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Un uomo e una donna furono i modelli della Gioconda di Leonardo

La Gioconda di Leonrado da Vinci

Da decenni si sono formulate parecchie teorie inerenti il rapporto fra il dipinto della Gioconda e Leonardo. Chi sostiene che Leonardo si sia avvalso di un modello, ma diversi storici lo individuano in diverse nobil-donne, da Lisa Gherardini, a Pacifica Brandano, Caterina Sforza, Isabella d’Aragona e altre. Chi sostiene che si tratta del suo allievo prediletto, il Salai; altri che la Gioconda sia un autoritratto e infine chi asserisce che sia una costruzione fantastica e idealizzata. Si tratta di tesi storiche diverse e contrastanti alimentate e giustificare dai pochi riferimenti storici a disposizione. Silvano Vinceti, responsabile della ricerca sui resti mortali della Lisa Gherardini, ha dichiarato “ grazie al sapiente utilizzo delle fonti storiche e dei risultati delle moderne tecnologie indagative a disposizione, è stato possibile giungere ad un risultato poggiante su fondamenti solide ed oggettive. Diverse sono i documenti ha sostegno della tesi che la Lisa Gherardini fu la prima modella di cui si avvalse Leonardo, ma rimaneva un alone di nebbia e incertezza.

Ora grazie alla disponibilità della prima, delle tre stratificazione emerse dall’esame a raggi infrarossi, realizzato anni addietro, sulla Gioconda del Louvre, si può dare una risposta solida. Nella prima, quella che diede inizio a questa grande avventura pittorica, la Gioconda appare malinconica e triste. Giorgio Vasari nella storia dei grandi artisti nella parte dedicata a Leonardo scrisse che: Francesco del Giocondo, marito di Lisa Gherardini, per far ridere la moglie malinconia e triste chiamò giullari e clown, mentre Leonardo la ritraeva; il povero Vasari non venne creduto. Leonardo nel sua opera “ Trattato di pittura”, scrisse che il grande pittore non devo solo riprodurre le sembianze fisiche del suo modello ma , cosa più difficile, tradurre in sembianze fisiche la sua interiorità. Leonardo vide la Gherardini triste e così la tratteggiò. Tre prove certe che ci permettono di individuare in modo definitivo nella Lisa Gherardini la prima modella di cui si avvalse.

Il secondo modello che utilizzò nel lungo periodo di gestazione di questo capolavoro pittorico e spirituale, fu Gian Giacomo Caprotti detto – il Salai-. Leonardo si avvalse del Salai in sue varie opere: l’Angelo Incarnato, il Sant’ Anna, e nel suo ultimo capolavoro il San Giovanni Battista. Anche in questo caso vi sono solo indiretti documenti storici a disposizione ma, solo grazie alla applicazione del Photoshop avanzato, è stato possibile compiere una accurata sovrapposizione di alcuni particolari fra, la Gioconda del Louvre , i dipinti sopra menzionati. In particolare ci siamo avvalsi del San Giovanni Battista. Si è riscontrato una impressionante corrispondenza fra la componente del naso e della fronte della Gioconda e il dipinto messo a confronto; una similitudine fra il sorriso della Gioconda e quelli presenti nei dipinti con modello il Salai. Grazie a tali prove tecniche si può sostenere con forte basi oggettive che oltre alla Gherardini, Leonardo si avvalse del Salai….”

Al fine di rendere possibile una diretta costatazione del risultato della ricerca alleghiamo due pdf, nel primo, sono riportati le immagini in bianco e nero del disegno emerso, grazie ai raggi infrarossi, nella prima stratificazione della Gioconda del Louvre, con evidenziazione del particolare della bocca; schede sintetiche di natura storica. Una serie di immagini delle corrispondenze con alcuni particolari del San. Giovanni Battista e la Gioconda del Louvre. Nel secondo viene proposto un breve video in cui avviene la sovrapposizione fra il viso presente nel San Giovanni Battista e la Gioconda del Louvre.

 

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