'Sguardi sul Medio Oriente' all'Università: c'è anche Zerocalcare

Un documentario, un momento di confronto, ma soprattutto un libro: l’ultimo di Zerocalcare, noto fumettista romano appena tornato nelle librerie con “Kobane Calling”, il lavoro che racconta il suo viaggio fra Iraq, Siria, Turchia e Rojava, l’area a maggioranza curda della Siria.

E’ il cuore dell’iniziativa “Sguardi sul Medio Oriente”, prevista sabato 11 giugno presso l’Università di Pisa e organizzata da “Un ponte per…”, associazione di solidarietà internazionale attiva in Medio Oriente, e in particolare in Iraq, in occasione dei suoi 25 anni di lavoro.

Tra gli organizzatori anche Progetto Rebeldia, Associazione Culturale Kurdistan, Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia ONLUS e il Coordinamento Toscano per il Kurdistan, uniti per una giornata di informazione, sensibilizzazione e testimonianza su quei territori martoriati dalla guerra al confine tra Iraq e Siria, con focus sulle regioni curde. Lì “Un ponte per…” opera insieme alle organizzazioni e istituzioni locali che costruiscono nuovi patti di convivenza – come il confederalismo democratico del Rojava in Siria - e mettono in pratica forme alternative di resistenza al fondamentalismo di Daesh (Stato Islamico).

A raccontare queste realtà attraverso la loro esperienza di viaggio tra Iraq, Siria, Turchia e Rojava, fino alla città di Kobane, due ospiti d’eccezione che incontreranno il pubblico alle 18.30 in un dibattito moderato da Martina Pignatti Morano, presidente di “Un ponte per…”: il fumettista Zerocalcare e Ivan Grozny Compasso, giornalista freelance e autore del documentario“Puzzlestan. I confini sono i limiti dei popoli”.

Un lavoro realizzato in collaborazione con lo staff di “Un ponte per…” nella regione del Kurdistan iracheno, che sarà proiettato alle 22.00, dopo la cena solidale organizzata dall’Associazione Culturale Kurdistan (ore 20).

Una importante occasione di confronto e conoscenza, per comprendere ciò che accade in Medio Oriente attraverso la voce di chi ha raccolto storie e testimonianze della società civile, nei luoghi di origine di tanti profughi che ora cercano di raggiungere l’Europa e di cui è doveroso conoscere le storie.

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