Ci scrive una cittadina di Empoli, Patrizia Socci, riportandoci la cronaca di un furto come tanti, per chi non conoscesse la sua storia. Quando la bicicletta diventa la compagna fidata per le trasferte di lavoro, per fare la spesa e per spostarsi in tutta la città, il furto della due ruote è una botta troppo grossa da accettare. Se poi è l'ultima di sette 'sorelle' scomparse, tutto ciò è inaccettabile. Lasciamo che la lettera parli per noi:
"La disavventura dell’amica Filomena, probabilmente, è comune a tanta gente che vive dalle nostre parti, tuttavia la voglio raccontare lo stesso.
Filomena è una madre di famiglia, una famiglia numerosa, in quanto madre di tre figli, con un marito muratore disoccupato, una casa e il mutuo da pagare, oltre a tutto il resto.
Lei si guadagna da vivere facendo le pulizie sette giorni su sette, comprese Pasque e Natali. E’ una donna non più giovanissima, ma con tanto vigore e tanta voglia di lavorare. Tutte le mattine alle cinque è già in piedi.
Si sposta in bici, avendo la patente ma non la macchina e con la sua bici arriva dappertutto, anche nei paesi limitrofi come Ponte a Elsa.
La bici o, meglio, le bici sono le protagoniste di questa triste vicenda. Infatti di bici a Filomena ne hanno sottratte, ma userei più volentieri il verbo rubate, ben sette.
L’ultima pochi giorni fa in via XX Settembre a Empoli. La bici bianca era stata chiusa, come sempre, da un grosso lucchetto ad un palo. Dal primo pomeriggio aveva finito di fare le pulizie intorno alle venti e trenta e lei, stanca morta, non vedeva l’ora di andare a casa, non prima di essere passata dal supermercato a fare la spesa per la cena.
L’amara sorpresa: il palo era ancora lì, ma la bici no.
E’ dovuta tornare a casa a piedi amareggiata per la bici, ma anche perché il giorno dopo sarebbe stato un problema raggiungere Ponte a Elsa. Le brutte sorprese non erano finite.
Quella sera stessa il figlio più piccolo era tornato a casa piangendo, perché la mountan bike, allucchettata, era stata ritrovata priva di ruote.
Il malcostume di rubare le biciclette è sempre esistito, ma negli ultimi anni è aumentato in maniera esponenziale.
La mia amica Filomena è una vittima, come tanti altri, di questo malcostume che, pare incontrollabile da parte delle forze dell’ordine.
La bicicletta per Filomena è un mezzo, non per fare sport, ma per poter lavorare, per contribuire al mantenimento della famiglia.
Sembra di essere ritornati ai tempi del film “Ladri di biciclette” e non è una battuta. I tempi sono cambiati, purtroppo in peggio".
Patrizia Socci