Gaetano Vulcano, maresciallo dei carabinieri di Montelupo Fiorentino, si trovava a Istanbul durante il tentato golpe avvenuto nella tarda serata di ieri, venerdì 15 luglio. Il comandante è rientrato nel consolato appena scoppiato il caos: "E' stata una notte da incubo - racconta - sono stato catapultato in un film di azione/guerra. Elicotteri e aerei F16 solcavano bassi e veloci il cielo di Instanbul".
Il racconto è stato riportato dalla moglie del comandante in un post su Facebook, rilanciato anche dal sindaco di Montelupo Paolo Masetti. Vulcano prosegue: "I numerosi poliziotti di vigilanza al vicino consolato francese a confine con il nostro hanno immediatamente abbandonato le postazione esterne".
Poi gli spari: "Verso le 23 si sono sentite le prime raffiche di armi automatiche e alcune emittenti hanno comunicato il blocco del ponte sul Bosforo ed il controllo dell'aeroporto con l'impiego di carri armati".
Il racconto prosegue: "Verso le una e mezza un caccia bombardiere, in una una zona periferica di Istanbul, abbatte un elicottero sui cieli della vicina Ankara. Le televisioni locali continuano a trasmettere immagini di piazze occupate da soldati con l'utilizzo di carri armati - continua Vulcano - Viene ordinato dai golpisti il coprifuoco mentre in TV si hanno notizie del presidente Erdogan che chiede asilo da qualche parte in Europa. Subito dopo il primo ministro Turco invita la popolazione a scendere in piazza perché hanno individuato la piccola parte di militari che hanno cercato invano di mettere in atto il golpe e li stanno arrestando".
Ancora: "Dai megafoni delle moschee si invita la popolazione a partecipare scendendo in piazza. Iniziano a sentirsi colpi di armi automatiche fuori dalle mura del Consolato. Noi eravamo armati e ben equipaggiati - racconta - pronti a difendere il nostro paese sul territorio straniero".
Poi il golpe è fallito: "Decidiamo finalmente di andare a riposare qualche ora, ma il mio pensiero era rivolto a mia moglie e mia figlia. Il primo giorno di missione ad Istanbul con i 'botti', ho pensato".
La mattina dopo il risveglio: "Dopo tre lunghe ore di sonno dalla finestra della mia camera constato subito che i numerosi poliziotti, armati all'inverosimile, fuori dal consolato non ci sono. È una bella giornata di sole ma dal l'atmosfera strana. Non si sentono voci in lontananza, non ho sentito all'alba il megafono della vicina moschea che invita i fedeli alla preghiera".
Il maresciallo Vulcano conclude il racconto di queste ore di fuoco: "Non so da quanto tempo non pensavo al cibo, il mio pensiero fisso quotidiano. Questa cosa mi strappa un sorriso malinconico perché Anna e Chiara mi hanno sempre preso in giro. Si inizia a vedere gente, anche se poca, per le strade e qualche mezzo pubblico che riparte".