"So di essere innocente. Indagini e accertamenti vanno tutti in questa direzione. Non ho mai ucciso nessuno. Alla gente ho sempre cercato di salvare la vita": così, in un'intervista al Corriere della Sera, Fausta Bonino, 55 anni, l'infermiera di Piombino (Livorno) accusata di aver causato la morte di alcuni pazienti, commentando la decisione della Cassazione di annullare la sua scarcerazione decisa dal tribunale del riesame, che dovrà pronunciarsi di nuovo. Fausta Bonino risponde "no" quando le viene chiesto se teme di tornare in carcere perché "le nuove indagini e i nostri accertamenti (della difesa, ndr) stanno dimostrando la mia assoluta innocenza".
I periti, prosegue, hanno evidenziato che "l'eparina trovata fa parte di contaminazioni involontarie su alcuni cateteri e provette". E ancora: "Sono sorpresa, anche questa volta non me l'aspettavo", dice sulla decisione della Cassazione. Fausta Bonino è indagata per la morte di 14 pazienti nell'ospedale di Piombino, dove lavorava, a causa dell'eccessiva o non dovuta somministrazione di eparina.
Venne arrestata il 31 marzo scorso, rimanendo poi in carcere 21 giorni fino alla decisione del riesame di rimetterla in libertà. L'infermiera ha anche detto che "la procura di Livorno ha scritto che io devo stare in galera perché potrei uccidere mio marito e i miei figli. Sono passati più di cinque mesi, mio marito è seduto accanto a me e i miei figli, se Dio vuole, godono di ottima salute". "Credo - ha anche aggiunto - che ci sia stato un accanimento nei miei confronti, prima dei carabinieri e poi della procura".
