Si conclude il Serravalle Jazz: gli scatti dall'ultima serata del festival

Serravalle Jazz (foto Alberto Bertoncini)

Si è concluso ieri, martedì 30 agosto, la quindicesima edizione del Serravalle Jazz, tra i festival musicali di punta dell’estate italiana, consacrato, quest’anno, con il titolo Piano Piano Forte Forte, all’esplorazione del mondo poliforme del pianoforte jazz, tra storia, indagata nei seminari pomeridiani all’Oratorio della Vergine Assunta e interpretazioni contemporanee, affidate ai concerti serali alla Rocca di Castruccio, nell’incanto del borgo medievale di Serravalle Pistoiese, gioiello architettonico incastonato nel paesaggio collinare pistoiese.

Serravalle Jazz è organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia in collaborazione con il Comune di Serravalle Pistoiese Assessorato alla Cultura con la direzione artistica di Maurizio Tuci.

Ogni evento è a ingresso libero.

Dopo il jazz eclettico, espressione delle vene più sperimentali europee, ascoltato ieri sera con la band parigina FRIZIONE SEXTET, la giornata conclusiva si apre al connubio tra classica e jazz e vira verso l’effervescenza moderna, anche vocale, del R&B, Funk e Soul.

Il primo appuntamento della giornata è all’Oratorio della Vergine Assunta con il seminario condotto da Antonino Siringo e Daniele Biagini intitolato Pianoforte tra classica e jazz (30 agosto), preludio anche alla trasversalità e all’ibridazione di linguaggi proposta dallo stesso duo nel concerto che apre la serata musicale alla Rocca di Castruccio alle ore 21. In un concerto in doppio pianoforte, intitolato Two Timeless Piano/Due pianoforti senza tempo, che si preannuncia memorabile (30 agosto, in apertura di serata), i due musicisti pistoiesi porteranno sul palco la storia del pianoforte jazz. Entrambi provenienti dalla musica classica e catapultati entusiasticamente nel jazz, testimonieranno della loro passione per la sperimentazione, attraverso un percorso sonoro che spazierà in un continuo rimando di note, senza prima né dopo, oltre ogni identità di genere che sia necessariamente vincolante, da una performance classica all’improvvisazione jazz su melodie universalmente conosciute e su brani originali. Da Bach a D.Milhaud passando per Bud Powell e Thelonius Monk.

Fonte: Serravalle Jazz - Ufficio Stampa

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