaia anche in commissione e rilevando la necessità di un “approccio pragmatico e nel merito delle singole problematiche”.