
Il sindaco aveva indicato di non cantare 'Bella ciao' e altri canti politici durante le cerimonie ufficiali del 25 aprile nel suo comune, Piancastagnaio (Siena), sull'Amiata. Ma l'Anpi ed altre sigle hanno organizzato una contromanifestazione dove la canzone, che tradizionalmente accompagna la giornata per celebrare la Liberazione, è stata intonata lo stesso. "Non ho proibito di cantare 'Bella Ciao', ma poiché sono il sindaco di tutti e la festa del 25 aprile è di tutti, ho chiesto che nel momento istituzionale non fossero intonati canti partigiani, tra cui quello", ha spiegato il sindaco Luigi Vagaggini, espressione di una lista civica, aggiungendo: "Mi sembra un caso che non esiste".
Nei fatti, a Piancastagnaio ci sono state due iniziative. Quella con un corteo col gonfalone comunale, col sindaco e le autorità che hanno reso omaggio, come da programma, alle vittime della guerra, ricordate da due monumenti del paese: uno per i caduti di tutte le guerre, un altro, un cippo, dedicato al martirio di due partigiani del posto uccisi nel 1944. Presso questi luoghi sono state deposte corone e osservati minuti di silenzio. La banda del paese ha suonato l'Inno di Mameli. Invece l'Anpi, con alcune decine di partecipanti, ha realizzato la contro-iniziativa con un corteo diretto al cippo dei partigiani uccisi dove, disattendendo alle indicazioni del sindaco Vagaggini, i partecipanti hanno cantato 'Bella Ciao' e anche anche l'inno nazionale. La vicenda ha però sollevato l'indignazione di tante persone, oltre la locale sezione Anpi. Condanna per la decisione del Vagaggini è stata espressa, tra gli altri, da molti sindaci della provincia di Siena, dal segretario provinciale del Pd Silvana Micheli e dai consiglieri regionali Pd Stefano Scaramelli e Simone Bezzini.
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