'Fai quello che puoi, con quello che hai, nel posto in cui sei'. Parole prese sicuramente alla lettera dall'anonima autrice del blog 'Facce di Fucecchio'. Un progetto nato per portare alla luce del buono che si nasconde nella città: "Scrivo sempre di cose molto vicine e che conosco bene, non importa andare lontano a cercare storie. In fondo ho avuto un'idea molto semplice, chiunque avrebbe potuto farlo. Solo che segue tantissime pagine su Fucecchio e tutti si lamentano e scrivono cose orrende".
Come mai vuoi mantenere l'anonimato?
"Mi piace portare avanti questo progetto gratuitamente, sembra prendermi nessuna lode - racconta a gonews.it - Penso che anche questo sia un bel messaggio e voglio essere libera di scegliere le storie da raccontare".
Come è nata l'idea di questo blog, che sembra ispirarsi a Humans of New York?
"Già seguivo la pagina Humans of New York e ho la fortuna di aver incrociato sui social la ragazza che cura quella di Humans of Nuoro, è lei che mi ha messo l'idea in testa. Io in realtà sono una scrittrice ma cerco sempre di scrivere nel modo più semplice possibile, farmi capire da tutti. Facce di Fucecchio me ne dà la possibilità. Dopo gli attentati di Parigi ho iniziato a pensare seriamente a questo progetto. Mi faceva paura il terrore che avevano le persone le une delle altre. Infondere un po' di fiducia in una metropoli è difficile, ma forse a Fucecchio è ancora possibile. Così alla fine ho trovato il coraggio e ho iniziato".
Molto forte nelle tue storie è il legame tra le 'Facce' e Fucecchio.
"Esatto, ma una cosa che voglio fare e a cui voglio arrivare molto, molto per gradi è mostrare come in questo momento siamo tutti un po' cittadini del mondo. Per adesso ho raccolto storie di fucecchiesi che lavorano all'estero, ma vorrei raccontare anche gli immigrati che vivono qui e che quindi sono 'Facce di Fucecchio' . I miei intenti sono molto inclusivi, ma sto cercando di evitare in tutti i modi ogni forma di polemica. E poi voglio anche valorizzare Fucecchio".
Cosa ne pensano i fucecchiesi della propria città?
"Tutti vorrebbe qualcosa in più, in tanti campi, soprattutto a livello culturale (forse perché sono soprattutto queste le persone che vado a cercare). La frase più ricorrente è "Fucecchio ha tante potenzialità che non sono sfruttate". Vedono la bellezza del posto e non capiscono come possa essere abbandonato a se stesso. Qualcuno ne è deluso, e se ne è andato, ma sento sempre una delusione piena d'amore".
Con questo blog hai scoperto aspetti di Fucecchio ti hanno sorpresa?
"La cosa che più mi ha sorpreso è che le persone si aprono tantissimo e si confidano, mi raccontano molto di più di ciò che poi pubblico. Hanno tutte voglia di partecipare e mi fanno molti complimenti: è bello, pensavo fosse molto più dura! La pagina ha cominciato subito a essere seguita e se le persone ne parlano, mi fa piacere".
Ma... come nasce una Faccia di Fucecchio?
"Cerco anime gentili. Ne conosco molte qui a Fucecchio, sono sempre quelle di cui non si parla. E poi sto imparando a conoscere le persone che seguono la pagina. Loro ancora non lo sanno ma le ho segnate sulla lista! Diciamo che in generale è facile riconoscere le persone che cerco. Poi alterno un po' le storie, so che alcune saranno più seguite e le racconto, così come poi saranno lette anche quelle 'minori'".
Idee per il futuro del blog? Bolle qualcos'altro in pentola?
"Un mio caro amico mi ricorda sempre che con Facce di Fucecchio il mio intento era far diventare le persone più buone! Mi piacerebbe davvero che la pagina servisse ad abbattere un bel po' di pregiudizi. Per adesso questo... ma non escludo di raccoglierle in un libro o tirarci fuori un bel romanzo! Adesso voglio dirti un'ultimissima cosa, perchè ci tengo molto".
Certo, prego.
"Sulla pagina ci sono delle regole: niente tag, niente nomi e niente offese. All'inizio avevo paura di non riuscirci (e anche per questo lascio che la pagina cresca pian piano), invece vedo che tutti hanno capito le regole, si comportano bene e sono gentili. Non c'è mai stato un commento negativo o sciocco su nessuno è bello!".
Giorgio Galimberti