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Sport e crescita: il rapporto tra allenatore e atleta

 

Nelle prime settimane di agosto le Olimpiadi di Rio ci hanno tenuti incollati al televisore, spesso, fino a notte fonda. Abbiamo seguito le imprese di tanti campioni conosciuti e non e ci siamo appassionati a sport che non sono così popolari come altri. Ci siamo immedesimati nelle emozioni degli sportivi, nelle loro gioie e delusioni e, non solo a quelle dei singoli atleti, ma anche dei loro allenatori. Questa figura è senza dubbio molto importante per uno sportivo, ma qual è il rapporto che si instaura tra atleta e allenatore? Quest’ultimo è solo un “ruolo”?

Ad ogni disciplina il suo tecnico, con delle differenze nella tipologia di sport, che sia a squadre o individuale, l’allenatore è sì colui che migliora le prestazioni dello sportivo, ma non si limita a questo, i ruoli che riveste sono numerosi:

Questi ruoli, così diversi e sfaccettati, fanno capire quanto sia difficile il compito dell’allenatore e che non è opportuno improvvisarsi tali, soprattutto quando si è a contatto con i più giovani e che un tecnico rispetto ad un altro può portare cambiamenti abissali.

Ogni sport necessita poi che si affinino qualità personali rispetto ad altre, ma ci possono essere delle differenze anche tra i generi, tra allenare ragazze e preparare i ragazzi, tra essere un’allenatrice e un allenatore.

Le allenatrici, in quanto donne, sono più attente alle relazioni e curano di più la comunicazione, incoraggiano in misura maggiore e usano toni più pacati rispetto ai colleghi uomini che invece sono più esigenti, spesso non accettano discussioni e non motivano abbastanza.

Tuttavia, sembra che, spesso, le atlete prediligano proprio gli allenatori rispetto alle colleghe donne, infatti, in situazioni di conflitto, il rapporto allenatrice-atleta femmina può essere difficile da gestire, per la tendenza delle donne a vivere le emozioni in modo più intenso.

In generale, rispetto agli atleti maschi, le atlete vengono definite come più precise, puntuali, più serie e disciplinate, hanno però una maggiore emotività e questo le porta a vivere in modo più intenso l’ansia da prestazione rispetto agli uomini, sono più conflittuali all’interno del gruppo, e sono più “complicate”. Le atlete donna tendono a svalutarsi di più rispetto alle loro doti fisiche e capacità sportive; per questi motivi è importante che l’allenatore dimostri loro sicurezza e freddezza nel gestire l’ansia.

Entrambi i generi, tuttavia, cercano caratteristiche basilari ben definite nel proprio allenatore: l’autorevolezza, la capacità di comunicare e il prendersi cura degli atleti.

Un buon rapporto tra atleta e allenatore è fondamentale per il raggiungimento di successi sportivi e può essere molto intenso e importante anche per lo sviluppo globale della persona, è per questo che un ruolo così non dovrebbe essere fatto con leggerezza. Non va dimenticato che l’atleta è prima di tutto una persona, spesso molto giovane, ed è con questa che l’allenatore deve relazionarsi per far crescere il futuro atleta.

Nel caso in cui vogliate suggerirci un argomento da affrontare o esporci una vostra problematica o preoccupazione scriveteci a studiopsicologicoilcammino@gmail.com, e noi vi risponderemo o pubblicando la lettera in forma anonima o affrontando la tematica da voi richiesta.

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