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Attacchi dei lupi, audizioni in commissione, focus sulla Maremma

(foto: Wikipedia, kachnch)

Gli attacchi dei lupi continuano a rappresentare un’emergenza in gran parte del territorio toscano, con particolare intensità nella provincia di Grosseto. La commissione regionale presieduta da Gianni Anselmi, che si occupa di sviluppo rurale, agricoltura, caccia, zootecnia, ha sentito ieri, martedì 10 maggio, in una audizione molto partecipata, i soggetti istituzionali, le associazioni degli allevatori, dell’ambiente e dei cacciatori. Hanno partecipato all’audizione il comando regionale del corpo forestale dello Stato, l’istituto zooprofilattico sperimentale, Cia, Confagricoltura, Coldiretti Federcaccia e Lav, studiosi specialisti della materia. Il corpo forestale – era presente il comandante regionale Giuseppe Vadalà – ha consegnato una relazione incentrata principalmente sul territorio del grossetano, per il quale la comandante provinciale di Grosseto, Alessandra Baldassarri, ha illustrato il quadro attuale. Nel 2015, nella provincia di Grosseto, ci sono state 476 denunce di episodi di predazione, con mille e 210 capi morti (pecore e agnelli). “Le aziende che hanno subito attacchi nel 2015 sono 193 su un totale di mille e trecento registrate” e, tra queste, “quelle che hanno subito più di due attacchi sono 55”. Nei primi quattro mesi del 2016, le denunce sono dimezzate, “dalle 202 tra gennaio e aprile 2015 alle 101 dei primi quattro mesi di quest’anno”.

Il presidente Anselmi ha confessato “un senso di incompiutezza”, che è emerso dalle audizioni, rispetto ad un problema “che non ha ancora trovato piena soluzione”. La strada da percorrere “deve essere quella della ricerca di un equilibrio tra le esigenze delle attività degli allevatori, che sono parte costitutiva dell’economia e dell’identità toscana, e la tutela della biodiversità”. Ha fatto riferimento anche “alle proposte avanzate dal corpo forestale”, in particolare: applicazione in tutti i territori del modello di collaborazione istituzionale sperimentato a Grosseto, realizzazione di un tavolo permanente di confronto, potenziamento dei sistemi di prevenzione e miglioramento del risarcimento dei danni, diretti e indiretti, subiti dagli allevatori.

Misure tese a “rientrare nell’ambito della fisiologia della predazione – ha proseguito Anselmi –, che in questi ultimi anni è stata oltrepassata”. Anselmi ha ricordato anche la mozione approvata l’estate scorsa a larga maggioranza in Consiglio regionale, che recepiva l’accordo del 2014 in materia di interventi di conservazione del lupo e per le misure di monitoraggio, prevenzione e contenimento del fenomeno predatorio, sottoscritto dalla Regione con le organizzazioni dei Comuni e delle Province, le Asl di Siena e Grosseto, Coldiretti, Confagricoltura, Cia, le associazioni ambientaliste. “Si prendevano una serie di impegni e nello stesso tempo si garantiva la tutela della specie”. Fu deciso subito dopo l’inizio di avviare un piano di cattura e sterilizzazione degli ibridi nelle province di Grosseto e Arezzo. “Si decise anche di rafforzare, lavorando presso l’Unione europea gli indennizzi alle aziende colpite, per il superamento del limite di 15mila euro previsto dalla normativa ‘de minimis’, cumulati in un arco temporale di tre anni”. Il documento “avviava un percorso di sperimentazione, ma anche di monitoraggio del fenomeno”.
“Proseguiamo sulla strada intrapresa – ha proposto Anselmi –, teniamo conto delle sensibilità molteplici e del contributo che può provenire dalla scienza, per contemperare i vari interessi generali in gioco e riuscire a perfezionare una risposta che dia risultati di lungo periodo”.
Apertura anche dalla vicepresidente Irene Galletti: “Bisogna guardare la questione sotto vari profili, quello ambientale, ma anche quello economico. Emerge un punto fondamentale: servono dati numerici attendibili”. La consigliera non considera corretto “considerare la difficoltà economica legata direttamente alla presenza del lupo. Il vero problema è la predazione”, per la quale non deve essere cercato “un approccio ideologico, in un senso o nell’altro”. Si tratta, piuttosto, di cercare una soluzione attraverso il confronto e con una serie di risposte, “probabilmente a metà strada, rispetto alle esigenze rappresentate, andando a risolvere i problemi degli allevatori e seguendo gli indirizzi di tutela dell’ambiente, degli animali. Penso anche – ha aggiunto Irene Galletti – che si debbano rivalutare nuove modalità di rimborso dei danni subiti dagli allevatori, così come deve essere affrontata a fondo la questione degli ibridi”.

“Non ho sentito spiegare come sia avvenuta questa massiccia presenza di lupi in Toscana”, ha osservato il consigliere Roberto Salvini. “Dove c’è eccesso di lupi, c’è sempre un allevamento – ha aggiunto –. È in atto una immissione nel nostro territorio. La Regione Toscana ha investito un sacco di soldi per rilanciare l’agricoltura, non possiamo permettere che ci siano soggetti estranei che danneggiano il lavoro dell’uomo. Al centro deve rimanere l’attività dell’uomo, è da quella che nasce la nostra ricchezza. L’eccesso di cinghiali e l’eccesso di lupi non ce lo possiamo permettere. Non ci possiamo permettere di perdere mille pecore l’anno”.

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