A partire dalla sua opera “Bagni Lido” (1954), scelta non solo per la copertina della cartella stampa e delle brochures di questa 64ª edizione del “Premio Città di Livorno Rotonda 2016 Mario Borgiotti”, ma anche per lo striscione all’ingresso, una serie di eventi celebrano l’intenso e lungo legame di Nedo Luschi con il Premio Rotonda. E una serata speciale sarà quella di giovedì 18 agosto (ore 21.30) con un omaggio a Nedo Luschi, fondatore con Mario Borgiotti e Renzo Casali, della storica manifestazione d’arte, venuto a mancare lo scorso 25 febbraio.
L’incontro “Nedo Luschi, l’uomo e l’artista: dal Premio Rotonda al Gruppo Labronico”, che si svolgerà giovedì prossimo ricorderà il più giovane dei fondatori del Premio, illustrando la personalità e la poliedricità pittorica di uno di quegli artisti, che, oltre ad aver avuto un intenso legame con Livorno, è stato uno dei principali animatori del dibattito culturale della città nel secondo Novecento. L’introduzione sarà a cura di Silvia Fierabracci, Archivista dell’Archivio Nedo Luschi, che illustrerà gli scopi dell’Archivio e ripercorrerà il suo rapporto di lavoro intrattenuto con l’artista dal 2009 a partire dalla ricca personale di ampio respiro Nedo Luschi e il Premio «La Rotonda» dal 1953 ad oggi tenuta nella 57ª edizione. A seguire Mario Michelucci, giornalista, collaboratore de “La Nazione” e autore del libro “Livorno e l’eredità dei macchiaioli – storia del Gruppo Labronico” (1996, Editrice Nuova Fortezza) parlerà della figura di Nedo Luschi in relazione allo storico sodalizio d’arte livornese laddove, avendo ricoperto le cariche di Segretario dal ’91 al ’95 e di archivista dal ’95 al 2002 è stato a stretto contatto con l’artista, che, con il Gruppo ha mantenuto un intenso legame dalla XXI mostra del 1947, divenendone ufficialmente Socio Cultore nel 1961 e Presidente dal 1993 al 2001, quando ne fu proclamato Presidente onorario. Infine Michele Pierleoni, storico, critico d’arte e gallerista, si concentrerà sull’opera di Nedo Luschi. Interverranno alla serata l’assessore alla Cultura del Comune di Livorno Francesco Belais e Roberto Russo, Presidente di RoArt.
Dalla tradizionale estemporanea, quest’anno dedicata a lui e a Alberto Fornaciari, ad una mostra fotografica, che ricorda la sua amicizia con l’addetto stampa storico del Premio Luciano Bonetti, si spazia ad una serata incentrata sulla sua opera e sulla sua figura culturale nonché al premio, oggi in sua memoria, che l’artista decise di donare dal 2011 ad un’opera pittorica di eloquente freschezza espressiva, emblema di un talento, che manifesti un evidente richiamo del suo autore a quei valori posti dai fondatori alla genesi della rassegna.
Si ricorda infatti che nella pineta d’Ardenza è in corso l’esposizione “In ricordo di Nedo Luschi e Luciano Bonetti. Due grandi amici sempre in prima linea nella storia del Premio Rotonda dal lontano 1953”, visitata in questi giorni da un numeroso pubblico. Promossa dall’Archivio Nedo Luschi -in collaborazione con l’Associazione Ro Art- la mostra ripercorre la storia dell’amicizia dell’artista e del giornalista, che, sempre presenti al Premio, seppur con ruoli diversi, ne hanno rappresentato, con il loro sostanziale apporto, la memoria storica.
Ideata e curata da Silvia Fierabracci, attraverso una serie di riproduzioni a cura di Roberto Zucchi, la mostra propone una selezione di significative foto provenienti dall’Archivio Nedo Luschi, da quello delle figlie di Luciano Bonetti, Isabella e Barbara, e da altri archivi privati.
