
Il Progetto Rebeldìa e Africa Insieme organizzano una due-giorni di seminari e laboratori dal titolo “Superare la marginalità abbattendo i confini”, che si terrà venerdì 20 e sabato 21 maggio presso il polo Carmignani.
“Da tempo sentiamo l’esigenza – dicono gli attivisti – di riflettere sui tanti confini che l’Europa erige ogni giorno. Ci sono le frontiere fisiche, materiali, quelle che delimitano gli Stati: sono le frontiere che in questi mesi vengono recintate con fili spinati, muri e cordoni di polizia, quasi a ribadire la violenza e l’esclusione che ogni confine porta con sè. Ne abbiamo visto esempi drammatici al Brennero, ma anche in Ungheria, in Croazia, in Bulgaria".
Esiste però un’altra frontiera, che rischiamo di non vedere: è quella, invisibile, che all’interno dei singoli paesi separa gli “esclusi”, li tiene a distanza, li emargina e li segrega. Le nostre città sono sempre più circondate da ghetti, baraccopoli, campi, insediamenti dell’esclusione e della marginalità: chi abita in questi luoghi è percepito come “altro”, come straniero, anche quando vive in Italia da molti anni, anche quando è nato qui e abita qui da sempre.
“Tra i gruppi segregati nella nostra città”, spiegano gli attivisti delle associazioni, “ci sono i rom: dopo che le ruspe democratiche hanno abbattuto il campo della Bigattiera, dopo che intere famiglie sono state cacciate da Coltano e da Putignano, l’amministrazione Filippeschi ha ripreso a criminalizzare questi gruppi, dipingendoli come un pericolo per la città”.
Come spiega Africa Insieme, da anni ormai l’unica politica della Giunta è quella degli sgomberi. “Le norme europee dicono chiaramente che gli sgomberi sono illegali, se non si trovano soluzioni abitative per chi viene sfrattato: eppure, l’amministrazione ha continuato con gli interventi di smantellamento dei campi, proponendo addirittura una riduzione del numero di rom in città. Quasi che l’essere rom rappresenti una colpa in sé e per sè”.
Il convegno - organizzato al Polo Carmignani - si propone di rigenerare un discorso sulla cittadinanza e smantellare quei confini che allontanano i cittadini più svantaggiati dall’accesso ai diritti e ai servizi pubblici. L’intento è proseguire un percorso che passi attraverso la riattivazione, l’allargamento di reti solidali capaci di de-costruire la dilagante “guerra tra poveri” e di lavorare in sinergia, affinché le politiche di espulsione delle minoranze etniche, dei più poveri e dei non-collocabili non trovino, appunto, cittadinanza.
Si inizierà venerdì 20 maggio alle ore 15 con due laboratori: “Dagli sgomberi a idee nuove per politiche abitative inclusive” dove sarà presente Carlo Stasolla, Presidente dell'Associazione 21 Luglio-Roma, e poi un secondo laboratorio su “L’informazione che non discrimina?” con la partecipazione di Domenico Guarino, giornalista della Carta di Roma. Alle ore 18 vi sarà una visita al campo rom di Via Maggiore coordinato da Africa Insieme che da anni tesse un filo virtuoso in difesa delle comunità rom e sinti. Alle ore 21:30 si conclude con l'incontro: “Superare la marginalità iniziando da nuove politiche abitative" con Luca Bravi, ricercatore Università di Chieti e Sergio Bontempelli, presidente di Africa Insieme. Vi sarà inoltre un video-intervento di Moni Ovadia.
La giornata di sabato sarà invece dedicata alle proposte concrete di opposizione alle politiche securitarie e xenofobe attraverso la prosecuzione dei workshop tematici e l'assemblea plenaria del pomeriggio. Così concludono gli organizzatori: “Da quella che ci piace chiamare l'altra città - la città solidale, accogliente e mai stanca di denunciare la violenza e i soprusi che si perpetrano sulla pelle di chi ha meno possibilità di difendersi - riparte un percorso di aggregazione e costruzione di percorsi condivisi, fino all'ultimo confine”.
Fonte: Ufficio Stampa
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