
Si è riunita oggi all’ospedale San Luca di Lucca, alla presenza del direttore generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest Maria Teresa De Lauretis, la conferenza dei sindaci della zona Piana di Lucca dell’Azienda USL Toscana nord ovest.
Al centro della discussione l'ospedale San Luca di Lucca.
La Conferenza ha approvato a questo riguardo un ordine del giorno con il quale l'organismo si impegna, tra l'altro, a chiedere risposte certe all'Azienda e alla Regione Toscana in merito alle eccellenze maturate nel tempo, che caratterizzeranno l’ospedale San Luca nella rete ospedaliera di area vasta, ad avviare riunioni con il personale medico e con gli altri operatori del San Luca, insieme all’Azienda e alle parti sociali, perché siano definite le attuali problematiche organizzative e perché la sanità lucchese sia a pieno titolo garanzia di grande qualità e di alta professionalità nella rete ospedaliera della nuova Azienda.
Verranno inoltre chieste alla Regione Toscana periodiche verifiche dei livelli di efficienza ed efficacia raggiunti, di valutazione dei livelli di benessere e sicurezza garantiti all’interno dell’ospedale San Luca, affinché i cittadini abbiano la certezza di usufruire del servizio di alta qualità che è proprio della sanità lucchese.
“Riteniamo fondamentale – ha detto a questo proposito il presidente della Conferenza Zonale Alessandro Tambellini – che ciò che a Lucca abbiamo conquistato nel tempo in termini di capacità e professionalità sia non solo conservato ma anche sviluppato nell'ambito della rete ospedaliera e territoriale dell'Azienda USL Toscana nord ovest.
In questa fase di riorganizzazione il nostro impegno è indirizzato proprio verso questo obiettivo, per noi sindaci prioritario. L'ospedale San Luca è una struttura a valenza provinciale che esprime delle eccellenze ormai consolidate nel tempo: rafforzarle, come abbiamo chiesto anche oggi, significa tenere alto il livello qualitativo di tutto l'ospedale e dell'intera sanità lucchese”.
La dottoressa De Lauretis ha quindi risposto in maniera puntuale ad una serie di quesiti posti dagli amministratori presenti alla riunione.
Ha evidenziato che l'Azienda USL Toscana nord ovest si trova in una fase delicata della riorganizzazione, in cui si sta modificando la struttura decisionale con una prima importante tappa già entro il mese di giugno.
“Sono già stati uniformati – ha spiegato la dottoressa De Lauretis - alcuni aspetti come il sistema RIS PACS (da un qualunque punto del territorio aziendale si vedono già le immagini radiologiche dei pazienti); si sta lavorando nella stessa ottica per avere un unico sistema per laboratori, sale operatorie, Pronto Soccorso. In questi mesi i gruppi di lavoro di professionisti che abbiamo costituito hanno operato bene, ma adesso si sta concludendo l'iniziale spinta propulsiva di questi gruppi ed è necessario avviare la nuova organizzazione”.
Entrando nel merito dei temi trattati dai sindaci, la direttrice generale ha sottolineato che l'ospedale San Luca di Lucca è uno dei tre ospedali di livello più alto, in quanto ex provinciali, della rete aziendale e che per questo ha al suo interno delle specialità (come Radioterapia, Medicina Nucleare e Malattie Infettive) che altri non hanno e che verranno mantenute e valorizzate.
Per questo Lucca ha un suo importante ruolo da giocare nell'ambito della programmazione di area vasta.
La dottoressa De Lauretis ha parlato anche della difficoltà, a Lucca come altrove, a reperire personale di alcune specialità: “Purtroppo per alcuni settori, come il Pronto Soccorso e la Radiologia, non ci sono proprio graduatorie dalle quali attingere. Stiamo però lavorando per garantire un organico adeguato anche, al limite, con contratti libero professionali”.
Ha poi affrontato due argomenti che spesso vengono indicati, in riferimento all'ospedale san Luca, come elementi carenti: l'organizzazione per intensità di cura e il project financing.
Sul primo punto la direttrice ha evidenziato che mettere in relazione il modello di intensità di cure con quanto accaduto nelle scorse settimane all’ospedale di Lucca è pretestuoso:
“Il fatto che all’ospedale San Luca sia stato applicato il modello per intensità di cura non è collegabile ad eventi avversi come quello avvenuto a Lucca.
Il modello per intensità di cura riguarda infatti esclusivamente i reparti di degenza, con un’organizzazione non più per specialità ma per complessità, e non prevede alcun cambiamento ad esempio per la diagnostica o per l’attività che viene svolta quotidianamente nelle sale operatorie o negli ambulatori.
L’adozione di questo modello per le degenze è inoltre fissato dalla legge regionale 40 del 2005 e per questo a Lucca la nuova organizzazione era già stata attuata nel vecchio ospedale Campo di Marte, pur con i limiti di una struttura non adeguata, nei due anni precedenti al trasferimento delle attività al San Luca.
Adesso tutte le nuove costruzioni di presidi ospedalieri si basano anche strutturalmente su tale modello che consente - grazie in particolare alle figure del medico tutor e dell’infermiere referente - di migliorare la presa in carico del paziente, ponendolo ancora di più al centro dell’attenzione, e di favorire l’interazione tra specialità diverse.
Questa nuova organizzazione non incide sul numero dei medici, mentre per quanto riguarda l’assistenza infermieristica c’è una precisa indicazione, che viene sempre rispettata, sulla presenza di operatori che deve essere garantita in base ai posti letto (ad esempio un infermiere ogni due letti per la terapia intensiva e un infermiere ogni quattro letti per la subintensiva).
Con la nuova organizzazione per aree multispecialistiche, inoltre, la gestione dei ricoveri (sia programmati che urgenti) permette di utilizzare i posti letto in maniera più razionale, e di mettere assieme per quanto possibile gli spazi, la logistica e il personale. L’ottimizzazione delle risorse e lo snellimento dei percorsi permettono di evitare sprechi e rappresentano, quindi, una grande opportunità per l’Azienda e per i suoi operatori”.
Sul project financing la dottoressa De Lauretis ha ribadito che la proprietà dell'ospedale è dell’Azienda USL Toscana nord ovest). Il concessionario ha in gestione i servizi non sanitari (manutenzione, pulizie, verde, trasporti, ristorazione, lavanderia, ecc.) e commerciali (parcheggi, bar, negozi, edicola etc) per 19 anni.
Non cambierà quindi niente dal punto di vista dell'assistenza e comunque - ha precisato la direttrice sanitaria - la vendita delle quote sarebbe solo da parte di Astaldi e sarebbe poi, in ogni caso, subordinata a certe garanzie e condizioni: non potrà mai essere effettuata prima del completamento del collaudo tecnico-amministrativo (sono stati fatti tutti i collaudi funzionali necessari per l'entrata in esercizio dei 4 ospedali, ma deve essere terminata la verifica degli aspetti amministrativi) e comunque, nel caso di eventuale subentro nelle quote, dovranno essere rispettate tutte le norme previste dagli appalti pubblici (certificati anti-mafia etc).
Fonte: Ufficio Stampa USL Toscana nord ovest
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