AGGIORNAMENTO: Non ce l'ha fatta la bimba di 18 mesi. L'annuncio del decesso è arrivato nel pomeriggio del 28 luglio, il giorno dopo il tragico fatto.
Sono sempre gravi le condizioni della bimba di 18 mesi ricoverata da ieri all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze per il colpo di calore subito nella mattinata dopo essere rimasta chiusa in auto per almeno 3-4 ore a Vada. Il quadro, fa sapere l'ospedale, si è ulteriormente "complicato" stamane e c'è il rischio che siano state compromesse le funzioni neurologiche. Sono in corso ulteriori accertamenti e sono state messe in atto tutte le attività di supporto. La bimba resta in prognosi riservata e i medici, fa sapere l'ospedale, sono preoccupati per l'esito.
È stata una dimenticanza della madre
E' stata la madre ad accorgersi che la figlia di appena 18 mesi, ricoverata da ieri in condizioni disperate all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze in coma farmacologico indotto, era rimasta in auto tutta la mattina. La donna, hanno ricostruito i carabinieri che indagano sull'episodio, si è giustificata dicendo di avere avuto un "vuoto di memoria" sul quale ora saranno effettuati anche accertamenti di natura clinica. Secondo quanto si è appreso, come ogni mattina, la madre avrebbe dovuto accompagnare le sue due bambine rispettivamente all'asilo nido e presso un campo solare quella di sei anni. Ieri però ha dimenticato la più piccola in auto dopo avere lasciato la grande presso il campo solare e poi è andata al lavoro. Solo intorno all'ora di pranzo si è resa conto della dimenticanza e ha dato l'allarme. Al momento nei suoi confronti la procura non ha preso alcun provvedimento.
Codacons: "Introdurre avvisi"
Ancora una bambina dimenticata in auto che versa in condizioni disperate, un tragico episodio che purtroppo si ripresenta con eccessiva frequenza in Italia: lo afferma il Codacons, commentando il caso della bimba di 18 mesi dimenticata ieri in auto dalla madre a Livorno. "Da tempo chiediamo misure in grado di evitare simili episodi e salvare la vita ai bambini - spiega il presidente Carlo Rienzi - In particolare abbiamo avanzato una proposta alle case costruttrici di automobili: oggi, nelle auto moderne, ci sono avvisi acustici che mettono in allarme il guidatore su diversi fronti: cinture di sicurezza non allacciate, fari accesi, portiere aperte, freno a mano tirato, serbatoio in riserva, ecc".
"Al pari di queste dotazioni oramai di serie su tutte le vetture - prosegue -, le case automobilistiche devono prevedere un avviso acustico collegato con il seggiolino per i bambini o con le cinture di sicurezza posteriori, in modo che, quando il motore viene spento oppure il guidatore apre la portiera oppure fa per scendere dall'auto (basta un sensore di peso), ma la cintura posteriore sia ancora allacciata, scatti immediatamente l'allarme. Si potrebbe così avvisare il genitore distratto della presenza di un bambino nei sedili posteriori, ed evitare in futuro tragedie come quella di ieri". "Finora dalle case automobilistiche non è giunta alcuna risposta - prosegue Rienzi - e per questo chiediamo un intervento del Ministero dei trasporti, affinché si incrementi la sicurezza sulle auto circolanti in Italia a tutela dei minori".
Sinistra Italiana: "Rendere obbligatorio un sistema di allarme"
Anche oggi le cronache parlano di una bambina in gravissime condizioni dopo essere stata lasciata in auto. Episodi che ogni estate si ripetono tragicamente.
In Parlamento dall’ottobre 2014 e’ depositata una proposta di legge di Sinistra Italiana per affrontare il problema (primi firmatari Gianni Melilla, Scotto, Zaratti, Quaranta, Farina, Ricciatti, Pannarale, Nicchi).
Appare quanto mai urgente – si legge nella introduzione alla proposta di legge - introdurre nuove disposizioni nel codice della strada, in forza delle quali diventi obbligatorio adottare un sistema di allarme che segnali la presenza del bambino nel seggiolino del veicolo e scongiuri possibili e inspiegabili tragedie,
Sotto tale profilo si segnala, ad esempio, l'esistenza di un brevetto italiano, premiato dal Centro Nazionale delle Ricerche e messo a punto da un gruppo di studenti di un istituto tecnico di Bibbiena. Il dispositivo si chiama «seggiolino salva bimbi» e segnala appunto la presenza del bambino nel seggiolino quando si spegne il motore e si chiude la portiera dell'automobile.
Con la presente proposta di legge si propone una modifica all'articolo 172 del codice della strada rendendo obbligatoria l'adozione di un sistema di allarme che segnali la presenza di un bambino nel seggiolino a bordo del veicolo.
