C’è chi ne è già completamente dipendente e chi invece lo boccia come l’ennesimo passatempo inutile. Che piaccia o meno, Pokémon Go è il gioco dell’anno, un fenomeno che, a pochi giorni dal suo debutto (in Italia è uscito il 15 luglio), ha già superato tutti i record del mondo ludico in formato app.
La realtà aumentata sembra essere una vera e propria calamita in grado di catturare l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo. Ogni utente deve materialmente spostarsi attraverso il mondo reale alla ricerca di pokémon da catturare , i quali, vengono visualizzati sullo schermo del proprio dispositivo attraverso un sistema che sfrutta la fotocamera dello smartphone e la geo-localizzazione.
Rispetto a questa nuova applicazione si presentano però dei possibili profili problematici dal punto di vista legale, sotto diversi aspetti. Un primo profilo critico riguarda la possibile violazione della proprietà privata che il meccanismo di gioco potrebbe comportare. I pokémon che i singoli utenti cercano di catturare sono virtualmente posti in varie località, generalmente luoghi pubblici come ad esempio monumenti e parchi; tuttavia, si è già registrato negli Stati Uniti un caso in cui un'area privata è stata indicata come palestra di gioco, e cioè luogo d’incontro in cui i pokémon possono combattere tra loro e allenarsi. Ci si chiede quindi se in questo modo non si contribuisca in qualche modo alla violazione della proprietà privata, diritto assoluto di cui il titolare può godere in modo pieno, escludendone gli altri.
Innanzitutto ci si chiede se sia possibile apporre su proprietà materiali degli elementi che siano solo virtuali e se il diritto di proprietà del singolo si estenda in qualche modo anche allo spazio virtuale. In secondo luogo, qualora vi fosse una responsabilità penale dei singoli giocatori che, pur di raggiungere gli obiettivi di gioco, violino la proprietà privata, ci si chiede se qualche forma di responsabilità possa essere riconosciuta anche ai designers dell'app e quindi alla società sviluppatrice, la Niantic, per aver indotto gli utenti a violare tale proprietà. Un altro profilo problematico riguarda i problemi di sicurezza ed i conseguenti possibili sinistri legati al gioco. Pokémon Go sta raggiungendo tali livelli di frenesia che spesso i singoli utenti sono così concentrati da non prestare la dovuta attenzione al mondo che li circonda, giungendo persino a utilizzare il cellulare mentre sono alla guida.
Non si tratta di un problema da sottovalutare, dal momento che già si è verificato negli Stati Uniti il caso di un ragazzo che, assorto nel gioco, ha diretto la propria autovettura contro un albero. Il codice della strada prevede all'art. 173 comma 2 uno specifico divieto all'uso di apparecchi radiotelefonici mentre si conduce un veicolo, dovendo estendere tale divieto non solo alle comunicazioni telefoniche ma anche a tutte le operazioni che siano idonee a distrarre il conducente in modo tale che non abbia il controllo sul proprio veicolo. È chiaro che in caso di sinistro stradale la responsabilità cadrebbe unicamente sull'utilizzatore che liberamente scelga di usare l'applicazione al volante; tuttavia, la possibilità che si verifichino sinistri non si ferma qui. Si pensi ad esempio al caso in cui venga designata come luogo in cui trovare pokemon un'area potenzialmente pericolosa per gli utenti. Nel caso in cui il giocatore, nel tentare di raggiungere tale luogo pericoloso, effettivamente si procuri un danno, ci si chiede se qualche forma di responsabilità possa ricadere sul designer che ha scelto quel luogo e quindi sulla Niantic.
Proprio qualche giorno fa il Codacons (Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei diritti degli Utenti e dei Consumatori) e l'Asaps (Associazione amici della Polizia Stradale) hanno presentato un esposto alla Procura di Roma per far fronte all'aumento di incidenti stradali, chiedendo il divieto totale di diffusione dell'app Pokemon Go sul territorio italiano. "Giochi di questo tipo rappresentano un pericolo concreto perché vengono utilizzati in qualsiasi momento della giornata e distolgono i giocatori dalla dovuta attenzione verso la strada e l’ambiente circostante", ha detto il presidente del Codacons Carlo Rienzi . "Pensiamo a chi usa l’App alla guida di un'automobile, ma anche a pedoni e ciclisti a caccia di Pokémon che rischiano di essere investiti perché intenti ad osservare lo schermo del cellulare e non il marciapiede, le strisce pedonali e la strada dove camminano".
"Prima che la situazione dilaghi con conseguenze serie e preoccupanti chiediamo ai vertici delle forze di polizia e ai sindaci di intervenire con misure che intensifichino i controlli, e al governo con un provvedimento che vieti, in modo più severo, rispetto alle previsioni dell’art.173 del Codice della Strada, l’utilizzo di questo gioco distrattivo quando si è alla guida, prevedendo il sequestro del cellulare per almeno un mese ed estensione del divieto di utilizzo della App anche dagli accompagnatori all'interno degli abitacoli dei veicoli, oltre che ai pedoni durante gli attraversamenti stradali. O, quantomeno, di inibire il funzionamento della App in Italia durante la guida".
In particolare, la domanda che suscita un tale scenario è se forse non esista un dovere di diligenza a carico della società per evitare che gli utenti incorrano in possibili eventi dannosi. Tali questioni non sono poi così astratte e lontane. Nella pagina web dedicata ai termini di utilizzo del gioco viene ricordato agli utenti di "restare consapevoli dell'ambiente circostante e giocare in tutta sicurezza", così come viene raccomandato di non violare o tentare di violare la proprietà privata senza autorizzazione. E non solo. È prevista anche la condizione per cui il singolo utente, accettando i termini di utilizzo, rinunci al proprio diritto ad essere attore principale in cause o parte in azioni collettive contro la Niantic, rimettendo la questione ad un arbitrato individuale e vincolante, fatta eccezione soltanto per alcuni tipi di controversie e per il caso in cui rinunci espressamente a tale condizione entro trenta giorni dall'accettazione.
Risulta spontaneo chiedersi se tali clausole siano idonee ad escludere qualsiasi forma di responsabilità della società, che, in questo modo, sembra riconoscere implicitamente le possibili problematiche dell'applicazione. Ricordiamo che, proprio qualche giorno fa, abbiamo avuto i primi casi di “incidente da Pokemon Go” anche in Italia, precisamente a Giulianova in Abruzzo, dove un ragazzino è stato falciato mentre inseguiva un Pokémon in bici, ed un altro caso nel Nolano dove una trentenne è stata travolta da un'automobilista, che, a sua volta, mentre guidava, inseguiva i fantasiosi animaletti.