Negli ultimi anni negli istituti superiori dell’Empolese Valdelsa si sono diffuse le figure dei ‘tutor’: studentesse o studenti formati che si mettono a disposizione dei coetanei per assisterli e rendere il loro arrivo nella nuova scuola un’esperienza più semplice, meno traumatica, più divertente, cercando di far conoscere il nuovo ambiente e facendo integrare la ‘matricola’ in modo graduale.
Ieri mattina, lunedì 23 maggio, il Cenacolo degli Agostiniani, ha ospitato l'incontro di confronto e restituzione delle esperienze di "Peer Education" realizzate negli Istituti superiori dell'Empolese-Valdelsa finanziati con le risorse regionali dei PEZ 2015-2016 e con il coordinamento del Centro Studi ‘Bruno Ciari’.
Per l'amministrazione comunale di Empoli ha coordinato gli interventi l'assessore alla cultura Eleonora Caponi che ha portato il saluto del sindaco Brenda Barnini e della Conferenza Zonale dell'Istruzione.
Erano presenti circa un centinaio di alunni dei sei Istituti Superiori: Checchi di Fucecchio, Enriques di Castelfiorentino, Fermi-Da Vinci, Pontormo, Ferraris-Brunelleschi e Virgilio di Empoli). Ragazze e ragazzi che erano in rappresentanza anche degli altri numerosi studenti che hanno partecipato alla formazione dei tutor e che per tutto l'anno hanno ricoperto questo ruolo fondamentale in numerosi progetti di accoglienza e sostegno motivazionale e didattico.
Si è trattato di una mattina densa di racconti e di esperienze tutte tese a dimostrare come le attività di "educazione tra pari" siano di fatto percepite dai ragazzi come un punto ormai indispensabile per la costruzione del clima di benessere scolastico.
Tutti i gruppi di tutor hanno affrontato un percorso di formazione sulla comunicazione e sull'ascolto attivo. Ciascuna scuola ha poi declinato in maniera diversa ed originale le proprie attività di accoglienza e di supporto ai ‘primini’, cioè i ragazzi nuovi iscritti.
E' stato importante ascoltare le esperienze dei ragazzi e degli insegnanti ma soprattutto comprendere come spesso dietro l'insuccesso scolastico si nascondano anche difficoltà di adattamento al nuovo ambiente.
I tutor nell'Empolese-Valdelsa sono ormai esperienza consolidata e rappresentano di fatto una vera e propria "buona pratica scolastica". Nessuno meglio dei coetanei può rappresentare per un alunno in difficoltà un punto di riferimento con cui aprirsi, dialogare e trovare strategie efficaci di superamento. La dispersione scolastica costituisce oggi uno dei problemi centrali della scuola italiana e si esplicita, in particolare, con un elevato tasso di ripetenze ed abbandoni.
Alla base del fenomeno, peraltro, sono da individuare aspetti interni alla scuola oltre che elementi che caratterizzano la vita sociale. In virtù di tali ragioni il Centro Studi “Bruno Ciari” ha promosso, con il concorso delle scuole secondarie, un progetto contro la dispersione, finanziato dal Circondario Empolese Valdelsa sull’apposita misura del Fondo Sociale Europeo.
La ricerca e le migliori esperienze realizzate in questi anni, in ogni caso, hanno rilevato come il gruppo dei pari costituisca per l’adolescente un contesto imprescindibile per la costruzione dell’identità. I coetanei fungono infatti da agenti di socializzazione e consentono al ragazzo di mettersi alla prova, trovando comunque degli interlocutori con cui può confrontarsi senza timori reverenziali.
L’attività di formazione dei tutor ha l’obiettivo di attivare un naturale processo di passaggio di conoscenze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari status.
Il lavoro di Peer Education è un naturale agente protettivo verso episodi di bullismo: il neo arrivato si sente protetto dal gruppo ed è meno soggetto a essere individuato come vittima da chi avrebbe cattive intenzioni. Non solo, il clima positivo va a annullare situazione di tensione, humus per fenomeni quale il bullismo.
Significative le parole della dottoressa Monica Balli, pedagogista, una delle formatrici dei gruppi di tutor: «Il percorso scolastico è come una pianta che va annaffiata costantemente e di cui ci dobbiamo prendere cura. Gli insuccessi vanno accolti e compresi ed è importante affiancare i ragazzi in questo percorso di crescita....».

Fonte: Comune di Empoli - Ufficio Stampa