Alla Bottega del Caffè ospite Antonio Manzini intervistato da Alessandro Ferrucci

Antonio Manzini

L’Associazione culturale “Franco Ferrucci”, propone, in collaborazione con la Casa editrice e Libreria Erasmo, una giornata dedicata alla letteratura. L’appuntamento è per venerdì 30 settembre, con inizio alle ore 18.00, nei locali seicenteschi della Bottega del Caffè di viale Caprera, 35.
Ospite d’onore della “Associazione Culturale Franco Ferrucci” lo scrittore e sceneggiatore Antonio Manzini, che presenterà il suo ultimo libro “7-7-2007” (Sellerio Editore Palermo - 2016) in un’intervista condotta dal giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Alessandro Ferrucci.
L’incontro con Manzini sarà preceduto dalla premiazione del vincitore del Concorso Letterario “Chi ben comincia…” indetto dall’Associazione medesima in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmi e l’Associazione Lavoratori Comunali.
Numerosi i concorrenti che hanno inviato i loro “scritti” e che sono stati esaminati dalla Giuria presieduta dal prof. Lorenzo Greco, docente universitario, e composta da Sara Fisicaro, critica letteraria e Nicoletta Ceccherini per l’Associazione culturale “Franco Ferrucci”; giuria che ha, quindi, decretato l’autore del migliore incipit di opera inedita. Il vincitore, così come previsto dal Bando di selezione (art. 6), sarà premiato con la pubblicazione dell'opera completa a cura delle Edizioni Erasmo.
Oltre alla Giuria e ai partecipanti al Concorso saranno presenti il giornalista Alessandro Ferrucci, che coordinerà la serata, e l’attore Giorgio Algranti, che leggerà alcuni brani dell’incipit vincitore.
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Antonio Manzini, ha pubblicato i romanzi Sangue marcio e La giostra dei criceti. La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015), Era di maggio (2015) e Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016). Nel 2015 ha pubblicato Sull’orlo del precipizio in altra collana di questa casa editrice. Manzini è anche attore cinematografico e televisivo. In TV ha interpretato fra gli altri ruoli l’ispettore Tucci in “Linda, il brigadiere e…” e Serpico in Tutti per bruno”. Ha curato anche la sceneggiatura dei film Il siero della verità di Alex Infascelli del 2004) e Come Dio comanda di Gabriele Salvatores del 2008.

Il Libro: 7-7-2007 - “Lo sai cosa lasciamo di noi? Una matassa ingarbugliata di capelli bianchi da spazzare via da un appartamento vuoto”.
Rocco Schiavone è il solito scorbutico, maleducato, sgualcito sbirro che abbiamo conosciuto nei precedenti romanzi che raccontano le sue indagini. Ma in questo è anche, a modo suo, felice. E, infatti, qui siamo alcuni anni prima, quando la moglie Marina non è ancora diventata il fantasma del rimorso di Rocco: è viva, impegnata nel lavoro e con gli amici, e capace di coinvolgerlo in tutti gli aspetti dell’esistenza. Prima di cadere uccisa. E qui siamo quando tutto è cominciato.
Nel luglio del 2007 Roma è flagellata da acquazzoni tropicali e proprio nei giorni in cui Marina se ne è andata di casa perché ha scoperto i «conti sporchi» di Rocco, al vicequestore capita un caso di bravi ragazzi. Giovanni Ferri, figlio ventenne di un giornalista, ottimo studente di giurisprudenza, è trovato in una cava di marmo, pestato e poi accoltellato. Schiavone comincia a indagare nella vita ordinata e ordinaria dell’assassinato. Giorni dopo il corpo senza vita di un amico di Giovanni è scoperto, in una coincidenza raccapricciante, per strada.

Matteo Livolsi, questo il suo nome, è stato finito anche lui in modo violento ma stavolta una strana circostanza consente di agganciarci una pista: non c’è sangue sul cadavere. Adesso, l’animale da fiuto che c’è dentro Rocco Schiavone può mettersi, con la spregiudicatezza e la sete di giustizia di sempre, sulle tracce «del figlio di puttana che ha accoltellato due ventenni alla base del cranio». Ma se fosse la storia di un balordo solitario, sarebbe troppo liscia. Rocco invece ha un appuntamento con il fato tragico, e non sa di averlo. E quell’appuntamento gli lascia in eredità un nemico appostato quasi dieci anni dopo, quando, finito il ricordo, si ritorna al presente e Rocco ha da chiudere definitivamente il caso.
Il ritmo dei noir di Antonio Manzini dà il senso di un meccanismo dai mille ingranaggi che non perde mai un colpo, che gira all’unisono col travaglio esistenziale di un personaggio che resta nella mente, mentre lo sguardo di chi lo muove si posa critico e triste sulla realtà sociale dei tempi che corrono.

Fonte: Associazione culturale 'Franco Ferrucci'

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