Gli scontri tra La Pira e la macchina amministrativa del Comune, i viaggi in treno insieme a Bartali intento a imprecare contro il Banco di Napoli, la scalata sul Monte Bianco per il centenario dei vigili urbani fiorentini, le 'battute' della signora Bargellini in occasione dell'alluvione. Sono alcuni degli aneddoti della Firenze degli '50 e gli '60 racchiusi nella testimonianza lasciata da Sergio Giachetti nel libro “La mia vita per Firenze” (edizioni Mandragora) presentato ieri allo Chalet Fontana alla presenza del presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani e il giornalista Marcello Mancini.
Una vita di impegno civile e politico, dagli anni dell’immediato dopoguerra in un’Italia materialmente povera ma ricca di speranze e possibilità, alle esperienze come assessore e consigliere comunale, ai successi della vita professionale come commercialista al servizio di numerose figure di rilievo (tra cui il celebre Gino Bartali), ai ruoli direttivi in varie associazioni e istituzioni (Lions Club, Associazione combattenti, Automobil Club Firenze, Banca Toscana), fino all’esperienza del carcere e della successiva assoluzione. “La mia vita per Firenze” racconta cinquant’anni di vita che trascorrono attraverso la rievocazione vivida di eventi e aneddoti legati a un’epoca in cui l’associazionismo e la partecipazione alla vita politica erano quanto mai intense. Personaggi come Giorgio La Pira e Piero Bargellini emergono nella loro profonda umanità e passione politica.
“Quella fu una stagione eccezionale che caratterizzò Firenze per la sua identità – ha spiegato Eugenio Giani - Dietro una Firenze che veniva tutelata da persone che la amavano e che la vivevano con passione, c'erano attori come Sergio Giachetti che riuscivano ad esercitare un ruolo nella vita politica, nello sport - fu protagonista di quella Fiorentina che vinceva scudetti - fu animatore degli ambienti fiorentini che rispetto a quello che verrà dopo avevano come comune interesse la tutela e la valorizzazione e lo sviluppo di Firenze. Allora si viveva in un Paese nel periodo della ricostruzione, niente di paragonabile con il Paese di oggi. C'era un clima di grande rispetto fra i leader politici, di grande autorevolezza sulla vita civile che conferiva a queste persone un potere notevole, che seppero ben esercitare facendo crescere in modo equilibrato Firenze, facendola vivere con il prestigio internazionale che oggi conosciamo. Con Giachetti – conclude Giani - abbiamo uno dei protagonisti della Firenze di anni bellissimi. Il fatto che la figlia, Antonella Giachetti, sia riuscita a ritrovare le sue note e i suoi appunti ci permette di ottenere un'acquisizione di documentazioni di grande importanza per rileggere la storia della città.”
“E' la storia di una generazione che viene rimpianta e di cui oggi ci sarebbe bisogno” - ha spiegato Marcello Mancini - "Era un altro mondo e anche un modo diverso di fare politica. C'era un rapporto con la città che non si è più ricreato e non si è più visto salvo rarissime eccezioni. Giachetti ha raccontato il La Pira 'minore', ma descrive molto più di quanto possano descriverlo tutti i testi e tutte le testimonianze di importanti personaggi di quel tempo. In questo libro Giachetti racconta tanti aneddoti che svelano una Firenze diversa, con dei valori di cui oggi ci sarebbe bisogno per risollevarsi da una crisi che la città subisce ormai da troppo tempo."
“Con la lettura del libro- spiega Antonella Giachetti - possiamo percepire l'essenza di mio padre: la forza, la determinazione, la passione di vivere la vita con amore, amore per la famiglia, per il lavoro, per la propria città, per la dedizione al perseguimento del bene comune. La passione e l'amore che permettono di dare un significato profondo a ogni aspetto della vita e ad ogni azione. Un messaggio per la vita di oggi? La forza dei grandi valori dell'uomo per dare una nuova fiducia a tanta sfiducia che affligge il cuore del nostro mondo contemporaneo."
Fonte: Ufficio Stampa
<< Indietro