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Salute mentale, come sarà la “Basaglia del futuro” da una proposta di iniziativa popolare

Franco Basaglia

A quasi quarant’anni dalla Legge Basaglia, che nel 1978 decretò la fine dei manicomi, in Parlamento approda un disegno di legge che promette di completare e migliorare i servizi per la salute mentale, rimettendo al centro del sistema la persona che ne usufruisce: ad illustrare il ddl 2233 “Norme per valorizzare, in continuità con la legge 13 maggio 1978, n.180, la partecipazione attiva di utenti, familiari, operatori e cittadini nei servizi di salute mentale e per promuovere equità di cure nel territorio nazionale”, sarà il primo firmatario On. Ezio Casati, venerdì 10 giugno alle ore 17, presso la sede della Misericordia di Firenze in piazza Duomo. Interverranno inoltre i deputati Paolo Beni, Filippo Fossati e Federico Gelli e Renzo De Stefani, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Trento, uno dei padri morali del ddl 2233.

L’incontro è organizzato dall’associazione Progetto Itaca Firenze (www.progettoitacafirenze.org), per aprire il dibattito sul territorio e rendere partecipi i cittadini direttamente coinvolti: oltre agli interventi dei parlamentari, infatti, sono previsti i contributi del movimento Le Parole Ritrovate, che sta promuovendo la discussione in tutta Italia, nonché di familiari e “utenti esperti”, ovvero persone a cui è stato diagnosticato un disturbo psichico e che dopo un percorso di cura hanno raggiunto una qualità di vita soddisfacente, dimostrando che il recupero è possibile. La proposta, nata per iniziativa popolare, è stata poi sottoscritta da una cinquantina di parlamentari di diversi schieramenti e depositata alla Camera a marzo 2014: la discussione dovrebbe essere calendarizzata dopo la pausa estiva. Il testo è frutto dell’esperienza maturata all’interno dei centri di eccellenza italiani per la salute mentale. Che però sono ancora un’eccezione sul territorio. Secondo una ricerca condotta dallo stesso De Stefani, nel 73% dei casi i servizi territoriali nazionali non sono in grado di fornire una risposta adeguata all’esordio della malattia. Il che si traduce in cure approssimative o inefficaci e cittadini abbandonati da soli ad affrontare un’odissea. Una situazione che riguarda in Italia mezzo milione di pazienti e circa 2 milioni di familiari. Capisaldi della “nuova Basaglia”, che si promette di completare la legge 180 del 1978 e renderne effettivi tutti gli aspetti, sono: la garanzia di cure eque ed efficienti, il reinserimento sociale (credendo in una reale possibilità di guarigione), il coinvolgimento di pazienti e familiari nella programmazione, attuazione e verifica dei percorsi di cura. Per questo durante l’elaborazione del testo sono stati coinvolti cittadini e associazioni. E per questo fino alla discussione in Aula i promotori della legge stanno dando vita a momenti di dialogo in tutta Italia, come l’incontro di Firenze (il prossimo è previsto per il 24 giugno a Parma), per dare modo ai cittadini interessati di approfondire il tema e proporre modifiche al testo. O più semplicemente portare il proprio contributo a un dibattito, quello sulla salute mentale, che ha quanto mai bisogno di essere aggiornato e portato al centro dell’attenzione pubblica.

Fonte: Ufficio Stampa

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