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Lionella Lingerie, i sindacati accolgono le lavoratrici: "La ditta non sa come affrontare il futuro"

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Arrabbiati e insoddisfatti: così si sono presentati alla sede della Cgil Camera del Lavoro Empolese Valdelsa di Empoli 14 dei 20 dipendenti della Lionella Lingerie di Montespertoli, in liquidazione secondo l'annuncio del 5 aprile scorso. Ad accoglierli Stefano Scibetta e Silvia Mozzorecchi della Filctem Cgil: "Lionella Lingerie è un'azienda con quasi 60 anni di età, sopravvissuta alla specializzazione produttiva su camiceria e intimo, perderla significa un pezzo di storia". Sul fronte lavoro dei venti dipendenti la metà lavora a domicilio, metodo esploso alla fine degli anni '80 e che ha coinvolto fino a 5mila addette nel periodo di massimo splendore.

La prospettiva di reintegro in altre aziende è molto dura. Com'è dura la posizione che ha assunto l'azienda, invitata all'unità di crisi della Metrocittà: rifiutando di partecipare. Alla riunione si sarebbe dovuto parlare del piano industriale per il futuro dell'azienda. "Pensiamo - ha commentato Scibetta - che la ditta non sappia come affrontare il futuro. C'è stato anche il rifiuto per un anno di cassa integrazione, uno sgarbo alle istituzioni e ai lavoratori".

I danni ad oggi sono ancora gravi: da 7,8, persino 9 mesi, i lavoratori a domicilio non percepiscono lo stipendio mentre gli interni da dicembre 2015. "Con questo atteggiamento pilatesco l'azienda cerca la cessazione di attività e la liquidazione diretta, ma non funziona così", afferma Scibetta. Ma i retroscena, continua il sindacalista, parlano di una riapertura dell'azienda in un'altra zona della Toscana, senza tenere conto dei lavoratori di Montespertoli. Alla base sarebbe un contenzioso con l'attuale proprietà, emersa in un precedente tavolo con l'amministrazione e i sindacati, "ma i lavoratori non sono stati coinvolti".

Elia Billero

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