E' il 16 maggio 2016, siamo in una strada isolata lungo la via dell'Isolotto, zona nord di Firenze, è una domenica come tante. Ma non per Michela Noli 31 anni, brutalmente uccisa con 20 coltellate da Mattia Di Teodoro 33 anni, che a sua volta si uccide tagliandosi la gola. I due erano marito e moglie, ma da poco più di un mese si erano separati. Il movente, secondo gli inquirenti, sembra essere la gelosia. Questa tesi viene avvalorata da un biglietto ritrovato nell'auto, in cui l'uomo spiega che avrebbe ucciso la ex moglie "facendogli pagare" la separazione improvvisa dopo due anni di matrimonio.
Domenica sera la donna è stata contattata dall'ex che si è presentato sotto casa sua in auto con la scusa di restituire una valigia con le sue cose. Lei si fidava, e l'ha raggiunto per questo ultimo incontro. Ed è a questo punto che i dettagli fanno la differenza. In questo caso specifico bisogna fare molta attenzione alle parole. Le parole sono molto importanti, più di quanto si possa immaginare. Come ha scritto il filosofo francese, Brice Parain, detto non a caso lo Sherlock Holmes del linguaggio, le parole sono pistole cariche. Ed è per questo che Michela doveva evitare l'ultimo incontro, quello chiarificatore, quello che avrebbe dovuto mettere il punto. Perchè la parola Ultimo non è stata messa li per caso, ha una valenza ben precisa.
Anche perché, qualche giorno prima della sua morte,dopo numerosi messaggi e chiamate insistenti da parte dell'ex marito, Michela sembra avesse detto ad alcune colleghe che aveva paura e che stava pensando di denunciarlo per stalking. Sono tanti i motivi che permettono il ripetersi di una trama apparentemente banale. Spesso i tentativi dell'ex di riallacciare il rapporto generano nella donna complesse e confuse emozioni. La persistente forma di vittimizzazione dell'ex partner , porta la persona che la subisce ad interrogarsi sui propri atteggiamenti e a sentirsi in qualche modo responsabili delle azioni del persecutore. Ed è per questo,che donne come Michela, finiscono sempre per accettare questo ultimo incontro.
Le modalità sono sempre le medesime: un appuntamento in macchina, a casa o in strada per chiarirsi, "sarà l'ultimo" dice lui, ed è sincero. Sarà davvero l'ultimo perché la sua intenzione è quella di uccidere. Quindi, quando vi chiederà "vediamoci un ultima volta" e magari aggiungerà "questo me lo devi per tutto quello che c'è stato tra di noi" rammentate che vi sta chiedendo il permesso di uccidervi. Allora non andate all'appuntamento, siate furbe, salvate la vostra vita ed impedite a lui di diventare un assassino.
Giulia Meozzi