Si tratta di alcuni scatti di noti fotografi, tra cui quelli di Bruno Miniati e di Luciano Ciriello, che, cogliendo i due non soltanto nell’ambito della storia del Premio Rotonda, ma anche in altri contesti sempre legati al mondo dell’arte livornese, ci restituiscono oltre all’importanza storica del loro legame con la celebre manifestazione ardenzina anche i sani valori di una amicizia vera durata una vita. Nel 1953 quando Mario Borgiotti gli confida l’idea di istituire il Premio Rotonda nella Pineta d’Ardenza coinvolgendolo insieme a Renzo Casali in qualità di fondatore, Nedo Luschi è un artista assai apprezzato. Le sue opere concorrono nelle maggiori e più consolidate esposizioni italiane e sul finire degli anni Quaranta si è già assicurato una consolidata presenza tra le proposte innovative delle più accreditate gallerie cittadine. Inoltre grazie ai ritrovi nei caffè e nei locali espositivi si tiene in stretto contatto anche con i maggiori rappresentanti delle nuove tendenze. In questi anni e negli stessi luoghi è praticamente sempre presente per la sua attività di cronista Luciano Bonetti, che con lui trova un’ottima sintonia tale da portarli ad essere compagni di mille avventure non solo per lavoro, ma anche nella vita privata: dal Gruppo Labronico, nel quale vengono accolti ufficialmente dal 1961, alle mostre, dai conviviali con gli amici artisti ed esponenti del mondo dell’arte al Cenacolo della Valle Benedetta fino alla loro condivisa passione per il biliardo.
Il Premio Rotonda è promosso dal Comune di Livorno insieme all’associazione Ro-Art e con il contributo della Fondazione Livorno, della Fondazione Città Teatro Livorno “C. Goldoni” e dei Bagni Lido.
Info: Ufficio Cultura, Spettacolo e Rapporti con Università e Ricerca 0586/820523 cultura@comune.livorno.it - Segreteria del Premio: 0586/370152 – 3421518991 – roartpremiocittadilivorno@gmail.com
Nedo Luschi (1917 – 2016)
Allievo di Corazzi, Nedo Luschi ha frequentato a Livorno la libera scuola di Beppe Guzzi e l’Accademia di Belle Arti di Brera. Insieme a Mario Borgiotti e a Renzo Casali nel 1953 ha fondato a Livorno il Premio «La Rotonda» partecipandovi attivamente pure con l’esposizione di suoi quadri dal 1984, quando questo assunse stabilmente il carattere della rassegna, laddove anche coloro che organizzano la manifestazione espongono i propri lavori fuori concorso. Vero decano dell’arte livornese, Nedo Luschi, il più giovane dei tre fondatori, sino alla soglia dei cento anni è stato colui che con irreprensibile onestà, ha tenuto ferma fede al suo rapporto con il Premio stesso, persino dopo la scomparsa nel 1977 degli altri due suoi cari amici, con i quali ne aveva condiviso gioie e dolori. Egli è stato instancabile organizzatore, attento selezionatore nell’accettazione delle opere dei partecipanti e membro di giuria scrupolosissimo fino a quando nel 2006 non è stato eletto all’unanimità dalla “Ro-Art” Presidente.
Particolarmente aperto all’incontro e al dialogo tra gli artisti Nedo Luschi anche in qualità di Presidente onorario della Ro-Art ha perseguito con grande coerenza il suo credo nel Premio Rotonda decidendo di donare dal 2011 un premio molto significativo ad un’opera pittorica di eloquente freschezza espressiva, emblema di un talento, che manifesti un evidente richiamo del suo autore a quei valori posti dai fondatori alla genesi del concorso artistico. Egli ha, inoltre, mantenuto un intenso legame con il Gruppo Labronico dalla XXI mostra del 1947, divenendone ufficialmente Socio Cultore nel 1961 e Presidente dal 1993 al 2001, anno in cui ne viene acclamato Presidente Emerito. Ha preso parte a collettive nazionali ed internazionali conseguendo premi e riconoscimenti.
