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Referendum, nel Pd c'è chi chiede di andare a votare: in primis il sindaco Mangani

Giulio Mangani

"Il referendum del 17 aprile promosso da 9 regioni, nel quale si chiede agli italiani se vogliano abrogare la norma che consente il rinnovo automatico delle estrazioni di gas e petrolio entro le 12 miglia marine, dà l'opportunità di rompere finalmente i monopoli delle concessioni estrattive perenni in rispondenza alle regole europee sulla libera concorrenza e rappresenta anche un’ottima occasione per ribadire una volta per tutte quale percorso intraprendere in tema di approvvigionamento energetico. Un percorso, riteniamo noi, che porti il nostro paese a diventare leader mondiale nel settore delle energie rinnovabili.

Il governo, e il settore pubblico in generale, saranno chiamati a giocare un ruolo cruciale in questa partita, tanto nel destinare somme significativamente crescenti di spesa pubblica a investimenti in ricerca e sviluppo nel settore delle rinnovabili, quanto nell’agevolare gli investimenti dei privati in tale settore. Il governo italiano non sta andando in questa direzione. L’UNEP (il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) nel suo ultimo rapporto del 2015 dichiara che l’Italia ha visto gli investimenti in energie rinnovabili scendere sotto 1 miliardo di dollari, facendo registrare un calo del 21% rispetto al 2014 e una drastica riduzione rispetto agli oltre 30 miliardi di investimenti del 2011.

Investire in energie rinnovabili è essenziale, per molti motivi.

Il nostro paese deve promuovere crescita e sviluppo in mercati in forte espansione, ad alta tecnologia, a basso impatto ambientale e in grado di attrarre investimenti diretti esteri. Il settore delle rinnovabili corrisponde perfettamente a tale descrizione. E’ nostro dovere dare un forte segnale al governo in tal senso.

Se è vero che ancora per molti anni resteremo schiavi dei combustibili fossili, è vero anche che questo è il momento in cui è necessario sviluppare un Piano energetico nazionale chiaro, lungimirante e all’avanguardia che sia in grado di rispettare e possibilmente anticipare gli obiettivi sottoscritti a dicembre 2015 a Parigi alla Conferenza internazionale sul clima (COP 21). Sappiamo qual è la direzione verso la quale è necessario muoversi. Facciamolo prima degli altri, diventiamo un paese ad alta competitività nel settore delle rinnovabili. Non perdiamo l’ennesimo treno che può permettere all’Italia di giocare un ruolo di primo piano in uno dei mercati che nel lungo periodo saranno più floridi.

Secondo uno studio di Althesys (società professionale indipendente specializzata nella ricerca ambientale), se l’Italia iniziasse oggi a investire politicamente e economicamente nel settore delle rinnovabili, entro il 2030 si potrebbero garantire ben 100 mila posti di lavoro in tale settore. La realtà è però diversa: secondo l'ultimo rapporto di Greenpeace nel 2014 i posti di lavoro nel settore eolico sono diminuiti di addirittura 4 mila unità.

Votare sì al referendum del 17 aprile significa tracciare un indirizzo politico e spronare il governo a puntare senza indugi sullo sviluppo delle energie rinnovabili, l’unico futuro certo dell’approvvigionamento energetico mondiale.

Ad oggi l’Italia ricava il 40% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili con 60 mila addetti tra diretti e indiretti e una ricaduta economica di 6 miliardi di euro: sviluppare questo percorso è possibile e il referendum serve anche per dare una risposta forte in questa direzione. Il 17 aprile diciamo chiaramente quale strada vogliamo percorrere per il nostro futuro: andiamo a votare e votiamo SI".

 

Giulio Mangani – Sindaco del Comune di Montespertoli; Yuri Furiesi – Capogruppo PD Consiglio Comunale Certaldo; Denise Latini – Consigliere PD Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa; Iury Neri - Consigliere PD Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa; Matteo Tanzini - Consigliere PD Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa; Filippo Torrigiani - Consigliere PD Unione dei Comuni del Circondario Empolese Valdelsa

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