A seguito della presentazione del progetto di riorganizzazione del gruppo Snai e della conseguente apertura del tavolo nazionale per gestire a livello di gruppo la crisi che sta attraversando l'impresa,la direzione aziendale non ha mai abbandonato l'idea di tentare di gestire attraverso rapporti diretti e unilaterali con i dipendenti i trasferimenti e gli esuberi, percorso che si è rilevato ovviamente fallimentare. In questi ultimi giorni l'azienda ha di nuovo convocato le maestranze attraverso i capi reparti per cercare di convincere i lavoratori di uno specifico reparto a fare accordi personali riguardo l'orario di lavoro, cambi di mansioni e cambi di sede lavorativa.
Riteniamo il comportamento aziendale preoccupante e scorretto, che segna anche un profilo di smarrimento nell'idea di gestire il cambiamento. L'imprenditore non è libero di esercitare i suoi poteri direttivi, gestionali ed organizzativi in modo tale da condizionare o influenzare i lavoratori nella loro libertà decisionale, soprattutto in una fase di "crisi".
L'azienda è tenuta all'osservanza dei principi di buona fede e correttezza, in particolare modo nei momenti più delicati e difficili. Qualsiasi percorso che va oltre le normali relazioni sindacali ed il rispetto dei ruoli, abbiamo il dovere di contrastarlo affinché nessun lavoratore subisca pressioni indebite o si trovi da solo ad affrontare situazioni di tali complessità. In questi mesi di incontri con l'azienda abbiamo provato a delineare le basi di un possibile percorso che dal nostro punto di vista deve risentire della massima garanzia per tutti i lavoratori.
Tuttavia dai comportamenti aziendali riscontrati in questi giorni notiamo che probabilmente l'azienda tenta ancora di attuare meccanismi che non porterebbero da nessuna parte e che abbiamo il dovere di contrastare anche attraverso azioni di mobilitazione come quella indetta dalla Rsu Snai. Nell'incontro previsto per il 10 ottobre ci aspettiamo il definitivo passaggio di fusione societaria, un piano di rilancio e di garanzia definitivo concordato con le organizzazioni sindacali perché il tempo che avevamo a disposizione e' concluso.
Massimo Braccini, coordinatore nazionale FIOM gruppo Snai