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Settant'anni di voto alle donne: la testimonianza di due santacrocesi

(foto gonews.it)

Il 2 Giugno del 1946 è una di quelle date che hanno fatto la storia del nostro paese e hanno cambiato il futuro degli italiani e, soprattutto delle italiane che per la prima volta andarono a votare.

Illustri protagoniste del mondo politico e culturale hanno già raccontato l'ansia, la gioia e il valore di quel fatidico giorno, ma le emozioni furono certamente simili per tutte le migliaia di donne che al referendum votarono per la prima volta.

Per ricordare quell'evento la Consulta Pari Opportunità e l'assessorato alle Pari Opportunità del comune di Santa Croce sull'Arno hanno voluto raccogliere la testimonianza di donne ormai molto anziane, ma ancora molto lucide e presenti, che quel giorno lontano lo hanno vissuto e che ne conservano un ricordo indelebile.

Non si tratta di vere e proprie interviste - sottolinea la presidente della Consulta Federica Fiori - quanto piuttosto di racconti in libertà sulle emozioni, gli stati d'animo che accompagnarono quel momento e che stiamo raccogliendo con grande rispetto e partecipazione”.

L'assessore alle Pari Opportunità Carla Zucchi commenta:

E' un progetto a cui teniamo molto, non solo perché ci riporta alla memoria il nostro recente passato, ma perché ci fa rivivere nel racconto di un “semplice” quotidiano, tutta la straordinarietà del momento; nelle parole delle ragazze di allora si sentono con la stessa forza le emozioni di quel giorno: il senso di libertà, la gioia di una conquista e la speranza di futuro nuovo per tutte le donne.

Ecco un estratto di alcune di queste testimonianze:

“La prima volta che ho votato sono stata contenta perché non era mai successo prima e soprattutto perché sapevo a chi darlo. Sono sempre andata a votare, ora, a causa dei dolori, non posso più andare.

Mi ricordo che prima di andare mi vestivo a festa con un vestito di pura seta colorato, no bianco e nero, perché era da vecchia.

Quando entrai per la prima volta nella cabina fui molto contenta di esprimere il mio voto; anzi, quando uscii fuori dissi: “il mio è buono, quello degli altri non lo so”.

Mi ricordo che la sera prima fissai con la mia cugina per andare a votare il giorno dopo.

Quando mi sposai, mio marito era uno di quelli che faceva parte del seggio, mi ricordo che all'ora di pranzo tornava sempre a mangiare a casa; il pranzo il giorno delle votazioni consisteva in un piatto di crostini e un piatto di minestra”.

Bracci Iva, 103 anni

Nel 1946 ho votato per la prima volta; quel giorno fu un giorno di festa per tutti, soprattutto per le donne.

Mi ricordo che per l'occasione ero vestita a festa, indossavo un vestito nuovo, ma non avevo messo il rossetto rosso per paura di macchiare la scheda elettorale e quindi di far annullare il voto.

Con me avevo mio figlio di tre anni, anche lui indossava un vestito nuovo che mi avevano regalato persone di Empoli che avevano una confezione ed erano state sfollate da noi.

Ricordo la lunga fila per andare a votare e mio marito che andava a prendere con il suo motore le donne che abitavano più lontano. Era proprio un giorno di festa per tutti, ricordo che, abitando vicino alla scuola, facemmo un pranzo per tutti coloro che stavano prestando servizio al seggio.

Andando a votare per la prima volta pensavo di avere un futuro migliore, visto che ho sempre vissuto senza debiti ma nella miseria”.

Mandorlini Pierina, 95 anni.

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