Abbattere le barriere culturali e mentali, non solo quelle fisiche: questo è lo spirito di "Calciando Insieme", un'iniziativa organizzata dalla sezione provinciale di Pisa dell'Associazione Italiana Allenatori Calcio - di cui nel 2016 ricorre il 50° anno di attività - e che si terrà a aprile al campo sportivo Bianco Bianchi di Montopoli.
La società sportiva Valdarno Sport collaborerà a questa iniziativa e così anche l'azienda Tecnochimica e il tutto prevede quattro pomeriggi di scuola calcio per 12 ragazzi diversamente abili, di età fra gli 11 e i 18 anni, che abitano nei comuni della Società della Salute del Valdarno Inferiore, vale a dire Castelfranco Di Sotto, Santa Croce sull'Arno e San Miniato oltre al già citato Montopoli. I ragazzi avranno la chance di misurarsi su un campo da calcio assieme ad altri giovani della squadra Valdarno e sotto la direzione di sue allenatori abilitati e iscritti all'Aiac.
Il primo allenamento sarà dalle 18.30 alle 20 di giovedì 7 aprile e si ripeterà per i successivi giovedì del mese. Nell'ultimo appuntamento si terrà una partitella finale con successiva premiazione e in seguito si avrà anche una cena dove verrà donato alla società montopolese un defibrillatore. I ragazzi, tesserati dagli Amatori calcio di Capanne, avranno anche un completo e un borsone Aiac.
Luciano Pistolesi, segretario della sezione pisana Aiac e coordinatore del progetto, ha spiegato in cosa consta "Calciando Insieme": "I ragazzi non hanno disabilità fisiche, perlopiù sono soggetti con la sindrome di down. Ci siamo messi d'accordo con l'Usl e ci saranno anche degli assistenti che seguiranno i ragazzi nei loro allenamenti con i giocatori normodotati del Valdarno, società che dobbiamo ringraziare per la disponibilità. Questi ragazzi, tra cui anche una bambina e due ragazzini stranieri, svolgeranno gli allenamenti ma non sarà un qualcosa di agonistico, verrà privilegiato l'aspetto ricreativo della cosa. I giocatori sono già stati assicurati contro probabili infortuni e si divertiranno giocando a pallone. Devo dire grazie anche a Tecnochimica che ci ha permesso di avere le mute e i borsoni da donare ai ragazzi".
Com'è nata l'idea di questo progetto? C'è un aneddoto, raccontato dallo stesso Pistolesi: "Un nostro socio Aiac, tesserato dal Valdarno, è stato avvicinato da una mamma che voleva far giocare il proprio figlio down. Ha accettato la richiesta e ha visto che questo bambino si divertiva moltissimo a giocare e a fare da assistente. Per questo abbiamo voluto fare questa iniziativa".