Si chiama “hang” e malgrado il suo aspetto primordiale è uno strumento musicale di ultimissima generazione. Le sue particolari sonorità, molto adatte alla meditazione, saranno al centro di una serata speciale organizzata al circolo Arci “il Botteghino” di La Rotta di Pontedera domani sera, 23 giugno, a partire dalle 20.
Una serata a cura dei volontari del circolo che vi invitano anche ad una cena sociale alle ore 20 (gradita la prenotazione) con primo, secondo, dolce e vino a soli 5 euro. Alle 22 poi entreremo nel magico mondo dell'hang-handpam live, con la performance a cura di Matteo Trafeli. Un’immersione sonora tra ambient, chill out, lounge, etnica, New Age e meditazione. Il tutto a cura del polistrumetista Matteo Trafeli.
Uno strumento dalle sonorità particolarissime: nato in Svizzera nel 2000, è uno strumento idiofono, ovvero procudente il suono dalla semplice vibrazione del corpo stesso dello strumento, senza utilizzo di corde o membrane tese e senza che vi sia una colonna d'aria ad essere fatta vibrare.
Lo strumento è composto da due semisfere appiattite in acciaio temperato che, unite, gli conferiscono la tipica forma lenticolare.
Del diametro di circa 53 cm e con un'altezza di circa 24 cm, ha nella parte superiore una protuberanza centrale e sette piccole cavità laterali, mentre la parte inferiore è liscia con un'apertura al centro.
Suonato con il polso, il palmo e le dita delle mani (la parola hang, nel dialetto bernese, indica la mano) è un'oggetto frutto dell'esperienza e della ricerca di due artigiani di Berna, Felix Rohner e Sabina Schärer, che già negli anni novanta producevano studiavano le percussioni etniche di varie parti del mondo. Nel 2000 hanno messo a punto il primo modello di hang, presentato l'anno successivo alla fiera musicale di Francoforte.
Nel corso degli anni si sono succedute almeno tre "generazioni" di strumenti, che hanno apportato numerose modifiche rispetto ai primi modelli.
