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Il mio corpo è un'opera d'arte, al teatro Puccini in scena 19 pazienti oncologiche

Lo spettacolo al teatro 'Puccini'

Diciannove donne che hanno vissuto l'esperienza della malattia oncologica debuttano al Puccini. Andrà in onda domani, mercoledì 25 maggio alle ore 20,45, sul palcoscenico del Teatro Puccini lo spettacolo “Il mio corpo è un'opera d'arte dal cancro al burlesque”, frutto del progetto Women Life Love, ideato da Francesca Sanità dell’associazione Arbus e realizzato in collaborazione con Lega Italiana per la Lotta contro i tumori – Sezione di Firenze ONLUS, Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica e il Centro di Riabilitazione Oncologica (CeRiOn).

Lo spettacolo è dedicato a Carla Andreini, moglie di Michele Di Grande che ha finanziato un’ampia parte del progetto. Le pazienti-attrici sono Alessandra Allori, Alessandra Sieni, Alessandra Sbolci, Doriana Masi, Tamara Gonnelli, Maria Laura Marino, Laura Scarpitti, Carla Calvaresi, Carla Cerbai, Cristina Galletti, Maria Fumarolo, Claudia Marucelli, Graziella Carboni, Luisa Libretti, Elisabetta Vannini, Giuliana Bongianni, Maria Francesca Torselli, Simona Capigatti, Giulia Semplici. Le donne sono state seguite da un team di esperti tra cui Alessandra Gori psicologa, psicoterapeuta conduttrice dei gruppi di teatro-terapia e le responsabili del Ce.Ri.On., Maria Grazia Muraca, medico chirurgo e Giovanna Franchi, psiconcologa.

“Con il mio corpo è un'opera d'arte  - spiega la regista Francesca Sanità che ha vissuto anche lei l’esperienza della malattia - vogliamo mettere in scena i ricordi, le emozioni, i pensieri che tutte noi abbiamo avuto o provato nelle varie fasi del cancro, dal momento in cui, nella nostra vita è arrivata la notizia della diagnosi fino a quello in cui ci troviamo ora, con una grande cosa in comune: vivere la vita con un boa rosso al collo, qualsiasi cosa ci stia succedendo”.

I testi sono stati scritti dalle soubrettes, rivisti dalla drammaturga Chiara Guarducci. Lo spettacolo nasce dalle risposte che le pazienti hanno dato a Francesca Sanità rispetto ad alcuni quesiti; altre scene sono scaturite invece dai ricordi che le pazienti hanno in comune o da situazioni che hanno vissuto nel corso dell’anno.

"Faccio l’esempio della risonanza magnetica - aggiunge Sanità -  che mi è venuta in mente il giorno in cui sono andata a fare la risonanza, i suoni strani che ho udito dentro al "tubo" a occhi chiusi li ho trasformati in una musica, così è scaturita l’idea della scena che ho poi condiviso con le soubrettes”. “Ci sono stati momenti difficili  - aggiunge - in cui alcune persone hanno scelto di non continuare il percorso; ci sono state persone che hanno dovuto interrompere per le cure e a tutte va un mio grande abbraccio, le soubrettes che sono in scena hanno superato con forza le difficoltà e le paure che hanno provato e ne sono uscite ancora più forti e più belle.

Ho visto delle trasformazioni incredibili, delle vere metamorfosi. Abbiamo anche affrontato dei grandi tabù legati alla malattia, primo fra tutti la sessualità durante la malattia. Anche in questo caso ci siamo addentrate insieme in territori spinosi, spesso percorsi in solitudine e con vergogna. Mi sono sentita sin dall’inizio una di loro perché io sono una paziente e quindi non ho avuto il timore di ferire o di avere un atteggiamento non appropriato. Un caloroso ringraziamento a tutte loro che mi hanno permesso di vivere un’esperienza straordinaria".

Hanno collaborato alla realizzazione dello spettacolo Chiara Guarducci per il testo, Marco Ulivieri per i contributi video, Antonio Musa per i costumi, Marco Falai alle luci e Leonardo Granchi ai suoni, Marco Toloni e Viola Panik per contributi artistici, Daniela Barucci per l'organizzazione e Luca Ruggeri per la scenografia.

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