Ha iniziato a tenere diverse personali dalla seconda metà degli Anni Cinquanta, debuttando nel 1957 alla Bottega dei Vageri di Viareggio insieme allo scultore Vitaliano De Angelis con una significativa mostra, seguita nel 1961 da quella della prestigiosa Bottega d’Arte di Livorno, che lo presentò con un ampia personale arricchita da una selezione di opere grafiche e corredata di catalogo. A partire dal 2009 Nedo Luschi insieme alla sua famiglia ha deciso di affidare a Silvia Fierabracci la catalogazione e l’archiviazione delle sue opere unitamente al materiale bibliografico e fotografico per una loro opportuna divulgazione. Nel 2013 viene ufficialmente costituito e registrato legalmente l’Archivio Nedo Luschi, che dopo la presidenza dello stesso artista, è presieduto oggi dalla figlia Carla Luschi Cecchi con il fratello Roberto Luschi (Segretario) e Silvia Fierabracci (Archivista, addetto stampa e pubbliche relazioni).
Luciano Bonetti (1924 – 2012)
Luciano Bonetti, cronista de “Il Tirreno” e de “La Nazione”, iscritto all’albo dei giornalisti della Toscana dal 1961, ha cominciato a scrivere articoli sin da quando aveva diciotto anni e nell’arco della sua carriera ha anche collaborato con emittenti tv e con diversi editori offrendo il suo prezioso contributo a riviste, libri e collane d’arte sui labronici. Accolto ufficialmente dal Gruppo Labronico nel 1961, quale Socio Amatore, ne è stato Segretario dal 1967 al 1990 e nel 2011 ne è stato proclamato Socio onorario. E’ stato altresì un noto membro del Cenacolo della Valle Benedetta. Nel 1953 è stato invitato dall’amico Nedo Luschi ad assistere alla nascita del Premio «La Rotonda» nella domenica del 23 agosto.
Da quel giorno in poi il giornalista è stato sempre presente per tutta la vita a tutte le edizioni. Varie volte è stato chiamato a prender parola nella cerimonia di inaugurazione o nella serata della premiazione e ha ricoperto per molti anni la carica di addetto stampa con singolare zelo ed encomiabile dedizione tali da fargli guadagnare, a buon titolo, in tarda età l’appellativo di «Addetto stampa storico del Rotonda». Alla storia del Premio Rotonda Luciano Bonetti ha dedicato tre libri che in buona sostanza riportano i suoi articoli e quelli raccolti per la rassegna stampa della manifestazione. Essi divergono soltanto nell’aggiornamento, che viene perfezionato dall’autore infine in Pittori, luci, ombre, bagliori, amarezze e speranze della mostra Rotonda d’Ardenza dal 1953 a oggi edito a cura di Pietro Chegai nel giugno del 1997.
Purtroppo, però, anche quest’ultima presenta lacune e imprecisioni dovute principalmente all’impostazione del racconto “romanzato” scritto in prima persona basato sul ricordo personale nonché a ragioni di sintesi come riconosce lo stesso Bonetti all’interno della pubblicazione: “Quando l’editore mi propose di scrivere questo libro restai per settimane nell’incertezza, terrorizzato dalle lacune incolmabili che mi sarei trovato di fronte. Decisi poi di aderire, fiducioso dell’amicizia e della comprensione di tanti amici conosciuti in oltre quarant’anni di edizioni”. Ciononostante la sua testimonianza rimane assai preziosa in assenza ancor oggi di una monografia ragionata sulla significativa storia del Premio Rotonda. Fino all’età di 88 anni ha sempre trovato l’energia e l’entusiasmo di scrivere. La ristampa del suo libro “Varcai d’una chiesa la sogliola”, una raccolta sui personaggi della cultura labronica, avvenuta nel marzo prima della sua morte, ne è una chiara testimonianza.
