Si tratta di Scolia e non di vespa velutina, contrariamente a quanto temuto e scritto nei giorni scorsi sulle cronache locali.
Non si tratta, dunque, del primo caso in Toscana di vespa velutina, calabrone predatore delle api, il cui nido è stato rimosso nei giorni scorsi.
Lo confermano i veterinari dell’unità operativa semplice Sanità Animale di Empoli (diretta dalla dottoressa Donatella De Monte con master in patologia apistica), che hanno provveduto a catturare alcuni soggetti, intervenendo immediatamente sul posto (a Castelfiorentino) appena appresa la notizia ed escludendo che si trattasse di vespa velutina
Inviati per la tipizzazione, gli insetti sono stati classificati dal CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria) di Firenze come Scolie, Imenotteri appartenente alla famiglia Scoliidae, innocui per l’uomo dato che i maschi non possiedono pungiglione e le femmine, anche se dotate, non sono aggressive e non attaccherebbero se non minacciate. Conducono vita solitaria e non costruiscono nidi.
Va sottolineato il ruolo ecologico per cui queste specie andrebbero salvaguardate.
Gli adulti, maschi e femmine, si nutrono di nettare e svolgono, quindi, un servizio di impollinazione, specialmente sui fiori di aglio e cipolla e su molte Compositae.
Le femmine sono parassitoidi, cioè depongono le uova all’interno del corpo di Coleotteri Cetoniini, come la Cetonia aurata che arreca danni alle rose e altri Scarabeidae, che svernano in ceppaie marcescenti.
Le Scolie, anche se possono destare grandi preoccupazioni in virtù delle loro notevoli dimensioni tanto da essere scambiate per calabroni, svolgono, invece, un fondamentale servizio di impollinazione e di contenimento di insetti fitofagi che, lasciati pullulare, danneggerebbero i giardini, inducendo un evitabile consumo di fitofarmaci.