Un “grandissimo e prestigioso artista” le cui opere “si intrecciano con il tessuto storico di Certaldo, bellissimo borgo della Val d’Elsa fiorentina, patria di Boccaccio, che nella sua parte vecchia, il Castello, mantiene tutto il fascino del borgo medioevale”. Così il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha introdotto la mostra di Luca Macchi ‘Immagine del Mito’ che sarà inaugurata sabato 23 aprile (ore 16.30) e resterà aperta fino al prossimo 19 giugno.
Una personale curata da Andrea Mancini, organizzatore della Factory culturale “La conchiglia di Santiago”, presentata in conferenza stampa a palazzo Panciatichi, allestita nelle sale del suggestivo Palazzo Pretorio di Certaldo, che offre l’occasione unica per conoscere il lavoro di un’artista sempre alla ricerca e con una profonda vena lirica. “La mostra di Macchi – ha osservato il consigliere regionale Enrico Sostegni - rende bene quello che deve essere la Toscana nel mondo: una sintesi tra paesaggio, cultura, conoscenza viva del passato e del presente”.
A spiegare la stagione espositiva organizzata in Palazzo Pretorio che per tutto il 2016, e fino a gennaio 2017, vedrà un susseguirsi di progetti legati dalla parola #ilviaggio, l’assessore alla Cultura del comune di Certaldo Francesca Pinochi: “Anche la mostra di Macchi rappresenta un viaggio per spiegare il significato di vivere in maniera emozionale, e con una dimensione narrativa, i contenuti di un palazzo tra i più prestigiosi della Toscana”. “Le opere di Macchi dialogano in piena armonia con gli affreschi presenti nell’antica dimora dei conti Alberti.
Le sue raffigurazioni sono anzi un rimando continuo di informazioni che ci offrono un diverso modo di riflettere e di interrogarci, anche su contenuti di stringente attualità”. Se Certaldo può essere il “centro di una programmazione culturale importante di arte contemporanea” è anche grazie al contributo della Regione e del Consiglio e della banca Carifi che ha “dimostrato, una volta di più, quanto sia importante investire in cultura” ha concluso Pinochi. Andrea Mancini ha ricordato di aver curato la mostra ma “soprattutto l’incontro tra il maestro Giuliano Scabia e l’artista”.
“Luca ha incrociato molti poeti, tra questi Mario Luzi. Quello con Giuliano ha scatenato la nascita di una serie di opere bellissime”. Giuliano Scabia, poeta, drammaturgo, regista, attore, tra i padri fondatori del nuovo teatro italiano, autore di un testo in catalogo, ha raccontato di essere stato “colpito dal guardare ingenuo di Luca. Nella sua incertezza e nel suo modo quasi dubbioso di osservare, ho visto una voglia continua di cercare che è un po’ il segno delle rarissime persone che possiedono la poesia”. Beatrice Mengoni, in rappresentanza di Carismi, ha spiegato che tra la “mission di una banca del territorio c’è anche quella di sostegno alla cultura e all’arte. Questa mostra è una testimonianza importante della sinergia che si può attivare nel tessuto sociale”.
La personale è stata realizzata con il patrocinio di Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Unione dei Comuni Empolese Valdelsa, Accademia delle arti del disegno e sponsorizzata dalla Cassa di risparmio di San Miniato.
