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Una cittadina di Ponte a Egola denuncia: "Amianto sui capannoni, situazione non delle migliori"

"La lavorazione della gommapiuma espone al rischio di inalazioni tossiche e la presenza di amianto nei capannoni da più di cinquant'anni porta la popolazione di Ponte a Egola e rischiare il peggio": questa è la denuncia di Ilaria Brotini, giovane pontaegolese che da tempo si batte perché le istituzioni vengano incontro agli abitanti della frazione del Comune di San Miniato in merito alla situazione dell'ex Icla, oggi M3, e dei capannoni circostanti.

"Non c'è solamente il rischio che la lavorazione della gommapiuma possa portare fumi pericolosi ma ora viene fuori pure il caso amianto". La M3 dovrà trasferirsi entro il 2018 per evitare problematiche maggiori a Ponte a Egola ma comunque la salute dei pontaegolesi non è al sicuro, assicura Ilaria Brotini: "I capannoni della zona sono quasi tutti ricoperti di amianto". Per evitare che il tutto prenda una piega indesiderata, Ilaria Brotini ha iniziato una raccolta firme.

"Per adesso sono arrivata a sessanta firme, ho parlato anche con il sindaco Vittorio Gabbanini ma ha detto che la vicenda è in mano alla Regione Toscana anche se da quest'ultima non ho avuto risposte. La situazione non è delle migliori anche perché la zona è abitata da famiglie e chi ha comprato casa qui ora vede il prezzo dimezzarsi, è qualcosa di veramente soffocante" ha chiarito Ilaria Brotini, la quale ha spiegato che a breve si metterà in contatto con enti come Asl o Arpat per riuscire a far conoscere ancora di più la questione e chiedere un intervento.

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