Il link alla proposta di legge di Sinistra Italiana:
Garofalo parla di allarmi acustici
"C'è una proposta di legge che giace in Parlamento da tre anni e che potrebbe evitare il realizzarsi di tragedie come quella di Vada, in provincia di Livorno, dove una bambina è stata per ore chiusa in auto sotto il sole e poi è morta all'ospedale di Firenze. È una legge di soli due articoli, l'ho presentata insieme a 25 colleghi deputati il 10 giugno 2013 e prevede una cosa semplice: le automobili devono essere munite di un dispositivo acustico di allarme che si attiva sia quando la cintura di sicurezza del seggiolino per i bambini è allacciata e l'autoveicolo è a motore spento, sia quando scatta il meccanismo di chiusura, meccanico o elettrico, delle portiere". Così Vincenzo Garofalo di Area popolare, vicepresidente della commissione Trasporti della Camera. "Se prevenire è meglio di curare - aggiunge - in questi tragici casi la prevenzione è molto di più e mi sembra un atto di responsabilità dovuto avviare l'iter di discussione di questa proposta di legge per giungere a una sua sollecita approvazione".
La richiesta di De Robertis
"Il seggiolino 'salva bebé'" che avverte i genitori nel caso lascino il loro figlio in auto da solo, "inventato nel 2013 dagli studenti dell'Itis 'Fermi' di Bibbiena, e tornato alla ribalta per la tragedia di Vada", "non deve rimanere solo la straordinaria intuizione di un gruppo di ragazzi, del loro professore e del tecnico che li ha supportati. Deve diventare presto un presidio di sicurezza nella disponibilità di tutti". Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale toscano Lucia De Robertis (Pd). "Stupisce che ad oggi nessuna azienda abbia voluto investire nella commercializzazione di questa idea", aggiunge in una nota. Il seggiolino 'salva bebè', ricorda ai genitori di aver dimenticato il figlio a bordo dell'auto accendendo le frecce, facendo suonare il clacson e addirittura inviando sms ai loro cellulari. "Come Regione Toscana - aggiunge De Robertis -, da tempo attenta a sostenere l'innovazione e l'evoluzione tecnologica del manifatturiero, abbiamo il dovere di favorire, per quanto ci è consentito, la messa in produzione di questo sistema e la sua rapida diffusione. Perché nessuno sforzo è eccessivo se utile a salvare anche una sola vita umana". Per questo motivo De Robertis spiega di aver "già chiesto un incontro all'assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo per parlare della questione". L'assessore Ciuoffo sottolinea che "se ci sono le idee per migliorare la vita quotidiana e, come in questo caso, la sicurezza delle persone la Regione è impegnata per accompagnare il percorso di chi vuole innovare con i vari strumenti che ci sono a disposizione".
Civati-Brignone: "Pdl da approvare"
"Con grande dolore apprendiamo la notizia della bambina morta dopo essere rimasta troppe ore in macchina. Sono casi sempre più frequenti che non possono lasciarci indifferenti. Ancora un dramma immenso per dei genitori che hanno perso la propria bimba in maniera così atroce. A loro esprimiamo la nostra totale vicinanza: si tratta purtroppo di una disgrazia che può succedere a chiunque e sulla quale non bisogna fare strumentalizzazioni né dare giudizi sommari". Lo dichiarano in una nota i deputati di Possibile Pippo Civati e Beatrice Brignone. "La mamma della bimba ha bisogno ora di tutto il sostegno possibile. Auspichiamo - proseguono - che questo dramma sia l'occasione per calendarizzare in aula le proposte già presentate per rendere i dispositivi che avvertono se un bambino è rimasto sul seggiolino a macchina spenta obbligatori. Non si tratta purtroppo di un caso isolato ed è giusto che ci si adoperi per introdurre dispositivi molto semplici che eviterebbero tragedie del genere in futuro".
Ceccarelli, una segnalazione a Del Rio
"In una scuola toscana è stato brevettato un seggiolino che permetterebbe di impedire tragedie come quella di Vada. E' il caso che quell'idea venga presa in considerazione anche dalle istituzioni". E' questo il senso di una lettera che l'assessore regionale ai infrastruture e trasporti Vincenzo Ceccarelli ha indirizzato al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Del Rio e al vice ministro Riccardo Nencini, segnalando questa opportunità e chiedendo un incontro sulla questione.
"Il dramma consumatosi in questi giorni a Vada, con l'ennesima morte di un piccolo innocente, lasciato in auto, è un grande dolore per l'intera comunità toscana" scrive Ceccarelli. "Di fronte a questi eventi non possiamo restare indifferenti e neppure inerti. Anche perché la tecnologia ci aiuta a trovare risposte concrete anche a problemi come questo".
Il sistema è stato brevettato tre anni fa ed è stato inventato e realizzato dagli studenti dell'Itis Fermi di Bibbiena (Ar). Si tratta di un seggiolino che "avverte" mamma e papà nel caso in cui il bambino sia rimasto chiuso in auto accendendo le frecce, facendo suonare il clacson e addirittura inviando sms ai loro cellulari.
I creatori sono 16 ragazzi che all'epoca frequentavano la terza classe, coordinati dal professor Pier Luigi Bargellini con l'assistenza del tecnico Alberto Larghi.
"Dalla scuola ci hanno assicurato che produrlo non costerebbe molto – scrive l'assessore a ministro e viceministro – è quindi un progetto sul quale il Governo può intervenire direttamente al fine di salvare vite innocenti".